L’importanza della bioeconomia sta rapidamente aumentando in tutto il
mondo e in particolare in Europa. Secondo Maive Rute, numero uno del
settore biotecnologie, agricoltura e alimentazione della Direzione
generale ricerca e innovazione della Commissione europea, «Con la
popolazione mondiale che raggiungerà i 9 miliardi nel 2050 e la
diminuzione delle risorse fossili, l’Europa deve rivedere la sua
gestione e l’uso delle risorse biologiche rinnovabili. L’esaurimento
delle risorse fossili, dalle quali l’economia europea dipende in larga
misura, richiede uno spostamento verso una nuova società
post-petrolifera.
Con la sua natura trasversale – continua Rute – la bioeconomia offre
un’opportunità unica per affrontare le sfide complesse e interconnesse,
oltre a raggiungere la crescita economica. Può aiutare l’Europa a
realizzare la transizione verso una società più efficiente nell’uso
delle risorse, che si basi più fortemente sulle risorse biologiche
rinnovabili per soddisfare le esigenze dei consumatori, la domanda
dell’industria e affrontare il cambiamento climatico. La bioeconomia UE
ha già un fatturato di circa 2 trilioni di euro e impiega più di 22
milioni di persone, pari al 9% dell’occupazione totale nell’Ue.
Comprende l’agricoltura, la silvicoltura, la pesca, la produzione
alimentare, nonché settori della chimica, delle biotecnologie e delle
energie. Comprende la produzione sostenibile di risorse biologiche
rinnovabili e la loro conversione, così come quella dei flussi di
rifiuti in bioprodotti, biocarburanti e bioenergia».
Nessun commento:
Posta un commento