lunedì, febbraio 04, 2013



  


Poca raccolta differenziata, troppi rifiuti.

Al nostro Paese costerà 56 milioni di euro non aver rispettato la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2007 che obbligava l'Italia a procedere alla bonifica di oltre 255 discariche illegali di rifiuti presenti sull'intero territorio. Attualmente sono 255, 16 delle quali contenenti rifiuti pericolosi, e la bonifica procede molto lentamente (solo l'8% è in fase di messa a norma). Le (poche) misure in vigore non risolvono il problema a lungo termine e la Commissione UE ci impone di bonificarle urgentemente.

La Commissione non dispone di informazioni da cui risulti che l’Italia abbia istituito un sistema di controllo adeguato per evitare il formarsi di nuove discariche illegali: da qui, la decisione di comminare la multa e un ulteriore esborso pari a 256mila euro per ogni giorno di ritardo nell'attuazione di un programma efficace di risanamento e contrasto.
Nel giugno 2011 l'Europa ha chiesto all’Italia di presentare un calendario realistico e credibile per la regolarizzazione di tutti i siti in questione entro un arco di tempo ragionevole. Ma i problemi persistono e la sentenza della Corte del 2007 non è stata rispettata. Quando uno Stato membro non dà piena esecuzione ad una sentenza della Corte di giustizia dell’UE, la Commissione ha il potere, dopo l’emanazione di due avvertimenti, di deferire lo Stato membro alla Corte una seconda volta e di chiedere che vengano inflitte delle ammende.

La direttiva 99/31/CE sulle discariche di rifiuti costituisce uno strumento essenziale per prevenire o ridurre, nel limite del possibile, gli effetti negativi derivati dalle discariche sull’ambiente (e sulla salute umana) nel corso dell’intero ciclo di vita delle stesse. Secondo la direttiva le discariche devono rispettare determinate condizioni per poter rimanere in funzione. La maggior parte degli Stati membri sta progressivamente abbandonando la pratica della messa in discarica e 6 stanno per eliminarle definitivamente. La piena attuazione della normativa UE sui rifiuti consentirebbe di risparmiare 72 miliardi di euro l’anno, di aumentare il fatturato annuo dell’UE di 42 miliardi di euro nel settore della gestione e del riciclaggio dei rifiuti e di creare oltre 400.000 posti di lavoro entro il 2020.

L’Italia occupa un modesto 20° posto su 27 Stati membri per quanto riguarda la gestione dei rifiuti. Le carenze includono una politica di prevenzione dei rifiuti scarsa o inesistente, l’assenza di incentivi destinati ad evitare la messa in discarica e, di conseguenza, uno scarso sfruttamento del riciclaggio e riutilizzo dei rifiuti e l’inadeguatezza delle infrastrutture. La messa in discarica in Italia è stimata a 51% nel caso dei rifiuti urbani (rispetto alla media UE del 38%), e il riciclo dei rifiuti urbani solo a 21% (rispetto alla media UE del 25%).
Si può fare decisamente di più. (fonte: educambiente)





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