Un assalto incontrollato
Se lungo le coste sono costruiti porti o insediamenti turistici, la sabbia incontra ostacoli nel suo moto verso la terraferma; alcune spiagge si allungano e altre arretrano in maniera preoccupante. Fenomeni di erosione costiera si verificano quasi dovunque: dalla Toscana alle coste laziali e campane fino in Puglia e poi, più a nord, lungo la ricca riviera, affollata di turismo che va da Pesaro a Venezia. È stato calcolato che la perdita per erosione di un metro quadrato di spiaggia comporta un costo di mille euro, per guadagni perduti e per i tentativi di protezione e intervento.
Purtroppo, in un paese con alta densità di popolazione e poco spazio disponibile come l'Italia, sulle coste aumenta continuamente la pressione umana; le spiagge sono assaltate da attività turistiche che badano sempre meno alla bellezza e al carattere "naturale" e chiedono alberghi, locali notturni, stabilimenti balneari, porti turistici, addirittura piscine in riva al mare. Da secoli, e fino a pochi anni fa, le coste "appartenevano" allo Stato che ne consentiva, nel bene e nel male, l'uso da parte dei privati, con vincoli e cautele. Col trasferimento del demanio marittimo dagli organi centrali dello stato alle regioni e ai comuni, la domanda di "concessioni" si è fatta sempre più pressante e arrogante.
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