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sabato, aprile 19, 2014
giovedì, aprile 17, 2014
COMUNICATO STAMPA
ASSEDIATI dall’AMIANTO
(LA STRADA CHE C’E’……………MA NON C’E’)
Ufficialmente non è mai stata inaugurata e quindi per le autorità
regionali e provinciali non esiste.
Spesi milioni di euro ma, già ridotta ad un rottame: frane, rovi, mancanza
di segnaletica, l’unica esistente è un
grandissimo DIVIETO di transito, per il
resto……….. una discarica a cielo aperto.
La località è la Fondo Valle Castellelce, strada
extra-urbana secondaria che doveva congiungere la F.V. Trigno alla F.V.
Biferno, mai completata. La discarica in agro di San Felice del Molise,
dalla visura catastale la particella sui cui insistono alcune discariche
abusive è di proprietà della Regione Molise.
Da poco tempo invece è diventata anche pericolosa in quanto qualche
“delinquente” ha pensato bene di scaricare lastre di ETERNIT sulla strada
invece di smaltirle in modo corretto.
Il Sindaco del comune di San Felice del Molise ha già sollecitato la
bonifica del sito.
Chiediamo
all’Assessore all’Ambiente della Regione Molise (proprietaria del fondo) di
intervenire affinchè l’area in questione venga bonificata.
Sono trascorsi
oltre 20 anni da quando l’Italia, con la legge 27 marzo 1992 n. 257, ha bandito l’estrazione, l’importazione e
l’utilizzo dell’amianto ma, sull’asbesto non c’è cultura della salute e della
legalità.
Ormai è
chiarissimo che pretendere che lo
smaltimento venga pagato dai privati, ha come conseguenza l’abbandono del
materiale pericoloso e, fin quando lo Stato o le Regioni non si faranno carico
dei costi di smaltimento e recupero la situazione ambientale si aggraverà
ancora di più.
Sono inoltre necessari controlli sullo
smaltimento, non solo dei rifiuti pericolosi e speciali, ma anche sugli scarti di edilizia che vengono
abbandonati quotidianamente sul territorio. I comuni dovrebbero in questo caso
verificare lo smaltimento corretto di tali materiali.
Non si possono
smantellare tetti o capannoni in eternit e non sapere che fine fanno quegli
scarti, non si possono ristrutturare edifici o case senza sapere dove siano
stati smaltiti gli inerti.
li 17 aprile
2014
Il Presidente
Luigi Lucchese
martedì, aprile 15, 2014
RACCOLTA DIFFERENZIATA
ISOLA ECOLOGICA
Un'isola ecologica, o ecopiazzola, è un'area recintata e
sorvegliata, attrezzata per la raccolta differenziata dei rifiuti, disponibile in molti comuni italiani.
I cittadini possono portare anche rifiuti non smaltibili tramite il normale
sistema di raccolta, tipo i rifiuti ingombranti o pericolosi.
L'utilità principale è quindi quella di evitare lo smaltimento in discarica,
per recuperare risorse e tutelare meglio l'ambiente.
Per motivi ambientali, igienici e di decoro urbano, da parte delle
amministrazioni più sensibili alle tematiche ambientali e rispettose delle
normative CE si va sviluppando la tendenza all'eliminazione dei cassonetti stradali, procedendo invece alla
raccolta dei rifiuti "porta a porta". Questa scelta comporta la
necessità di realizzare, nell'area comunale di competenza, delle piattaforme -
le isole ecologiche appunto - in cui le persone possano smaltire quei rifiuti
che non vengono raccolti a domicilio.
Nelle immagini vediamo quello che viene raccolto a Guglionesi,
FULGIDO ESEMPIO DA NON IMITARE.
sabato, aprile 12, 2014
LA STRADA CHE C’E’……………………………MA NON C’E’
Ufficialmente non è mai stata inaugurata e quindi per le autorità
regionali e provinciali non esiste.
Spesi milioni di euro ma, già ridotta ad un rottame: frane, rovi, mancanza
di segnaletica, l’unica esistente è un
grandissimo DIVIETO per il resto……….. una discarica a cielo aperto.
La località è la Fondo Valle Castellelce, strada
extra-urbana secondaria che doveva congiungere la F.V. Trigno alla F.V.
Biferno, mai completata. La discarica in agro di San Felice del Molise dalla
visura catastale la particella sui cui insistono alcune discariche abusive è di
proprietà della Regione Molise.
Da poco tempo invece è diventata anche pericolosa in quanto qualche
“delinquente” ha pensato bene di scaricare lastre di ETERNIT sulla strada
invece di smaltirle in modo corretto.
Le istituzioni sono state interpellate ma silenzio assoluto anzi qualche
ente ha risposto in modo indispettito: non è di nostra competenza e non disturbateci più (più o meno la risposta è
stata questa).
La presenza di manufatti in cemento-amianto (meglio conosciuto come "eternit") genera apprensione e
preoccupazione in considerazione dei rischi per la salute che possono derivare dall'esposizione
a fibre di amianto in essi contenute. Occorre tenere
presente che il rischio dipende dalla
probabilità di rilascio di fibre di amianto in aria e/o nel suolo,
Già nei primi Anni 60 era noto in tutto il mondo che la
polvere di amianto, generata dall'usura dei tetti, provocasse una grave forma
di cancro, il mesotelioma pleurico, oltre che asbestosi, malattia polmonare
cronica dovuta all'inalazione di fibre di amianto. Nonostante questo si
continuò a produrre oggetti in eternit fino al 1986. Solo dal 1992 è vietata in
Italia l'estrazione, l'importazione, l'esportazione, la commercializzazione e
la produzione.
Per legge lo smantellamento di tetti o
altri manufatti che contengono amianto è obbligatoria solo se si trovano in uno
stato di degrado tale da poter formare delle particelle che possono essere
inalate. Quindi, ci sono diverse costruzioni ancora non smaltite. In ogni caso
la legge vieta di abbandonare nell'ambiente oggetti in fibrocemento a base di
amianto o di smaltirli con i normali rifiuti.
Il Sindaco di San Felice del Molise si è subito attivato
ma, ad oggi, nessun risultato.
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