venerdì, giugno 24, 2011


Oceani depredati dalla pesca: ecosistema al collasso



Ieri è stato reso noto il rapporto The Implementation of UNGA Resolutions 61/105 and 64/72 in the Management of Deep-Sea Fisheries on the High Seas da dove emerge chiaramente che la situazione di impoverimento ittico degli Oceani è molto più grave del previsto, tanto che per molte specie si paventa l’estinzione. Ecoblog lo anticipava qualche giorno fa.



Il lavoro è stato redatto da un gruppo di scienziati internazionali per volere dell’Ipso e guidati da Alex Rogers direttore scientifico e Senior Research Fellow all’ Institute of Zoology di Londra. Il rapporto descrive le gravi carenze nell’attuazione delle risoluzioni dell’Assemblea Generale dell’ONU progettate per proteggere le profondità oceaniche dall’impatto distruttivo della pesca. Secondo il Dott. Rogers: Per la maggior parte del pescato vi è poca o nessuna informazione sullo stato degli stock e in molti casi noi non sappiamo nemmeno cosa viene catturato e dove.



IPSO sta attualmente compilando un rapporto sullo stato globale di salute degli oceani che sarà pubblicato nel 2012. Ma dalle prime analisi, fa sapere Rogers, già si evince che la salute degli oceani versa in uno stato critico e spiega:
Ci riguarda tutti, perché – proprio come il clima – l’Oceano costituisce uno dei sistemi operativi chiave del nostro pianeta. Crea più della metà del nostro ossigeno, sistemi meteorologici e modula l’atmosfera, oltre a fornirci risorse vitali. Tutti i fattori di stress che abbiamo messo in – dalla pesca eccessiva all’inquinamento – hanno contribuito alla sua cattiva salute. La situazione è ormai così grave che si sta alterando la chimica dell’Oceano, con un forte impatto sulla vita marina e il funzionamento degli ecosistemi marini. L’oceano ha già assorbito oltre l’80% del calore aggiunto al sistema climatico e circa il 33% dell’anidride carbonica. Gli ecosistemi sono al collasso, le specie sono spinte verso l’estinzione a causa della distruzione degli habitat naturali. Gli scienziati ritengono che ci sia ancora tempo per evitare cambiamenti irreversibili e catastrofici per i nostri ecosistemi marini, ma che questo richiede un’azione drastica entro un decennio.
fonte: ecoblog.it


 



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