SCOPERTO IL KILLER DELLE API:
LA PISTOLA FUMANTE È DEI PESTICIDI PIÙ COMUNI
I dati di una
ricerca effettuata in 600 campi di 20 Paesi, coltivati con 41 sistemi diversi,
dimostrano che gli insetti impollinatori selvatici sono più efficaci delle api
domestiche, il che suggerisce che il calo continuo degli individui di queste
specie in molte aree agricole ha conseguenze molto negative sulla quantità dei
raccolti.
Secondo la
ricerca pubblicata su Science (Wild Pollinators Enhance Fruit Set of Crops
Regardless of Honey Bee Abundance) da un team internazionale di 50 scienziati,
sono le moderne tecniche agricole che utilizzano ogni ettaro di terreno
disponibile ad aver fatto diminuire il numero di alcuni impollinatori
essenziali, come le api selvatiche, le farfalle e i coleotteri. Dato che
la biodiversità ed il numero di questi impollinatori diminuisce, le piante da
fiore riceve meno visite da questi insetti, con la conseguente minore
produzione di colture importanti come pomodori, meloni e caffè. Uno dei
coordinatori del team, Lawrence Harder, del Department of biological sciences
dell'Università di Calgary, spiega che «Paradossalmente, gli approcci più
comuni per aumentare l'efficienza agricola, come ad esempio la coltivazione di
tutte le terre disponibili e l'utilizzo di pesticidi, riducono
l'abbondanza e la varietà di insetti selvatici che potrebbero aumentare la
produzione di queste colture. ll nostro studio mette in evidenza i vantaggi di
tenere in considerazione questo paradosso nella progettazione e realizzazione
di sistemi agricoli».
Lo studio
evidenzia anche un altro problema: l'utilizzo e l'aggiunta di api domestiche
non ha compensato la perdita degli impollinatori selvatici». I ricercatori
ricordano che «I fiori della maggior parte delle colture hanno bisogno di
ricevere il polline prima di fare semi e frutti, un processo che è arricchito
dagli insetti che visitano i fiori. Questi impollinatori, tra cui le api,
mosche, farfalle e coleotteri, di solito vivono in habitat naturali o
semi-naturali, come ad esempio i bordi dei boschi, le siepi e i
prati. Poiché questi habitat vanno persi, principalmente a causa della
conversione agricola, con il declino dell'abbondanza e della diversità di
impollinatori le piante ricevono meno visite dagli insetti selvatici».
Il team di
ricercatori ha scoperto che la percentuale di fiori che producono frutti era
notevolmente inferiore nei siti con un numero minore di insetti che visitano i
fiori selvatici, quindi «La riduzione degli insetti selvatici nei territori
agricoli probabilmente ha un impatto sia sul nostro patrimonio naturale
che sui raccolti agricoli».
Lo studio
suggerisce che nuove pratiche per la gestione integrata delle api e degli
insetti selvatici possono migliorare i rendimenti globali delle colture e che
la salvaguardia degli animali impollinati è un efficace investimento a lungo
termine la produzione agricola. Secondo l'università di Calgary, «Queste
pratiche dovrebbero includere la conservazione o il ripristino di aree naturali
o semi-naturali delle terre coltivate, la promozione di una varietà di utilizzi
dei suoli, l'aggiunta di diverse risorse floreali e per la nidificazione
ed un uso più prudente degli insetticidi che possono uccidere gli
impollinatori». (Fonte: Greenreport)
Nessun commento:
Posta un commento