Si è svolto ieri alle 19:00 presso la casa comunale del comune di Ururi un Convegno che ha visto la partecipazione dell'assessore regionale all'ambiente Salvatore MUCCILLI, del neo assessore all'ambiente della provincia di Campobasso Alberto TRAMONTANO oltre al Sindaco di Ururi all'assessore Occhionero ed al Presidente del Consiglio comunale Plescia. Per la nostra associazione ha partecipato il presidente Lucchese. Per una volta tutti erano concordi nel salvaguardare e tutelare l'ambiente soprattutto dalle ormai famigerate pale che stanno invadendo il Molise, infatti lo stesso assessore Muccilli ha detto che non saranno rilasciate più autorizzazioni. Il nostro territorio merita più attenzione da parte di tutti. Vi trascriviamo la relazione del presidente Lucchese.
AMBIENTE:
“RISORSA E OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO PER LA NOSTRA COMUNITÀ
E L'ITALIA TUTTA".
L’Italia ospita un vero e proprio patrimonio di Natura: dentro i nostri confini vivono oltre 57 mila specie animali, più di un terzo cioè dell’intera fauna europea, e 9 mila specie di piante, muschi e licheni, ovvero la metà delle specie vegetali del continente.
Per numero assoluto di specie floreali, inoltre, siamo i primi in Europa.
L’86% della fauna italiana è terrestre o d’acqua dolce, il restante 14% marino.
Le tantissime specie di animali e vegetali in Italia è merito della favorevole posizione geografica e conformazione della nostra penisola, che nel corso del tempo ha permesso a flora e fauna di evolvere caratteristiche uniche e di grande valore.
Una “fortuna naturale” che ha contribuito in modo determinante alla proliferazione della vita e la sua evoluzione ed è per questo che l’Italia proprio per la sua collocazione svolge un ruolo molto importante per la biodiversità.
La Biodiversità, come voi tutti sapete, è la varietà degli esseri viventi che popolano la Terra, e si misura a livello di geni, di specie, di popolazioni e di ecosistemi
Anche noi facciamo parte della biodiversità.
E grazie alla biodiversità la Natura è in grado di fornirci cibo, acqua, energia e risorse per la nostra vita quotidiana.
Eppure ne stiamo perdendo tanta, troppa...
La biodiversità italiana è seriamente minacciata e rischia di essere perduta per sempre, senza rimedio.
Attualmente sono a rischio estinzione: il 68% dei vertebrati terrestri, il 66% degli uccelli, il 64% dei mammiferi, il 76% degli anfibi, il 69% dei rettili e addirittura l’88% dei pesci d’acqua dolce. (Fonte WWF)
Dalla metà del secolo scorso la biodiversità in Italia ha subito una fortissima riduzione, in particolare a causa del consumo del suolo (cementificazione del territorio – perdita superfici agricole). Negli ultimi 50 anni sono stati intensamente colpiti alcuni importanti ambienti quali zone umide e boschi di pianura, ma anche altre aree verdi sono state compromesse da fenomeni di frammentazione che ne hanno deteriorato la qualità.
Oggi possiamo considerare che l’Italia possieda appena il 10% della flora, fauna e degli ambienti naturali che esistevano in epoca romana. Dal Medioevo le zone umide si sono ridotte del 90%, nessuna foresta può ritenersi ormai vergine e poche coste possono essere ancora considerate naturali.
La colpa?
Senza dubbio dell’uomo.
Le sue attività, sempre più pressanti e invadenti, stanno sottraendo di continuo spazi vitali alla biodiversità e stravolgono i paesaggi e le funzioni ecologiche degli ecosistemi.
MOLISE
UN PICCOLO SCRIGNO DI NATURA
Il Molise deve il suo particolare tasso di biodiversità alla propria esposizione nello scacchiere peninsulare italiano ed anche alle notevoli variazioni altimetriche che, dal Mare Adriatico, arrivano ai 2.000 metri del Matese, fino ai 2.240 delle Mainarde.
Il nostro Molise vanta la presenza di specie che troviamo solo in determinate aree della penisola, grazie appunto alla sua collocazione un esempio è il tritone punteggiato (Lissotriton vulgaris) e il tritone italiano (Lissotriton italicus).
La posizione geografica della regione, consente anche la presenza di specie di uccelli a gravitazione orientale, quali lo zigolo capinero (Emberiza melanocephala), la ghiandaia marina (Coracias garrulus) e la calandra (Melanocorhypha calandra).
Il territorio del Molise rientra inoltre nell’areale residuo di alcune entità di eccezionale valore conservazionistico, considerate specie simbolo di biodiversità.
L’orso marsicano (Ursus arctos marsicanus) e il camoscio d’Abruzzo (Rupicapra pyrenaica ornata) ad esempio, vantano le maggiori consistenze quantitative nei più profondi recessi delle foreste e fra le cime più impervie delle montagne delle Mainarde (porzione molisana del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise).
La lontra (Lutra lutra), viene sporadicamente segnalata lungo il Volturno in provincia di Isernia e nell’ultimo periodo, con sempre maggiore frequenza, anche in alcuni tratti ben conservati del Biferno, unico fiume interamente molisano. Tracce della lontra sono state trovate anche sul Cigno l’affluente del Biferno che attraversa il territorio di Ururi. Rapaci come il lanario (Falco biarmicus feldegii) e il nibbio reale (Milvus milvus) sono divenuti una presenza costante non solo delle aree più impervie della regione, ma soprattutto delle tante aree agricole di alta collina.
Non sono da meno per spettacolarità e presenze naturalistiche, i paesaggi carsici della Montagnola Molisana che ospitano la più importante comunità di rapaci del Molise, minacciati, purtroppo, dall’impattante proliferazione degli impianti eolici. (fonte WWF)
Infine, anche aree collinari come quelle di Ururi e dintorni, che degradano dolcemente verso il mare, riservano inaspettate sorprese: meravigliose praterie sub-steppiche dove si trova il lino delle fate (Stipa austroitalica), specie della flora la cui conservazione è ritenuta prioritaria a livello comunitario.
Nonostante il Molise abbia una bassissima percentuale di territorio dedicato alle aree naturali protette, vi sono ben 85 SIC ( Sito Importanza Comunitaria) e 12 ZPS (Zona Protezione Speciale).
Per quanto riguarda la ns. associazione siamo impegnati a sostenere vari progetti sulla biodiversità vi segnalo gli ultimi due:
Il progetto DINAMO iniziato a gennaio 2010 con durata triennale, è stato finanziato tramite lo strumento LIFE + 2008 e vede come partner l’Università degli Studi del Molise, la Confederazione Italiana Agricoltori, l’ENEA ed IGEAM.
L'acronimo DINAMO, vuol dire: "Incremento della biodiversità a rischio di estinzione nelle aree agricole e seminaturali: un modello di gestione innovativo”. L’obiettivo principale del progetto è quello di proporre e testare un modello innovativo di gestione territoriale che, attraverso la cooperazione tra soggetti pubblici (Amministrazioni locali), privati (imprenditori agricoli) e mondo della ricerca, preservi, incrementi e monitorizzi la biodiversità, individuando e attuando azioni concrete di conservazione.
Altro importante progetto è l’ultimo che si chiama MAESTRALE che inizierà il prossimo 1 settembre 2011 con durata quinquennale è stato anch’esso finanziato tramite un LIFE e ci vedrà beneficiari insieme all’ l’Università degli Studi del Molise, i comuni di Campomarino, Petacciato e Termoli.
L’appello che rivolgiamo in questa sede in particolare ai nostri amministratori non può essere che uno solo:
il basso Molise, nonostante gli inevitabili impatti dell’agricoltura, delle aree industriali e dei distretti turistici, è custode di preziose testimonianze di biodiversità, oggi, il nostro territorio merita più attenzione, merita che si investa in attività di ricerca e di indagini approfondite necessarie per acquisire sempre maggiori conoscenze, utili alla tutela, alla salvaguardia, alla conservazione e, laddove possibile, anche alla sua valorizzazione.
E’ indifferibile da parte degli amministratori svolgere le tanto “attese” azioni di buon governo del territorio.
La conservazione della natura passa attraverso un buon governo del territorio, perché solo avendo un territorio sano e ricolmo di biodiversità si avrà la certezza che i nostri Cittadini saranno tutelati su quello che è un bene primario: LA SALUTE.
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