Leucemia, rischio doppio vicino le centrali nucleri
Il rischio di leucemia infantile aumenta del doppio in prossimità delle centrali nucleari. È quanto rivela Le Monde da uno studio sul nucleare francese, condotto da Dominique Laurier dell’Istituto Nazionale di Sanità d’oltralpe e presto pubblicato sull’International Journal of Cancer.
Il dato preoccupante emerge dall’analisi delle località in prossimità di 19 centrali nucleari francesi, dove si riscontra un numero anomalo di casi di leucemia fra adolescenti e bambini di età inferiore ai 15 anni. Nel periodo di studio dal 2002 al 2007, 14 bambini malati di cancro sono stati rinvenuti in un raggio di cinque chilometri dai reattori, quando invece la media nazionale per le zone non nuclearizzate sarebbe decisamente più bassa, ovvero la metà: 7 casi.
Le autorità francesi, tuttavia, sono caute nell’esprimere un’immediata correlazione tra il manifestarsi della leucemia e le radiazioni provenienti dalle centrali, perché lo scioccante dato rilevato in questo studio non trova identica conferma in un follow up a lungo termine effettuato nei precedenti 17 anni. Così ha affermato Jacqueline Clavel, autrice della ricerca:
Quando si considera globalmente il periodo 1990-2007, questo aumento di rischio non viene rilevato. Il collegamento fra le deboli radiazioni ionizzanti emesse dalle centrali nucleari in funzione non può essere stabilito, anche perché non è stato osservato un eccesso di rischio in alcune zone con alta esposizione da emissioni gassose dei reattori.
Secondo i detrattori, in particolare emersi sui social network, le dichiarazioni rassicuranti francesi risponderebbero più a una logica di conservazione economica che di reale interesse per la salute dei cittadini. Senza voler necessariamente appoggiare questa ipotesi estrema, effettivamente la Francia è un paese totalmente dipendente dall’energia nucleare e rinunciarvi sulla base dei rischi alla salute non risulta essere una possibilità attualmente contemplata. La notizia, tuttavia, ha comunque acceso il dibattito politico sull’inquinamento e le possibili catastrofi derivanti dallo sfruttamento del nucleare. François Hollande, candidato socialista alle presidenziali, si è dichiarato favorevole alla diminuzione della dipendenza nucleare, mentre i partiti ecologisti han richiesto un’uscita tout-court da questo tipo di approvvigionamento energetico, ipotesi entrambe rifiutate dal presidente Nicolas Sarkozy. L’Autorité de Sûreté Nucléaire, infine, ha promesso di investire capitali miliardari per la messa in sicurezza delle centrali e l’informazione verso la popolazione d’oltralpe, ancora spaventata dal recente disastro di Fukushima.
Fonte: Le Monde
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