QUANTA
E’ INQUINATA L’ITALIA?
Siamo un paese
abbastanza virtuoso per quanto riguarda emissioni di gas serra
e superficie boscata. Ma dobbiamo ancora lavorare molto per
migliorare la qualità dell'aria nelle zone metropolitane e
tenere sotto controllo il rischio idrogeologico. Sono queste
le principali conclusioni cui sono giunti gli esperti dell’Ispra(Istituto
Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), relative all'anno 2012 e appena pubblicate nell'Annuario dei dati ambientali
presentato il 17 luglio scorso. Ecco una rapida carrellata dei dati più
significativi emersi dallo studio.
Gli italiani
si spostano sempre meno,
sia per vacanza sia per lavoro: il 2011 ha visto diminuire il numero di viaggi
effettuati dai connazionali di ben il 16,6%. Per contro, aumentano gli arrivi e
le presenze di turisti stranieri, rispettivamente del 5% e del 3%. Le stagioni
calde sono quelle di maggior afflusso turistico, per lo più diretto sulle
coste. Nel 2011, l’Italia presenta 4.901 acque di balneazione,
di cui il 91,9% è conforme ai limiti imposti dalla Direttiva 76/160/CEE. Per 7
regioni costiere la percentuale di conformità ai valori guida è compresa tra il
90% e il 100%, in 4 è superiore all’80%, nelle restanti 4 è tra il 50% e il
72%.
Il mezzo di
trasporto più utilizzato dagli italiani per i viaggi e dagli stranieri che
visitano il nostro paese rimane l'automobile (rispettivamente
il 62,9% e il 65%). Il settore trasporti, in Italia, nel 2012, è responsabile
del 23,4% delle emissioni totali di gas serra. Le stime
provvisorie di emissioni di gas serra per il 2012 (aggiornate al 30 giugno
2013), pari a 464,55 milioni di tonnellate di CO2 equivalente,
evidenziano un’ulteriore diminuzione del 5% rispetto al 2011, per il perdurare
della congiuntura economica negativa, mostrando una riduzione complessiva
rispetto al 1990 del 10,5%. La distanza dall’obiettivo del Protocollo
di Kyoto si assottiglia sempre di più, tanto da consentire all’Italia
di arrivare al traguardo con uno sforzo limitato, attraverso l’utilizzo dei
crediti consentiti dai meccanismi del Protocollo stesso e dei crediti derivanti
dalle attività forestali.
Buone notizie,
come anticipavamo, per quanto riguarda i preziosi “polmoni verdi” del nostro
paese: si attesta al 36%, nel 2010, il coefficiente di boscosità, ben
più alto di quel 28,8% registrato nel 1985. Un contributo importante alla
crescita della superficie boscata è dato dall’espansione delle foreste sulle
aree abbandonate dall’agricoltura. Fenomeno, questo, condizionato dalla crisi
del settore agricolo e dalle politiche comunitarie. La principale minaccia è
oggi ancora rappresentata dagli incendi, il 72% dei quali, nel
2011, è risultato essere di natura dolosa, il 14% colposa e il
restante 14% di natura dubbia.
Rimane tuttavia
pesante la pressione esercitata sull’ambiente dalle attività
industriali: continuano a preoccupare, infatti, gli effetti negativi
sulla salute dell’uomo e sugli ecosistemi causati dalla presenza di sostanze
pericolose nel suolo, nel sottosuolo, nei sedimenti e nelle acque sotterranee.
Rilasciati, nel 2012, 13 provvedimenti di Aia (Autorizzazione
Integrata Ambientale): 1 raffineria, 3 centrali termoelettriche e 9 impianti
chimici. Negli anni, il ricorso a questo provvedimento è fortemente cresciuto:
gli impianti vigilati sono passati da 25 nel 2009 a 140 nel 2012, mentre
quelli ispezionati da 5 nel 2009
a 76 nel 2012.
Per quanto
riguarda i pollini, l'Ispra ha rilevato che ivalori
dell’Italia centrale, tendenzialmente sopra la media, risentono della forte
presenza di cupressaceae, che determinano anche i picchi di Firenze,
Perugia e Castel di Lama; i valori del Nord sono, invece, più condizionati dai
pollini di urticaceae e, nell’Arco prealpino, dalla spiccata
biodiversità. La componente aerobiologica diventa particolarmente importante
per la corretta valutazione della qualità dell’aria,
soprattutto nelle aree metropolitane, dove si registrano dati stazionari per
quanto riguarda biossido di azoto e benzene ma cifre insoddisfacenti per quanto
riguarda il PM10, il cui valore limite giornaliero è stato superato
nel 48% delle stazioni di monitoraggio. Ozono oltre i limiti
(obiettivo a lungo termine) nel 92% delle stazioni, mentre nel 20% di esse si è
rilevato un superamento dei limiti annuali consentiti di biossido di azoto.
Preoccupante il dato relativo al benzo(a)pirene i cui livelli,
seppur misurati in un numero ancora troppo limitato di stazioni di monitoraggio
(69), superano i valori consentiti nel 20% dei casi.
L’Italia ha un
territorio particolarmente tendente al dissesto geologico-idraulico, sia per le
proprie caratteristiche geologiche e geomorfologiche, sia per l’impatto dei
fenomeni meteoclimatici oltre che per la diffusa e incontrollata presenza
dell’uomo e delle sue attività. Dal 1 novembre 2011 al 31 dicembre 2012, sul
territorio nazionale, sono avvenuti 4.129 terremoti di
magnitudo maggiore o uguale a 2, ed è sensibilmente aumentato
il numero di quelli con magnitudo superiore a 5. Le frane censite
sono circa 487.000 e interessano un’area pari al 6,9% del
territorio nazionale.La popolazione esposta a fenomeni franosi ammonta a
987.650 abitanti. Nel 2012 sono stati censiti dall’ISPRA 85 eventi di frana
principali sul territorio nazionale. È stato inoltre stimato che in Italia le persone
esposte ad alluvioni sono 6.153.860.
Arriviamo infine
alla cementificazione. In Italia, secondo l'Ispra, sono stati consumati,
in media, 7 m2
al secondo per oltre 50 anni; oggi il consumo di suolo raggiunge
gli 8 m2
al secondo. In pratica, ogni 5 mesi viene cementificata una superficie
pari a quella del comune di Napoli e ogni anno una superficie pari alla somma
di quelle dei comuni di Milano e Firenze.
(Fonte: Galileo)
Vi ringrazio per il prezioso lavoro che svolgete con questo blog, che seguo con molta attenzione.
RispondiEliminaUna domanda: sarebbe possibile avere una semplice didascalia per le foto che in generale vengono pubblicate? indicando ad esempio il sito a cui si fa riferimento (o almeno il paese)?
Grazie Mille