10mila morti in piu’ in 8 anni nei siti inquinati
Tra il 1995 e il 2002 sono stati circa 10mila i morti in più nelle 44 aree fortemente inquinate italiane censite dal progetto Sentieri, i cui primi risultati sono stati presentati a Roma nel corso di un convegno organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità. La stima provvisoria è stata fornita da Marco Martuzzi del centro Europeo per la Salute e l’Ambiente dell’Oms che ha collaborato al progetto. “Questo è il dato dei morti in più rispetto alla media regionale nelle zone prese in esame – ha precisato Marcuzzi – di sicuro molti di questi sono dovuti alla contaminazione, ma cisono anche altri fattori, e dire esattamente quanti sono stati causati dall’inquinamento è impossibile”.
Secondo le cifre presentate dall’esperto circa metà delle morti (il 43%) è stata causata da tumore, la cui frequenza è aumentata del 3,7%, mentre il 19% é dovuto a malattie cardiocircolatorie e il 16% da patologie dell’apparato digerente. Tra i tipi di cancro più diffusi il prevalente è quello ai polmoni (45%), seguito da quello del fegato (11%). Dai dati diffusi durante il convegno emerge che su 44 siti esaminati dal progetto, per un totale di circa 6 milioni di persone in 298 comuni, 24 hanno visto un aumento della mortalità assoluta rispetto alla media regionale per le 63cause di morte prese in esame, mentre in 28 è risultata più alta la mortalità per tumore: “In alcuni casi – spiega Pietro Comba, epidemiologo dell’Iss – come quello di Manfredonia,abbiamo visto che nonostante negli anni ‘70 ci sia stata una forte contaminazione da arsenico, che fa si’ che questo sito sia fra quelli monitorati, la mortalità sia risultata minore, per effetto della bonifica. In altri siti, invece, come quello di Taranto, la mortalità è risultata più alta da tutti i punti di vista”.fonte: ansa.it/ambiente
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