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sabato, marzo 30, 2013



SALGONO A 87 I DELFINI MORTI
Continua la moria di delfini sulle spiagge toscane: un esemplare della specie 'stenella', della lunghezza di circa 1,70 metri, si e' spiaggiato sulle coste dell'isola d'Elba (Livorno). La carcassa, in avanzato stato di decomposizione, e' stata rinvenuta questa mattina, sulla spiaggia di Madonna delle Grazie nel Comune di Capoliveri, dalla proprietaria di un ristorante vicino al mare.
Con questo salgono a 87, da gennaio scorso, i casi di corpi di delfini della specie stenella striata (stenella coeruleoalba) trovati fra la Sicilia e la Toscana e su cui sono in corso accertamenti disposti dal ministero dell'Ambiente.
La donna ha immediatamente ha contattato la polizia municipale di Capoliveri, che ha poi provveduto ad informare la Capitaneria di porto di Portoferraio. Subito sono state attivate tutte le procedure previste per rimuovere la carcassa e sono stati informati gli organi di competenza. Un altro delfino morto era stato ritrovato due giorni fa a Marina di Donoratico. 
Martedi' invece una balenottera è stata trovata morta sulla spiaggia di Rosignano Solvay (Livorno): è il primo caso di 'spiaggiamento' di un esemplare di balenottera comune (balenoptera physalus) da inizio anno. L'esame della carcassa, molto degradata, non ha permesso di chiarire il motivo della morte del grande animale. Lo spiega il ministero dell'Ambiente in una nota.
Per i delfini spiaggiati la causa più probabile della moria sembra ancora un'infezione da morbillo. I casi prima del ritrovamento sulle spiagge dell'Elba sono in Sicilia a Milazzo e in Sardegna a Cala Reale (Porto Torres). Mercoledì a Rosignano una squadra del Cert coordinata dal professor Sandro Mazzariol, dell'Università di Padova, ha compiuto le prime rilevazioni. L'animale è una balenottera femmina lunga 16,4 metri e pesante 15 tonnellate. Purtroppo, si legge nella nota, le condizioni di conservazione del corpo dell'animale, molto degradato, hanno reso impossibile ogni accertamento sulle cause di morte, e in particolare non hanno permesso di campionare i tessuti necessari a effettuare indagini microscopiche e microbiologiche. Si sta tuttavia tentando la ricerca molecolare di morbillo e di toxoplasmosi (toxoplasma gondii).
La balena aveva alcune coste fratturate. Con tecniche di ricerca di emboli lipidici si cercherà di capire se queste fratture siano precedenti alla morte, tuttavia i ricercatori del Cert ritengono che con molta probabilità le costole siano state spezzate dagli urti della carcassa spinta dalle ondate contro la riva. Il caso della balenottera si aggiunge all'elenco dei numerosi cetacei ritrovati morti da inizio anno, precisamente 7 esemplari di tursiope (tursiops truncatus), un esemplare di globicefalo (globicephala melas), che rappresenta di per sé un'anomalia (risale infatti al 2007 l'ultimo spiaggiamento accertato), 1 esemplare di grampo (grampus griseus), per il quale bisogna attendere i risultati degli esami poiché si tratta di un ritrovamento inusuale per un animale che solitamente vive ad altissime profondità, e 83 esemplari di stenella striata (stenella coeruleoalba).






venerdì, marzo 29, 2013

FARFALLE



FARFALLE, IL 60% È SCOMPARSO NEGLI ULTIMI 20 ANNI:
SI PARLA DI RISCHIO ESTINZIONE

Secondo l'Agenzia Ambientale Europea negli ultimi 20 anni è scomparso il 60% delle farfalle mentre un quarto degli insetti sarebbe a rischio estinzione.
In un convegno organizzato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) la Commissione europea ha proposto al Comitato permanente Ue per la catena alimentare di sospendere l’uso di alcune sostanze utilizzate in campo agricolo: a partire dal 2013 e per due anni l’Europa propone di sospendere l’uso dei neonicotinoidi (clothianidin, imidacloprid e thiametoxam) come concianti e granulari su mais, colza, girasole e cotone, responsabili secondo recenti studi anche della morìa di api che sta attanagliando l’Europa.
L’uso di tali sostanze è tuttavia consentito per altre colture: ciò farebbe persistere nel terreno una gran quantità di queste molecole. Oltre ad agire negativamente sulle api infatti, i neonicotinoidi avrebbero un impatto devastante anche sulle splendide farfalle e metterebbero a rischio la sopravvivenza di questi insetti variopinti.
Un problema non unicamente europeo: il National Geographic infatti ha dato notizia, pochi mesi fa, di un censimento nell’habitat della farfalla nella Riserva della Biosfera della Farfalla Monarca in Messico: i ricercatori hanno scoperto che gli insetti occupano il 59% di territorio in meno rispetto all’anno precedente, che è anche l’area più ristretta da vent’anni a questa parte.
La carenza delle piante di euforbia, di cui si nutrono gli insetti più giovani, e le estreme fluttuazioni climatiche che comprendono temperature molto basse e forti precipitazioni sarebbero le cause principe di questo declino.
La sopravvivenza delle farfalle potrebbe durare molto poco, complice anche i cambiamenti climatici; la siccità, gli inverni rigidi, le ondate di calore e le tempeste quasi tropicali che colpiscono sempre più spesso l’emisfero nord del pianeta sono letali per le larve delle farfalle.
Il legame con il caso-api, come ci ha spiegato il nostro Davide Mazzocco, è evidente: i neonicotinoidi per questi insetti sono un veleno devastante: la posizione sempre più restrittiva verso la quale la Commissione Europea si sta orientando rende evidente la criticità del problema.
(Fonte Ecoblog)




giovedì, marzo 28, 2013



OTTO NUOVI CUCCIOLI NEL PARCO D'ABRUZZO, UN BUON INIZIO

Il censimento delle femmine d'orso con piccoli intrapreso alcuni giorni fa dal Parco nazionale d’Abruzzo nell’ambito del progetto Life Arctos ha portato ai primi, entusiasmanti risultati: sono ben otto i cuccioli – accompagnati da quattro femmine – nati quest'anno nell'area protetta. Un ottimo segnale se si pensa che nel 2011, anno particolarmente sfortunato, nacquero solo 3 piccoli. Il progetto, a ogni modo, è solo all'inizio e la speranza è che presto il numero degli orsetti possa salire. Per esempio, potrebbero presto diventare undici se venisse confermato l'avvistamento di tre cuccioli sui rilievi delle Mainarde, tra le province di Frosinone e Isernia. Oltre 40 persone fra guardie di sorveglianza, operatori dell'area protetta e volontari, stanno partecipando al censimento coordinate dall’Ente Parco e dal Dipartimento di Biologia dell'Università “La Sapienza” di Roma in un'operazione che ricalca una tecnica di appostamento e rilevazione già sperimentata negli Stati Uniti studiata appositamente per non disturbare gli orsi, animali molto sensibili alle interferenze dell'uomo.  Sebbene la notizia sia stata accolta con ottimismo e faccia sperare in una ripresa della popolazione, gli esperti ricordano che le femmine non partoriscono ogni anno e, pertanto, quello in corso potrebbe essere "solo" un anno particolarmente fortunato. I cinquanta orsi del Parco d'Abruzzo, infatti, devono ancora difendersi da molteplici rischi, fra cui gli impatti accidentali con le automobili, i veleni dispersi e il bracconaggio. Un connubio di cause che negli ultimi dieci anni hanno provocato la morte di ventiquattro esemplari.  Il presidente e commissario del Parco d’Abruzzo, Giuseppe Rossi, per aiutare un'ampliamento della popolazione, chiede un ampliamento della zona di riserva integrale oltre a un controllo più attento del turismo al fine di minimizzare il disturbo ai plantigradi. Una proposta che Rossi rivolge alle autorità è di posticipare di un mese la caccia al cinghiale nelle zone confinanti con l'area protetta per lasciare tranquilli gli orsi, che nel mese di ottobre mangiano abbondantemente per accumulare le riserve di grasso che gli permetteranno di sopravvivere durante il letargo.  (fonte: Natura)



mercoledì, marzo 27, 2013

ORA DELLA TERRA



Earth Hour 1,3 miliardi al buio
per la salute del nostro pianeta

E' stata scandita a tutte le latitudini l''Ora della Terra per l'impegno contro il surriscaldamento globale. Dalle 20:30 alle 21:30 locali, in 150 Paesi le principali attrazioni sono state spente per partecipare alla catena di Sant'Antonio mondiale organizzata dal Fondo mondiale per la natura
 (ansa)
ROMA - Il via è stato dato come sempre, dall'Australia. Poi, pian piano, si è passati da tutte le laritudini. Il Wwf ha spento le luci per il bene dell'ambiente: è "L'Ora della Terra - Earth hour", e in tutto il mondo alcuni dei luoghi più simbolici sono rimasti al buio per un'ora, dalle 20,30, e a seconda dei fusi orari hanno disegnato una grande 'ola' contro i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale. Molti i monumenti coinvolti nel mondo: dalla cupola di San Pietro a Roma all'Empire State Building a New York, alla porta di Brandeburgo a Berlino, al Cremlino a Mosca, alla torre Eiffel a Parigi, alla Table Mountain di Città del Capo e alle cascate del Niagara.
I Paesi coinvolti sono stati oltre 150: tra questi, per la prima volta Palestina, Tunisia, Galapagos, Suriname, Guyana Francese, St.Helena e Rwanda. In Italia l'appuntamento, con il megainterruttore del Wwf, c'è stato a piazza di Spagna alle 19. Nel nostro Paese poi si sono spente le luci in più di 280 comuni. Tra i monumenti storici, il David di Michelangelo a Firenze (ma anche Palazzo Vecchio, Ponte Vecchio, Palazzo Strozzi), la basilica di San Francesco ad Assisi, i portici palatini di Torino, la Torre di Pisa, la mole Antonelliana, l'Arena di Verona, Piazza del Plebiscito a Napoli, Piazza Maggiore a Bologna, le mura di Lucca, la Fontana Maggiore di Perugia, a Milano la Scala e Castello Sforzesco si accenderanno di candele. (Fonte: La Repubblica.it)



martedì, marzo 26, 2013

MOLISE



UCCISO UN ALTRO LUPO.
Colpito da un proiettile nel Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise

Uno splendido esemplare di lupo è stato rinvenuto la sera di sabato 23  dagli agenti della Forestale e dalle guardie del Parco, dietro segnalazione di un cittadino, lungo la strada che conduce a S. Michele a Foce, in comune di Castel S. Vincenzo, versante molisano del Parco, nell'area contigua. 
Il lupo, all'esame del servizio veterinario del Parco, di età apparente di 3-4 anni e del peso di 30 kg,  in perfette condizioni fisiche, presenta un buco trapassante a livello del costato, tipico di un colpo di arma da fuoco, con cui è stato ucciso. 
Continua così quello che è ormai chiaramente individuabile come un vero e proprio assalto al Parco attraverso  questi brutali atti di bracconaggio, di cui ne sta  facendo le spese  il lupo, oggetto di queste attenzioni delinquenziali, specie negli ultimi mesi, anche in altre aree protette italiane. Ma sono il nostro Parco e le sue aree contigue oggetto di particolare "attenzione" da parte di bracconieri e delinquenti. Colpire il nostro Parco, verosimilmente non è casuale, in considerazione dell'amplificazione che  la notizia ha sui mezzi di informazione, così da veicolare queste azioni brutali frutto anche di un involuzione culturale che caratterizza questi nostri tempi di crisi.
L'Ente Parco, già dai  precedenti casi di abbattimento di lupi dei mesi scorsi, sta cercando di coinvolgere in questa situazione tutte le altre istituzioni interessate e le diverse forze dell'ordine perché lo affianchino nel controllo del territorio e nel fare  rispettare le norme e i regolamenti di tutela dell'area protetta, anche per ambiti riguardanti altre attività impattanti e/o abusive, allo scopo di rompere un  incredibile "accerchiamento", contro il quale, da solo, nonostante l'impegno continuo dei suoi servizi,  potrebbe non riuscire a spuntarla. (Fonte Greenreport)