TORINO
- 18 anni di reclusione per disastro ambientale doloso permanente e
omissione dolosa di misure antinfortunistiche per Stephan Schmidheiny. La
sentenza d’Appello di lunedì 3 giugno aumenta la pena di due anni rispetto ai
16 del primo Grado.
«Una
sentenza che è un inno alla vita – afferma il pm Raffaele Guariniello
dopo la lettura della sentenza d’Appello – un inno alla tutela della salute nei
luoghi di lavoro e nelle città in cui risiedono gli stabilimenti. Un sogno di
Giustizia che si avvera. La nostra speranza è che questo sogno possa avverarsi
anche tARANTOe in tutte le città
italiane in cui si stanno consumando tragedie simili. Il messaggio lanciato
oggi deve arrivare anche in tutti quei paesi del mondo come Cina, Russia,
quegli stati in cui l’amianto continua ad uccidere senza che nessuna
istituzione prenda provvedimenti. Siamo soddisfatti per il grande messaggio di
oggi, una sentenza che fa da punto di riferimento per tutti. Noi purtroppo in
Italia contiamo i morti ogni anno perché continuano ad esserci, ma in India o
in Cina no, bisogna che le organizzazioni internazionali in particolare l’ONU
si diano da fare, non è possibile questa differenza di trattamento, processi
come questo spero che diano una spinta alle persone di buona volontà».
UN NEMICO SILENZIOSO
L’amianto è un insieme di
minerali a forma di microfibre. Grazie soprattutto alle sue
capacità di isolante termico, fu utilizzato in passato (in particolar
modo negl’anni ’80) come materiale per indumenti ed oggetti ignifughi,
misto a cemento per l’isolamento degl’edifici (il famoso Eternit),
navi, treni e auto.
Purtroppo
solamente dopo un largo uso di tale materiale si scoprì la sua dannosità (in
realtà i nazisti conoscevano già il suo potere cancerogeno). Le fibre di
asbesto sono molto più sottili di un capello. La loro lunghezza
può arrivare a 50 μm (0,05 mm), mentre di
diametro può arrivare a 0,5 μm (0.0005 mm). Fibre di tali
dimensioni possono giungere sino alla fine dell’albero bronchiale, gli alveoli.
Il materiale depositato nelle vie respiratorie può indurre un’infiammazione
cronica detta asbestosi: il sistema immunitario riconosce il
corpo estraneo (la fibra) ed inizia ad attaccarla, purtroppo senza successo.
Questo comporta la cronicizzazione del processo, ovvero l’instaurarsi di
un equilibrio di fenomeni di distruzione (dovuta dallo stesso sistema
immunitario, stimolato dall’agente estraneo) e riparazione tissutale. Tale
processo causa la perdita del tessuto nativo polmonare, di per se elastico, che
viene sostituito da un ben più rigido tessuto friboso, con conseguente perdita
di capacità respiratoria e nascita di sindromi respiratorie.
Altra patologia,
ben più grave e spesso conseguente alla prima, è il mesotelioma.
Si tratta di una forma di cancro molto aggressiva che
coinvolge i foglietti di rivestimento delle cavità sierose, in questo caso il
più frequente coinvolge le pleure, che rivestono i polmoni. La causa è da
attribuirsi al potere pro-mitogeno delle fibre di asbesto, le quali sembra
siano potenti attivatori di recettori della crescita cellulare.
Dal 1992, in Italia è stato
vietato l’uso di amianto (così come in molti paesi). Attualmente si opera per
eliminare o mettere in sicurezza il materiale ancora presente. Ma ancora oggi
il pericolo di trovarsi un tetto in eternit sulla testa è presente. È bene quindi
controllare ed accertarsi dell’assenza o messa in sicurezza degl’ambienti in
cui viviamo, aiutando ad eliminare questo grave errore di valutazione del
passato.
(FONTE:
econome)
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