OTTO NUOVI CUCCIOLI NEL PARCO D'ABRUZZO, UN
BUON INIZIO
Il censimento delle femmine d'orso con
piccoli intrapreso alcuni giorni fa dal Parco nazionale d’Abruzzo nell’ambito
del progetto Life Arctos ha portato ai primi, entusiasmanti risultati: sono ben
otto i cuccioli – accompagnati da quattro femmine – nati quest'anno nell'area
protetta. Un ottimo segnale se si pensa che nel 2011, anno particolarmente
sfortunato, nacquero solo 3 piccoli. Il progetto, a ogni modo, è solo
all'inizio e la speranza è che presto il numero degli orsetti possa salire. Per
esempio, potrebbero presto diventare undici se venisse confermato
l'avvistamento di tre cuccioli sui rilievi delle Mainarde, tra le province di
Frosinone e Isernia. Oltre 40 persone fra guardie di sorveglianza, operatori
dell'area protetta e volontari, stanno partecipando al censimento coordinate
dall’Ente Parco e dal Dipartimento di Biologia dell'Università “La Sapienza” di
Roma in un'operazione che ricalca una tecnica di appostamento e rilevazione già
sperimentata negli Stati Uniti studiata appositamente per non disturbare gli
orsi, animali molto sensibili alle interferenze dell'uomo. Sebbene la
notizia sia stata accolta con ottimismo e faccia sperare in una ripresa della
popolazione, gli esperti ricordano che le femmine non partoriscono ogni anno e,
pertanto, quello in corso potrebbe essere "solo" un anno
particolarmente fortunato. I cinquanta orsi del Parco d'Abruzzo, infatti,
devono ancora difendersi da molteplici rischi, fra cui gli impatti accidentali
con le automobili, i veleni dispersi e il bracconaggio. Un connubio di cause
che negli ultimi dieci anni hanno provocato la morte di ventiquattro
esemplari. Il presidente e commissario del Parco d’Abruzzo, Giuseppe
Rossi, per aiutare un'ampliamento della popolazione, chiede un ampliamento
della zona di riserva integrale oltre a un controllo più attento del turismo al
fine di minimizzare il disturbo ai plantigradi. Una proposta che Rossi rivolge
alle autorità è di posticipare di un mese la caccia al cinghiale nelle zone
confinanti con l'area protetta per lasciare tranquilli gli orsi, che nel mese
di ottobre mangiano abbondantemente per accumulare le riserve di grasso che gli
permetteranno di sopravvivere durante il letargo. (fonte: Natura)
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