mercoledì, maggio 18, 2011


INQUINAMENTO
 





Secondo le stime più attendibili, nel 2050 saremo in 12 miliardi ad abitare la Terra. Il 60 per cento della popolazione mondiale vivrà a non più di 60 chilometri dal mare. Le attività industriali e l'agricoltura necessarie al sostegno della popolazione metteranno sotto pressione le zone costiere.


L'inquinamento e il mare


Uno dei principali impatti delle attività dell'uomo sugli oceani è l'inquinamento. Non si tratta solo dell'inquinamento legato agli incidenti delle petroliere, agli sversamenti in mare di petrolio o alle attività illegali di scarico in mare dei fusti di rifiuti. Per quanto siano questi gli aspetti più visibili del problema, l'inquinamento dei mari dipende in gran parte da altre fonti, come gli scarichi urbani e industriali, la dispersione in acqua dei pesticidi e dei composti chimici usati nell'agricoltura, gli scarti delle lavorazioni minerarie, i rifiuti radioattivi.
 


Secondo le statistiche, solo il 12 per cento dell'inquinamento marino è imputabile ai trasporti marittimi, mentre il 44 per cento delle sostanze inquinanti arriva dalla terraferma e il 33 per cento dall'atmosfera.
Oceani in apnea


L'impatto dell'inquinamento sul mare assume varie forme. L'inquinamento che deriva dai liquami e dagli scarti dell'agricoltura ad esempio favorisce, in prossimità delle coste, la proliferazione di alghe che sottraggono ossigeno all'acqua. In alcuni casi il livello di ossigeno è sceso al di sotto dei limiti compatibili con la vita dei mari. L'inquinamento industriale peggiora spesso la situazione, perché alcune delle sostanze che dagli scarichi delle industrie finiscono in mare contribuiscono a sottrarre ossigeno all'acqua.
Contaminazione radioattiva

La contaminazione radioattiva dei mari ha molte origini. In passato sono stati decisivi i test effettuati sulle armi nucleari. Anche il normale funzionamento delle centrali nucleari ha una sua ricaduta in termini di inquinamento dei mari, ma la situazione più grave è legata ai due impianti di riprocessamento delle scorie radioattive che si trovano in Francia, a La Hague, e in Inghilterra, a Sellafield. Gli scarichi di questi due impianti hanno contaminato le zone marine circostanti al punto che è possibile trovare tracce radiattive in alghe contaminate lungo le coste della Norvegia e della Groenlandia occidentale.
Metalli pesanti

L'inquinamento chimico dei mari da parte dell'uomo riguarda un elevato numero di sostanze differenti. Sono circa 63mila i composti chimici impiegati in tutto il mondo. Il 90 per cento della quantità complessiva di composti utilizzati è dato da tremila sostanze. Ogni anno, inoltre, mille nuove sostanze di sintesi vengono immesse sul mercato.
Almeno 4500 dei composti impiegati sono altamente pericolosi. Conosciute come inquinanti organici persistenti [ POP ], queste sostanze non si decompongono e tendono ad accumularsi nei tessuti degli organismi viventi, alterandone il sistema ormonale, causando tumori, disfunzioni del sistema riproduttivo e alterazioni del sistema immunitario e interferendo con il normale processo di crescita degli esemplari giovani.
I POP possono anche essere trasportati a grande distanza nell'atmosfera e depositarsi nelle regioni più fredde. Gli Inuit del polo Nord, che vivono a grande distanza dalle fonti di emissione di queste sostanze tossiche, sono tra le popolazioni più contaminate al mondo, perché si nutrono di foche e pesce ricco di grasso, che accumulano più di altre specie le sostanze tossiche e le trasferiscono all'uomo. Fanno parte dei POP le diossine e i PCB, insieme a molti tipi di insetticidi e al DDT. Si pensa che questi composti siano anche responsabili dello scarso tasso di fertilità delle colonie di orsi polari.
E se stessi mangiando fish'n'POPS?

Anche il pesce che viene consumato nelle regioni temperate è contaminato dai POP. Molto spesso, inoltre, questo pesce viene usato per nutrire altri animali e contamina per via indiretta la catena alimentare dell'uomo. In molti casi, anche il pollame, i suini e i pesci di allevamento sono nutriti con questo tipo di mangimi.
Le attività minerarie

L'inquinamento che deriva dalle attività di estrazione e dalle industrie di lavorazione dei metalli può danneggiare la salute della flora e della fauna marina a tal punto da rendere alcune specie non commestibili per l'uomo. Il contributo delle attività dell'uomo può essere decisivo: per esempio, a livello mondiale, la quantità di mercurio rilasciato nell'ambiente dalle attività industriali è quattro volte quella imputabile ai processi naturali come l'erosione.
Petrolio
La più visibile e familiare forma di inquinamento del mare è quella legata agli sversamenti di petrolio dalle petroliere. Ma non ci sono solo gli effetti a breve termine. A distanza di 15 anni dall'incidente alla Exxon Valdez, avvenuto in Alaska nel 1989, è ancora possibile rilevare in quella zona tracce di petrolio. E anche nei fondali del Mar Ligure è possibile rinvenire il petrolio della Haven, affondata nel 1991. La Prestige, che naufragò al largo delle coste spagnole nel 2002, ha causato perdite economiche ingenti, danneggiando gravemente la pesca locale.
 
FONTE GREENPEACE


 









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