Sardegna, l'olio sulla costa nord
chiesto lo stato di emergenza
La marea nera dell'olio combustibile finito in mare l'11 gennaio scorso nello scalo industriale di Porto Torres ha raggiunto varie coste del nord Sardegna. Le più interessate sono Santa Teresa di Gallura e Aglientu. Il Parco della Maddalena smentisce la contaminazione ma chiede lo stato di emergenza assieme alla Provincia
La marea nera dell'olio combustibile finito in mare l'11 gennaio scorso nello scalo industriale di Porto Torres ha raggiunto varie coste del nord Sardegna. I territori più interessati sono quelli di Santa Teresa di Gallura e Aglientu. Le aree sono inserite nella Rete Natura 2000, e sono limitrofe al Parco Nazionale Arcipelago La Maddalena e alla Riserva delle Bocche di Bonifacio in territorio francese. Il presidente della Provincia di Olbia-Tempio, Fedele Sanciu, ha chiesto al ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, di dichiarare lo stato di emergenza nazionale. Il governo, con il ministro Prestigiacomo, riferirà mercoledì 26 gennaio, alle 15, in Commissione Ambiente della Camera sul danno ambientale provocato dallo sversamento sulla costa del Nord Sardegna. Per il deputato Mauro Pili (Pdl), che nei giorni scorsi aveva chiesto al ministro di riferire alle Camere e di attivare tutte le iniziative necessarie sia per arginare il disastro che per la bonifica dell'intera area costiera, lo Stato si deve costituire parte civile per il risarcimento del danno provocato alla costa e agli enti locali danneggiati.
Intanto dal Parco nazionale dell'Arcipelago della MAddalena arriva la smentita di una contaminazione delle acque dell'area protetta. "Non sono stati riscontratifenomeni di contaminazione, sebbene le condizioni meteo avverse e i possibili movimenti di corrente non escludano nelle prossime ore, purtroppo, il pericolo di spostamento della chiazza inquinante anche nelle acque dell'Arcipelago" spiega il presidente Giuseppe Bonanno, nella nota inviata al ministero dell'Ambiente e a tutti i soggetti istituzionali coinvolti. L'ente parco però si affianca alla provincia di Olbia-Tempio nel chiedere lo stato d'emergenza coinvolgendo prefettura di Sassari, Regione e Capitaneria di porto al fine di intensificare i controlli a mare ed evitare il sopraggiungere di sostanze inquinanti nel perimetro del Parco.
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