NAPOLI: LE MEDAGLIE VERDI
Nonostante la morsa della ‘munnezza’, Napoli riesce a testimoniare con la propria presenza una vetrina dedicata alle economie verdi, eco-ambientali e vicine alla salvaguardia del territorio. Nonostante le false promesse (le menzogne!!) di Berlusconi. Leggiamo il resoconto sulla selezione dei progetti ‘eco-sostenibili’.
Recentemente sono state consegnate le “medaglie verdi” alle imprese del sud più lungimiranti quanto al rispetto dell’ambiente: giunto alla decima edizione, il “Premio all’Innovazione Amica dell’Ambiente” 2010 è stato assegnato a Napoli nel corso del convegno “Green economy a sud. Riflessioni e storie sul Meridione che ce l’ha fatta”.
Sono stati 230 i progetti in tutta Italia che hanno partecipato quest’anno alla selezione, ma solo in 8 ce l’hanno fatta.
I temi scelti per questa edizione del “Premio all’Innovazione Amica dell’Ambiente” sono stati 4:
Ciclo chiuso delle risorse e nuovi materiali. Dedicato alle imprese che hanno: 1) ridefinito i loro processi produttivi migliorandone l’efficienza energetica o adoperandosi per la riduzione delle emissioni di CO2; 2) avviato il riutilizzo di scarti di processo in maniera innovativa; 3) brevettato ed avviato la produzione di materiali sostitutivi non pericolosi; 4) attivato sinergie con il territorio per l’acquisizione delle materie prime e delle conoscenze.
La filiera delle energie rinnovabili. Categoria dedicata agli innovatori ed alle imprese che, congiuntamente all’installazione ed alla gestione di impianti di energia da fonti rinnovabili, producono e/o implementano in Italia tecnologie, prodotti e processi per la generazione di energia da fonti rinnovabili con alto contenuto di innovazione. In particolare, l’attenzione è stata rivolta a quelle aziende che investono in attività di ricerca ed innovazione industriale con l’obiettivo di individuare, sviluppare ed industrializzare prodotti, processi e servizi nella filiera delle rinnovabili, utilizzando in maniera coordinata incentivi e risorse, nel pieno rispetto della legalità.
Nutrire il pianeta, energia per la vita. Categoria dedicata alle aziende della filiera agro-chimica e della filiera agro-alimentare che: 1) hanno deciso di innovare attraverso investimenti in ricerca e tecnologie per la sostenibilità; 2) hanno fatto sistema con i diversi attori preservando la biodiversità; 3) hanno investito nella tutela e nella qualità e sicurezza del cibo, innovando o avviando l’innovazione nel campo della conservazione degli alimenti tramite l’utilizzo di nuovi imballaggi e tecnologie.
Abitare sostenibile. La sezione dedicata a materiali, tecnologie e soluzioni, servizi e sistemi che assicurano agli edifici una elevata qualità abitativa e sostenibilità ambientale.
Andrea Poggio, vicedirettore generale di Legambiente, ritiene che “ll successo del nostro premio, anche al Sud, è la prova che per la “Green Economy” la crisi ha rappresentato solo un rallentamento nella crescita. E’, dunque, da qui che inizierà la ripresa. Ci domandiamo quanto tempo ci vorrà perché il governo se ne accorga e scommetta, come fa l’Europa, in una Italia sempre più verde”.
Alcuni dati: le “ecoindustrie” da sole fatturano in Europa 319 miliardi di euro (2,5% della produzione complessiva); un incremento annuo dell’8% che rende questo settore uno dei più dinamici del continente (fonte: Bilbao Declaration 2010). Inoltre, una ricerca sostiene che se si dedicasse il 3% del Pil dell’Unione Europea alla Ricerca & Sviluppo entro il 2020, si potrebbero creare 3,7 milioni di posti di lavoro e, nel 2025, un incremento annuo del Pil vicino agli 800 miliardi di euro (P. Zagamè 2010 – The Cost of a non-innovative Europe); in questo panorama sono comprese anche le aziende che fanno eco-innovazione in Italia.
Secondo Aldo Romario Fumagalli, presidente della Commissione Sviluppo Sostenibile di Confindustria, “un migliore utilizzo delle risorse e l’uso di energie rinnovabili non solo permette di mantenere adeguati livelli competitivi, ma, anzi, di aumentarli ed individuare nuove occasioni di crescita aziendale”.
(Fonte: Ecquologia)
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