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giovedì, aprile 17, 2014

COMUNICATO STAMPA



ASSEDIATI dall’AMIANTO
(LA STRADA CHE C’E’……………MA NON C’E’)

Ufficialmente non è mai stata inaugurata e quindi per le autorità regionali e provinciali non esiste. 
Spesi milioni di euro ma, già ridotta ad un rottame: frane, rovi, mancanza di  segnaletica, l’unica esistente è un grandissimo DIVIETO di transito,  per il resto……….. una discarica a cielo aperto.
La località è la Fondo Valle Castellelce, strada extra-urbana secondaria che doveva congiungere la F.V. Trigno alla F.V. Biferno, mai completata. La discarica in agro di San Felice del Molise, dalla visura catastale la particella sui cui insistono alcune discariche abusive è di proprietà della Regione Molise.
Da poco tempo invece è diventata anche pericolosa in quanto qualche “delinquente” ha pensato bene di scaricare lastre di ETERNIT sulla strada invece di smaltirle in modo corretto.
Il Sindaco del comune di San Felice del Molise ha già sollecitato la bonifica del sito.
Chiediamo all’Assessore all’Ambiente della Regione Molise (proprietaria del fondo) di intervenire affinchè l’area in questione venga bonificata.
Sono trascorsi oltre 20 anni da quando l’Italia, con la legge 27 marzo 1992 n. 257,  ha bandito l’estrazione, l’importazione e l’utilizzo dell’amianto ma, sull’asbesto non c’è cultura della salute e della legalità.
Ormai è chiarissimo che pretendere  che lo smaltimento venga pagato dai privati, ha come conseguenza l’abbandono del materiale pericoloso e, fin quando lo Stato o le Regioni non si faranno carico dei costi di smaltimento e recupero la situazione ambientale si aggraverà ancora di più.
 Sono inoltre necessari controlli sullo smaltimento, non solo dei rifiuti pericolosi e speciali,  ma anche sugli scarti di edilizia che vengono abbandonati quotidianamente sul territorio. I comuni dovrebbero in questo caso verificare lo smaltimento corretto di tali materiali.  
Non si possono smantellare tetti o capannoni in eternit e non sapere che fine fanno quegli scarti, non si possono ristrutturare edifici o case senza sapere dove siano stati smaltiti gli inerti.
li 17 aprile 2014
Il Presidente
          Luigi Lucchese



martedì, aprile 15, 2014

RACCOLTA DIFFERENZIATA



ISOLA ECOLOGICA

Un'isola ecologica, o ecopiazzola, è un'area recintata e sorvegliata, attrezzata per la raccolta differenziata dei rifiuti, disponibile in molti comuni italiani.
I cittadini possono portare anche rifiuti non smaltibili tramite il normale sistema di raccolta, tipo i rifiuti ingombranti o pericolosi.
L'utilità principale è quindi quella di evitare lo smaltimento in discarica, per recuperare risorse e tutelare meglio l'ambiente.
Per motivi ambientali, igienici e di decoro urbano, da parte delle amministrazioni più sensibili alle tematiche ambientali e rispettose delle normative CE si va sviluppando la tendenza all'eliminazione dei cassonetti stradali, procedendo invece alla raccolta dei rifiuti "porta a porta". Questa scelta comporta la necessità di realizzare, nell'area comunale di competenza, delle piattaforme - le isole ecologiche appunto - in cui le persone possano smaltire quei rifiuti che non vengono raccolti a domicilio.
Nelle immagini vediamo quello che viene raccolto a Guglionesi,
FULGIDO ESEMPIO DA NON IMITARE. 
















sabato, aprile 12, 2014



 
LA STRADA CHE C’E’……………………………MA NON C’E’

Ufficialmente non è mai stata inaugurata e quindi per le autorità regionali e provinciali non esiste.  
Spesi milioni di euro ma, già ridotta ad un rottame: frane, rovi, mancanza di  segnaletica, l’unica esistente è un grandissimo DIVIETO per il resto……….. una discarica a cielo aperto.
La località è la Fondo Valle Castellelce, strada extra-urbana secondaria che doveva congiungere la F.V. Trigno alla F.V. Biferno, mai completata. La discarica in agro di San Felice del Molise dalla visura catastale la particella sui cui insistono alcune discariche abusive è di proprietà della Regione Molise.
Da poco tempo invece è diventata anche pericolosa in quanto qualche “delinquente” ha pensato bene di scaricare lastre di ETERNIT sulla strada invece di smaltirle in modo corretto.
Le istituzioni sono state interpellate ma silenzio assoluto anzi qualche ente ha risposto in modo indispettito: non è di nostra competenza e non  disturbateci più (più o meno la risposta è stata questa).
La presenza di manufatti in cemento-amianto (meglio conosciuto come "eternit") genera apprensione e preoccupazione in considerazione dei rischi per la salute che possono derivare dall'esposizione a fibre di amianto in essi contenute. Occorre tenere presente che il rischio dipende dalla probabilità di rilascio di fibre di amianto in aria e/o nel suolo,
 Già nei primi Anni 60 era noto in tutto il mondo che la polvere di amianto, generata dall'usura dei tetti, provocasse una grave forma di cancro, il mesotelioma pleurico, oltre che asbestosi, malattia polmonare cronica dovuta all'inalazione di fibre di amianto. Nonostante questo si continuò a produrre oggetti in eternit fino al 1986. Solo dal 1992 è vietata in Italia l'estrazione, l'importazione, l'esportazione, la commercializzazione e la produzione.
 Per legge lo smantellamento di tetti o altri manufatti che contengono amianto è obbligatoria solo se si trovano in uno stato di degrado tale da poter formare delle particelle che possono essere inalate. Quindi, ci sono diverse costruzioni ancora non smaltite. In ogni caso la legge vieta di abbandonare nell'ambiente oggetti in fibrocemento a base di amianto o di smaltirli con i normali rifiuti.  
Il Sindaco  di San Felice del Molise si è subito attivato ma, ad oggi, nessun risultato.