giovedì, marzo 28, 2013



OTTO NUOVI CUCCIOLI NEL PARCO D'ABRUZZO, UN BUON INIZIO

Il censimento delle femmine d'orso con piccoli intrapreso alcuni giorni fa dal Parco nazionale d’Abruzzo nell’ambito del progetto Life Arctos ha portato ai primi, entusiasmanti risultati: sono ben otto i cuccioli – accompagnati da quattro femmine – nati quest'anno nell'area protetta. Un ottimo segnale se si pensa che nel 2011, anno particolarmente sfortunato, nacquero solo 3 piccoli. Il progetto, a ogni modo, è solo all'inizio e la speranza è che presto il numero degli orsetti possa salire. Per esempio, potrebbero presto diventare undici se venisse confermato l'avvistamento di tre cuccioli sui rilievi delle Mainarde, tra le province di Frosinone e Isernia. Oltre 40 persone fra guardie di sorveglianza, operatori dell'area protetta e volontari, stanno partecipando al censimento coordinate dall’Ente Parco e dal Dipartimento di Biologia dell'Università “La Sapienza” di Roma in un'operazione che ricalca una tecnica di appostamento e rilevazione già sperimentata negli Stati Uniti studiata appositamente per non disturbare gli orsi, animali molto sensibili alle interferenze dell'uomo.  Sebbene la notizia sia stata accolta con ottimismo e faccia sperare in una ripresa della popolazione, gli esperti ricordano che le femmine non partoriscono ogni anno e, pertanto, quello in corso potrebbe essere "solo" un anno particolarmente fortunato. I cinquanta orsi del Parco d'Abruzzo, infatti, devono ancora difendersi da molteplici rischi, fra cui gli impatti accidentali con le automobili, i veleni dispersi e il bracconaggio. Un connubio di cause che negli ultimi dieci anni hanno provocato la morte di ventiquattro esemplari.  Il presidente e commissario del Parco d’Abruzzo, Giuseppe Rossi, per aiutare un'ampliamento della popolazione, chiede un ampliamento della zona di riserva integrale oltre a un controllo più attento del turismo al fine di minimizzare il disturbo ai plantigradi. Una proposta che Rossi rivolge alle autorità è di posticipare di un mese la caccia al cinghiale nelle zone confinanti con l'area protetta per lasciare tranquilli gli orsi, che nel mese di ottobre mangiano abbondantemente per accumulare le riserve di grasso che gli permetteranno di sopravvivere durante il letargo.  (fonte: Natura)



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