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venerdì, aprile 29, 2011

Conto energia, no dalle Regioni

A quasi due mesi dal varo del decreto ammazza rinnovabili e a poche settimane dalla scadenza della validità del terzo conto energia, la nuova normativa sull’incentivazione dell’energia fotovoltaica stenta ancora prendere corpo lasciando nell’incertezza un settore produttivo da oltre 100 mila addetti. A nulla sono valse le proteste, uno sciopero dei lavoratori del settore, i richiami della Commissione Europea e persino una denuncia all’Ue da parte di un gruppo di operatori internazionali.


La decisiva riunione della Conferenza Stato-Regioni svoltasi oggi si è conclusa con una fumata nera. Le Regioni, malgrado avessero chiesto un rinvio pretendendo modifiche alla bozza proposta dal governo la settimana scorsa, hanno ribadito infatti il loro parere contrario al testo messo sul tavolo dai ministri dello Sviluppo Economico Paolo Romani e dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Una bocciatura appena addolcita dall’ammissione da parte del presidente della Conferenza Vasco Errani che se non altro “sono stati fatti dei passi avanti”.



A spingere le Regioni a un giudizio negativo sul decreto, ha chiarito Errani, sono stati soprattutto due punti. “Il decreto così com’è non risolve il problema dei diritti acquisiti rispetto al decreto dell’agosto scorso (terzo conto energia, ndr) e la questione della riduzione degli incentivi che secondo noi è troppo brusca e di cui abbiamo proposto una rimodulazione”. I ministri avrebbero invece accolto la richiesta dei governatori di collegare gli investimenti sul fotovoltaico alla bonifica dei tetti di amianto.



Come al solito il governo ha fatto comunque buon viso a cattiva sorte. “Io guardo il bicchiere mezzo pieno”, ha commentato il sottosegretario allo Sviluppo Stefano Saglia. “Qualcuno – ha aggiunto – ha strillato troppo e nessuno fallirà a causa dei provvedimenti del governo”. Saglia ha ribadito quindi che “domani arriverà la firma dei ministri, avremo molti altri decreti da fare sulle rinnovabili, quindi ci saranno occasioni per correggere le norme in corso d’opera e ritrovare la condivisione piena delle regioni”.



Una dichiarazione che annuncia quindi un ulteriore lungo periodo di incertezza, esattamente la situazione più temuta da imprenditori e investitori. Il decreto inoltre, stando a quanto confermato da Saglia, fisserà una proroga del vecchio regime incentivante da fine maggio (scadenza fissata con l’ammazza rinnovabili dello scorso marzo) a fine agosto. Dimostrando così che il governo ha già dimenticato come uno dei problemi che hanno gettato nel caos il fotovoltaico è stata proprio una precedente proroga (il cosiddetto Salva Alcoa), responsabile di una corsa speculativa ad accaparrarsi le ultime tariffe maggiorate.



A testimoniare il pressapochismo del governo, che aveva solennemente promesso il varo della nuova normativa entro fine marzo, c’è del resto anche l’ennesima pessima figura rimediata dal ministro Prestigiacomo che proprio pochi istanti prima che Errani ufficializzasse la bocciatura da parte delle Regioni annunciava esultante: “Con le regioni c’è un accordo su quasi tutto”.

martedì, aprile 26, 2011


Chernobyl, 25 anni fa la tragedia
Nel 1986 il disastro nucleare che fece migliaia di morti. Veglie a Kiev, proteste in Germania e in Francia



Sono iniziate nella notte in Ucraina le commemorazioni per il 25esimo anniversario del disastro nucleare di Chernobyl che causò migliaia di morti (quattromila secondo le stime dell'Onu). Alle ore 1.23 locali il patriarca della chiesa ortodossa Kirill ha fatto risuonare la campana di Chernobyl che segna per tradizione l'anniversario dell'incidente. Gli ambientalisti di Greenpeace hanno proiettato immagini sul reattore 4 che esplose il 26 aprile 1986. La deflagrazione e l'incendio che ne seguì sono passati alla storia come il più grande incidente nucleare civile di sempre, con un'emissione di radiazioni nell'atmosfera centinaia di volte superiore a quella delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki. Le conseguenze del disastro interessarono tutto il continente europeo e persistono ancora oggi. E l'anniversario assume maggior valore alla luce di quanto avvenuto a Fukushima dopo il terremoto e lo tsunami che hanno colpito il Giappone lo scorso 11 marzo. I due incidenti nucleari sono «di diversa natura», ci tiene comunque a sottolineare Tokyo. E nel giorno della ricorrenza il presidente russo, Dmitry Medvedev, ha annunciato che proporrà ai Paesi del G8 iniziative concrete per «aumentare la sicurezza delle centrali elettriche nucleari».
 




 BILANCIO CONTROVERSO - A 25 anni dalla catastrofe nucleare della centrale ucraina, a Kiev si tenta l'ennesimo bilancio sulla tragedia e le sue lezioni con una maxi conferenza, dopo la messa-lampo del patriarca e la rapida visita alla centrale dei presidenti di Ucraina e Russia, Viktor Janukovyc e Dmitri Medvedev, i due paesi più colpiti dalla nube radioattiva insieme alla Bielorussia. «La principale lezione è dire la verità alla gente», ha dichiarato il leader del Cremlino. In Russia l'organizzazione Bellona ha incendiato a San Pietroburgo diverse torce che si sono elevate in cielo. Dopo 25 anni, comunque, il bilancio della catastrofe suscita ancora controversie. Le autorità ucraine stimano che un totale di 5 milioni di persone abbia sofferto le conseguenze della tragedia. Per Greenpeace il numero varierebbe da 100 mila a 400 mila. In particolare, uno studio pubblicato nel 2006 indica che sulla base delle statistiche oncologiche nazionali della Bielorussia, i casi di cancro dovuti alla contaminazione di Chernobyl sono stimati in 270mila di cui 93mila letali nei settant'anni successivi all'incidente. Ma l'Unscear, la commissione scientifica dell'Onu per gli effetti delle radiazioni nucleari, riconosce solo 31 vittime dirette dell'incidente, tra operatori e pompieri. E nel suo rapporto dello scorso febbraio fissa a 6000 i casi di cancro alla tiroide (di cui 15 mortali), riconoscendolo come unica conseguenza diretta del disastro. Il problema è che è mancato lo screening sanitario. »Studi indipendenti condotti in Ucraina, Russia, Bielorussia e in altri Paesi dimostrano che le conseguenze all'esposizione anche a un basso livello di radiazioni sono molto più allarmanti di quello che la comunità internazionale vuole accettare«, sostiene Aleksander Glushcenko, un fisico nucleare autore di tre libri su Chernobyl.
 



  ITALIA - In Italia, alle prime luci dell'alba, attivisti di Greenpeace hanno trasformato il Circo Massimo in un memoriale a cielo aperto piantando duemila croci per ricordare le vittime della tragedia nucleare. «Queste croci ricordano simbolicamente le vittime di Chernobyl - ha spiegato Salvatore Barbera, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace Italia -, ciò che abbiamo imparato dall'incidente è che l'energia nucleare è troppo pericolosa per avere un futuro. Una lezione che molti governi, compreso il nostro, si ostinano a ignorare».

FRANCIA E GERMANIA - Quasi 150 mila anti-nuclearisti sono scesi in piazza lunedì in varie località attorno a 12 siti nucleari tedeschi e nei pressi di due centrali nucleari francesi per chiedere la chiusura di tutti gli impianti. Una protesta con un migliaio di manifestanti è andata in scena anche sul ponte sul Reno che collega Francia e Germania, tra Strasburgo e Kehl. È in Germania, dove gli anti-nuclearisti sono numerosi e ben organizzati, che si sono svolti i cortei e i raduni più importanti. L'obiettivo era quello di convincere la cancelliera Angela Merkel a chiudere definitivamente le centrali esistenti. Per il momento la signora Merkel ha congelato per tre mesi ogni decisione sul prolungamento della vita di alcuni impianti. Dopo l'incidente provocato dal sisma e dallo tsunami dell'11 marzo alla centrale nucleare giapponese di Fukishima, i militanti tedeschi stanno guadagnando popolarità. Nei pressi dei siti dove si sono tenute le manifestazioni sono state piantate numerose croci di legno in ricordo delle vittime del catastrofico evento che ha colpito il Giappone. Le manifestazioni si sono svolte a Gronau, nel nord est della Germania, dove 10 mila persone hanno chiesto la chiusura del sito, a Biblis (sud-ovest, con 15 mila partecipanti), a Kruemmel (nord, 17 mila), a Grohnde (nord-ovest, 20 mila) e Grafenrheinfeld (sud, 15 mila). Circa 20 mila persone hanno manifestato anche a Fassenheim, nella regione francese dell'Alsazia, e 3 mila attorno alla centrale di Cattenom, in Lorena.
Fonte Corriere della sera.it


 



lunedì, aprile 25, 2011


Controlli antimafia nei cantieri dell’acquedotto molisano da parte della DIA di Napoli


 


Controlli sono stati eseguiti dagli agenti del Centro operativo della Direzione investigativa antimafia di Napoli con i rappresentanti del gruppo Interforze istituito presso l’ufficio territoriale del governo di Campobasso all’interno del cantiere di lavorazione per l’acquedotto molisano centrale. I controlli sono stati eseguiti dalla Dia su delega del prefetto di Campobasso allo scopo di verificare eventuali infiltrazioni di ditte legate alla criminalita’ organizzata campana o pugliese nell’appalto che ammonta a circa 56 mln di euro. Durante l’attivita’ ispettiva sono state controllate 12 persone, 12 tra auto e mezzi del cantiere e 7 imprese esecutrici. La Dia come e’ noto e’ da tempo impegnata anche nel monitoraggio dei lavori di realizzazione delle grandi opere pubbliche situate nella provincia di Campobasso rientranti nella ‘legge obiettivo’. La finalita’ dell’accesso e’ quella di scongiurare eventuali infiltrazioni camorristiche ma anche possibili condizionamenti controllando periodicamente le imprese, gli uomini e i mezzi operanti nel cantiere e attuando idonee metodologie di polizia giudiziaria che confluiscono in relazioni periodiche inviate al prefetto di Campobasso, Stefano Trotta.
fonte: Nuvole in rete



 



sabato, aprile 23, 2011

AMBIENTE BASSO MOLISE
 


  COMUNICATO STAMPA 


 


“GIORNALISTI IN ECOLOGIA”
(visita al nucleo industriale di Termoli)
   
 
 



I ragazzi della scuola media di Montenero di Bisaccia dopo l’intervista al sindaco dott. Travaglini, completano la loro esperienza “di giornalisti in ecologia” recandosi in una della aziende del nucleo industriale di Termoli: la Sorgenia.
La visita si è svolta sotto gli attenti occhi dell’ing.  Enzo De Benedictis  e del vice capo della centrale  Pizzuti Vincenzo, oltre alla preziosa collaboratrice Inge Hausser. Dopo una breve proiezione riguardante quelle che sono le pecularietà dell’azienda, i due responsabili sono stati letteralmente sommersi dalle domande dei giovani allievi, peraltro molto attinenti all’ambiente e alla salute umana.
Importanti gli aspetti tecnici e ambientali toccati,  molte le domande tra cui quella relativa alle emissioni in atmosfera oltre i limiti consentiti dalla legge a cui i responsabili hanno risposto in modo categorico: la centrale si blocca automaticamente.
Di certo la centrale di Termoli a  Ciclo Combinato è dotata di  una moderna tecnologia ed è considerata la migliore oggi disponibile, sia come rendimento, sia come compatibilità ambientale. Le emissioni di anidride carbonica e ossidi di azoto si riducono di circa il 70% con l’impianto a ciclo combinato.
L’impianto di Termoli ha conseguito la Certificazione Integrata Ambiente e Sicurezza e la registrazione EMAS.
L’informazione sullo stato e sull’evoluzione dell’ambiente e del territorio è un passaggio obbligato per le giovani generazioni, essi devono conoscere e comprendere tutti i problemi legati al territorio e all’ambiente  e questo non può prescindere da una visione partecipata, responsabile e attiva.
I ragazzi, entusiasti della loro esperienza, dedicheranno una pagina nel giornale di scuola  a questa visita. Il progetto “Giornalisti in ecologia” è curato da Ambiente Basso Molise e viene svolto in collaborazione del CDS il Melograno di Larino. Il progetto è svolto dai ragazzi e dagli insegnanti  in orario extra scolastico e, pertanto, l’interesse per i temi che riguardano l’ambiente e il territorio travalicano la normale attività didattica.
 
 li 22 aprile 2011
 
                                                                             Il Presidente
                                                                           Luigi Lucchese



 

AMBIENTE BASSO MOLISE
 


COMUNICATO STAMPA 



“GIORNALISTI IN ECOLOGIA”
(visita al nucleo industriale di Termoli)

 



I ragazzi della scuola media di Montenero di Bisaccia dopo l’intervista al sindaco dott. Travaglini, completano la loro esperienza “di giornalisti in ecologia” recandosi in una della aziende del nucleo industriale di Termoli: la Sorgenia.
La visita si è svolta sotto gli attenti occhi dell’ing.  Enzo De Benedictis  e del vice capo della centrale  Pizzuti Vincenzo, oltre alla preziosa collaboratrice Inge Hausser. Dopo una breve proiezione riguardante quelle che sono le pecularietà dell’azienda, i due responsabili sono stati letteralmente sommersi dalle domande dei giovani allievi, peraltro molto attinenti all’ambiente e alla salute umana.
Importanti gli aspetti tecnici e ambientali toccati,  molte le domande tra cui quella relativa alle emissioni in atmosfera oltre i limiti consentiti dalla legge a cui i responsabili hanno risposto in modo categorico: la centrale si blocca automaticamente.
Di certo la centrale di Termoli a  Ciclo Combinato è dotata di  una moderna tecnologia ed è considerata la migliore oggi disponibile, sia come rendimento, sia come compatibilità ambientale. Le emissioni di anidride carbonica e ossidi di azoto si riducono di circa il 70% con l’impianto a ciclo combinato.
L’impianto di Termoli ha conseguito la Certificazione Integrata Ambiente e Sicurezza e la registrazione EMAS.
L’informazione sullo stato e sull’evoluzione dell’ambiente e del territorio è un passaggio obbligato per le giovani generazioni, essi devono conoscere e comprendere tutti i problemi legati al territorio e all’ambiente  e questo non può prescindere da una visione partecipata, responsabile e attiva.
I ragazzi, entusiasti della loro esperienza, dedicheranno una pagina nel giornale di scuola  a questa visita. Il progetto “Giornalisti in ecologia” è curato da Ambiente Basso Molise e viene svolto in collaborazione del CDS il Melograno di Larino. Il progetto è svolto dai ragazzi e dagli insegnanti  in orario extra scolastico e, pertanto, l’interesse per i temi che riguardano l’ambiente e il territorio travalicano la normale attività didattica.
 
 li 22 aprile 2011
 
                                                             Il Presidente
                                                          Luigi Lucchese


 



























 
 

venerdì, aprile 22, 2011


10mila morti in piu’ in 8 anni nei siti inquinati


 


Tra il 1995 e il 2002 sono stati circa 10mila i morti in più nelle 44 aree fortemente inquinate italiane censite dal progetto Sentieri, i cui primi risultati sono stati presentati  a Roma nel corso di un convegno organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità. La stima provvisoria è stata fornita da Marco Martuzzi del centro Europeo per la Salute e l’Ambiente dell’Oms che ha collaborato al progetto. “Questo è il dato dei morti in più rispetto alla media regionale nelle zone prese in esame – ha precisato Marcuzzi – di sicuro molti di questi sono dovuti alla contaminazione, ma cisono anche altri fattori, e dire esattamente quanti sono stati causati dall’inquinamento è impossibile”.



Secondo le cifre presentate dall’esperto circa metà delle morti (il 43%) è stata causata da tumore, la cui frequenza è aumentata del 3,7%, mentre il 19% é dovuto a malattie cardiocircolatorie e il 16% da patologie dell’apparato digerente. Tra i tipi di cancro più diffusi il prevalente è quello ai polmoni (45%), seguito da quello del fegato (11%). Dai dati diffusi durante il convegno emerge che su 44 siti esaminati dal progetto, per un totale di circa 6 milioni di persone in 298 comuni, 24 hanno visto un aumento della mortalità assoluta rispetto alla media regionale per le 63cause di morte prese in esame, mentre in 28 è risultata più alta la mortalità per tumore: “In alcuni casi – spiega Pietro Comba, epidemiologo dell’Iss – come quello di Manfredonia,abbiamo visto che nonostante negli anni ‘70 ci sia stata una forte contaminazione da arsenico, che fa si’ che questo sito sia fra quelli monitorati, la mortalità sia risultata minore, per effetto della bonifica. In altri siti, invece, come quello di Taranto, la mortalità è risultata più alta da tutti i punti di vista”.fonte: ansa.it/ambiente
 




mercoledì, aprile 20, 2011


Nimby, gli italiani si scoprono anti-rinnovabili



MILANO– E a pensare che sono nate da un’idea di Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica, che da sempre è un fervente sostenitore delle centrali a biomasse, perché producono energia da materiali di origine organica senza aumentare l’anidride carbonica presente nell’aria. Ma ad essere guardati con sospetto, scontando gli effetti perversi provocati dalla cultura Nimby (not in my back yard, «non nel mio giardino») ora sono anche gli impianti eolici (sono 29 le contestazioni riscontrate nel 2010) e fotovoltaici (nove manifestazioni di protesta da parte di comitati di varia estrazione nell’anno passato).



L’INDAGINE– A rivelarlo l’Osservatorio Nimby, il termometro delle contestazioni ambientali in Italia, promosso dall’istituto di ricerca Aris. Che mette subito in risalto come la nascita di fenomeni spontanei, la creazione di comitati in seno alla società civile, spesso la sponda dei partiti politici, stia aumentando anno per anno la massa critica (e la capillarità sul territorio) delle contestazioni in materia ambientale. Nell’occhio del ciclone soprattutto il settore elettrico (il 58% del monte complessivo dei fenomeni di agitazione provengono da qui), a seguire i rifiuti (nel 32,5% dei casi) e molto di meno – e questo è un paradosso – le infrastrutture (5,3%) e gli impianti industriali (4,1%), quelli che teoricamente presentano un maggiore impatto ambientale.



LE RAGIONI – Popolo disinformato o semplicemente animato da una smania di rivalsa nei confronti di una classe politica che percepisce distante? Oppure una patria di sobillatori pronti a contestare ogni progetto sul territorio? Dice Alessandro Beulcke, presidente Aris, che il tutto è frutto di una serie di concause: «poca comunicazione, media disinformati, aziende reticenti, scarsa partecipazione ai progetti e soprattutto politica del consenso a breve termine». Se i corpi intermedi non svolgono il ruolo di depositari delle richieste dal basso e finiscono per canalizzare il dissenso, colpa è anche della poca conoscenza riguardo all’impatto ambientale degli impianti. Scrive il report di Aris che «le centrali a biomasse vengono confuse con gli inceneritori e la logica della contestazione tout court colpisce soprattutto i progetti ancora da realizzare (nel 62,8% dei casi, ndr.), spesso in attesa di ricevere le autorizzazioni necessarie o addirittura al mero stato di ipotesi».
 



LA POLITICA– Il termine chiave qui è Nimto (Not in my term of office, «non durante il mio mandato elettorale»), il trionfo del consenso a breve termine: sono sempre più i movimenti politici sul territorio a strumentalizzare la sindrome Nimby per fini elettorali. Ingolfando così la macchina amministrativa e provocando una serie di veti incrociati tra gli enti pubblici interessati alla realizzazione di un’opera in una determinata comunità. E se nella percezione dell’opinione pubblica i campioni del dissenso sono da sempre movimenti ambientalisti e no-global (culturalmente più vicini alla sinistra, per questo definita antagonista) la ricerca Aris finisce per smentire anche quest’ultimo luogo comune: le giunte comunali di centro-destra sono contrarie percentualmente quasi come quelle di centro-sinistra (19,1% contro 20,8%). Ma i campioni del Nimby sono soprattutto le liste civiche, che nascono trasversalmente agli schieramenti e alle ideologie e finiscono per polarizzare la protesta, sedimentando le spinte carsiche provenienti dalla società civile.



fonte: corriere.it


 



  

martedì, aprile 19, 2011

AMBIENTE BASSO MOLISE
 
 


COMUNICATO STAMPA


 
 


“NON BEVIAMOCI SU! ACQUA IERI, OGGI, DOMANI”
 



è il nuovo progetto di educazione ambientale messo in campo da Ambiente Basso Molise, per promuovere una “cultura ambientale” che evidenzi l'opportunità di ridurre i consumi di un bene prezioso e fondamentale.
Il progetto finanziato dal CDS il Melograno di Larino è aperto a tutte le scuole di ogni ordine e grado.
L'attività permette agli alunni di acquisire nuove e varie conoscenze in virtù della spiccata interdisciplinarietà del lavoro. Lo studio dell’acqua, in particolare, permette di spaziare dalla chimica alla biologia, dalla geografia alla geologia, coinvolgendo tanto l’ambito scientifico quanto quello storico-antropologico.
Particolare attenzione verrà posta allo studio degli interventi umani che si sono succeduti nel tempo e all’analisi dei cambiamenti sopravvenuti nella relazione uomo-fiume-risorsa acqua.
La strategia utilizzata sarà quella “dell’imparare facendo”, relazionandosi ad un contesto complesso,  sviluppando un atteggiamento di ricerca (esplorazione-analisi, elaborazione di ipotesi, verifica delle stesse, rielaborazione e riorganizzazione delle conoscenze acquisite).
Il progetto terminerà il 30/11/2011.  
Gli allievi dell’istituto comprensivo di Petacciato hanno già sperimentato i metodi innovativi dei volontari di Ambiente Basso Molise, con una escursione sul fiume Biferno nella giornata di sabato u.s.
Le scuole interessate potranno contattare i responsabili di Ambiente Basso Molise telefonando al 3397517592 oppure inviando una email ad : ambientebassomolise@yahoo.it

li 18/04/2011
                                                                           Il Presidente
                                                                         Luigi Lucchese


 



lunedì, aprile 18, 2011


La città di Strasburgo vota la chiusura della centrale nucleare di Fessenheim
 



Dopo le numerose manifestazioni, almeno 3 in quest’ultimo mese, la Municipalità di Strasburgo ha votato una mozione per la chiusura della centrale nucleare di Fessenheim. E’ probabilmente la prima volta che una comunità così consistente, ossia la città di Strasburgo, si pronuncia, unanimemente, senza destra né sinistra contro una centrale nucleare.



La mozione va ben oltre e si legge nel testo che da qui alla fine dell’anno la centrale deve essere chiusa, qualunque siano i risultati degli stress test. La destra dell’UMP che pure ha votato per la chiusura di Fessenheim spiega: Il fatto che una centrale giunga alla fine della sua vita e debba essere fermata non significa che bisogna rinunciare all’uso di elettricità nucleare in Francia.



La centrale è tra le più vecchie in Francia, ha 34 anni, funziona dal 1977 ma non è stata progettata per avere una lunga attività. Gli stress test imposti dal governo francese dopo l’incidente nucleare di Fukushima Daiichi probabilmente l’avrebbero bocciata. Meglio allora uscirsene alla grande ascoltando ecologisti e Verdi. C’è da dire che la mozione è stata presentata da PS-Verts che hanno la maggioranza.
fonte: ecoblog.it


 



domenica, aprile 17, 2011


PARTITO IL NUOVO PROGETTO:

NON BEVIAMOCI SU! ACQUA IERI, OGGI, DOMANI
 



L'attività permette agli alunni di acquisire nuove e varie conoscenze in virtù della spiccata interdisciplinarietà del lavoro. Lo studio dell’acqua, in particolare, permette di spaziare dalla chimica alla biologia, dalla geografia alla geologia, coinvolgendo tanto l’ambito scientifico quanto quello storico-antropologico.



Particolare attenzione verrà posta allo studio degli interventi umani che si sono succeduti nel tempo e all’analisi dei cambiamenti sopravvenuti nella relazione uomo-fiume-risorsa acqua.

Il progetto è finanziato dal CDS il Melograno di Larino e ricordo che nell'ambito dei progetti presentati dalle Associazioni " Bando di idee 2011", il nostro si è classificato al I° posto ed è stato ammesso a finanziamento.

Gli alunni hanno già studiato l'elemento acqua e come prima lezione siamo andati sul fiume Biferno. Ecco alcune immagini dell'uscita di ieri:



 































 




 

sabato, aprile 16, 2011


Inquinanti atmosferici: a rischio la salute cardiovascolare
 



Un dispositivo già disponibile sul mercato consente di filtrare il 98 per cento degli inquinanti microscopici contenuti negli scarichi dei motori diesel: è il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista Circulation: Journal of the American Heart Association.



L’inalazione di particelle frutto della combustine degli idrocarburi incrementa il rischio di morte per malattie cardiovascolari e polmonari. L’inquinamento atmosferico causa secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità circa 800.000 morti premature all’anno, e sotto accusa sono soprattutto le emissioni dei motori diesel.



“Lo studio era focalizzato sugli effetti cardiovascolari in 19 soggetti di sesso maschile, non fumatori di età media di 25 anni esposti in laboratorio alle emissioni diesel, che possono essere notevolmente contenuti con l’uso dei filtri”, ha spiegato David E. Newby, autore senior dello studio e ricercatore della Università di Edimburgo, in Scozia, che con Anders Blomberg, dell’Umea University, in Svezia, hanno guidato il gruppo internazionale di ricerca.
Obiettivo primario della ricerca era lo studio della capacità dei vasi sanguigni di restringersi e dilatarsi e la formazione e la dissoluzione di coaguli di sangue.
I volontari hanno respirato aria filtrata, emissioni diesel diluite non filtrate ed emissioni diluite passate attraverso un filtro antiparticolato in grado di convertire l’ossido do azoto in biossido di azoto. Le sessioni di inalazione di un’ora erano seguite da esercizi fisici di grado moderato per 15 minuti.
Dall’analisi dei dati, sono emersi diversi risultati:




  • il filtro ha rimosso circa il 98 per cento di tutte le particelle contenute nelle emissioni diesel e il 99,8 per cento di quelle più piccole (meno di un micron di diametro) e più pericolose per la salute


  • rispetto al test con aria filtrata, la dilatazione arteriosa è risultata significativamente ridotta da sei a otto ore dopo l’esposizione alle emissioni diesel non filtrate


  • la tendenza a formare coaguli è risultata differente nei due gruppi: rispetto a coloro che hanno inalato emissioni diesel non filtrati, quelli che hanno inalato emissioni filtrate hanno mostrato una produzione significativamente maggiore di attivatore tissutale del plasminogeno (t-PA), una proteina in grado di dissolvere i trombi


  • in un altro test, è stata registrato un singificativo incremento della capacità coagulativa nel gruppo che aveva inalato gli scarichi diesel rispetto al gruppo che ha respirato aria filtrata. Tra i due gruppi che hanno inalato aria ed emissioni diesel filtrate, rispettivamente, non sono state riscontrate differenze nella capacità coagulativa.



In un articolo di accompagnamento, Robert D. Brook, professore associato di medicina presso la Università del Michigan ad Ann Arbor, ha sottolineato come “lo studio abbia provato un importante pezzo del puzzle di come gli inquinanti atomsoferici possano influenzare negativamente la salute cardiovascolare umana”.
fonte: lescienze.espresso.repubblica.it


 






venerdì, aprile 15, 2011


SANITA’ MOLISE



Negli ultimissimi giorni la propaganda di potere si è fatta più intensa e scientifica. Berlusconi sta correndo in aiuto di tutti quegli alleati traballanti e in difficoltà, che avevano manifestato una certa voglia di distacco. Il Presidente della Regione Molise, Michele Iorio, rientra perfettamente in questo identikit: grane giudiziarie, manifestazioni di piazza, opposizione ringalluzzita e piccole defezioni interne ne stavano minando il potere. Dal Governo centrale partivano nient'altro che schiaffi all'orgoglio sannita


 
 La sanità non funziona, la spesa dei fondi pubblici è a livelli di guardia, soldi per i terremotati nisba... Insomma se qualcosa poteva andare male, andava peggio. E Iorio, come tanti altri, cominciava a dubitare del progetto berlusconiano... Ma fu così che, improvvisamente, il vento cambiò: il Ministro Fitto rivela che il Molise primeggia nella gestione dei fondi Fas (una balla colossale...) e i numeri sanitari sembrano aver cancellato la regione dagli ultimi posti della (mala)graduatoria nazionale...
Partiamo dalla sanità e ripubblichiamo un’intervista in cui Lucio Pastore, medico del Pronto Soccorso di Isernia e profondo conoscitore della realtà locale, svela i giochi di potere, analizza i rapporti di causa-effetto e le possibili soluzioni, racconta i meccanismi di un sistema il cui malfunzionamento è strutturale e, forse, persino calcolato.
  
Partiamo subito forte. Dal 2001 ad oggi - cioè sotto la Presidenza Iorio - il deficit sanitario è schizzato alle stelle.


Il problema della spesa sanitaria riguarda tutte le regioni italiane. L’attenzione dei politici si concentra sui fondi sanità, perché rappresentano il grosso dei fondi regionali, e quindi la via per gestire potere. Se una sanità non è finalizzata a dare risposte ai bisogni della gente, evidentemente è finalizzata ad altro.
Quali sono le cause che hanno generato il debito?
A livello regionale la spesa aumenta per ragioni di clientele che il più delle volte non hanno niente a che fare con i bisogni sanitari. Manca l’analisi dei bisogni della gente.
Ad esempio in Molise, laddove la percentuale di persone anziane è una delle più alte d’Italia, è assurdo avere un’incidenza di strutture per acuti cosi alta - 6 ospedali, 3 cliniche private, 2 centri di ricerca, e via dicendo - e avere una quasi assenza di strutture per cronici.
L’ospedale, che è una struttura che dovrebbe rispondere a delle esigenze di urgenza, di acuzie, viene utilizzata per pazienti cronici, per gli anziani. Questo espande enormemente la spesa, perché il paziente cronico ha bisogno di altro, che costa anche di meno; l’acuto invece ha bisogno di un’intensità di cura con spese molto maggiori e di conseguenza si avrà un trattamento non adeguato a costi più alti, che automaticamente vengono scaricati sulla comunità.
Ci spieghi meglio questo concetto?
Il paziente anziano non ha bisogno di avere un pronto soccorso, un’unità coronaria, un servizio di radiologia 24 ore su 24, o quanto altro sia presente nelle strutture acute, ma ha bisogno di un’alta intensità infermieristica e riabilitativa.
Se invece vengono utilizzare strutture per acuti per trattare questi pazienti cronici, i costi lievitano e l’efficienza della struttura per quel tipo di patologia si abbassa. Se si fosse fatta un’analisi dei bisogni reali del territorio, gran parte delle risorse sarebbero state convertite.
Nel piano sanitario questo bisogno viene esposto solo in linea di principio.
Quali sono gli effetti immediati del debito sanitario sull’utenza?
Con il processo di federalismo, il debito non viene più scaricato in senso generico sullo stato ma si riversa sui cittadini della regione. Ecco quindi che abbiamo l’aumento delle accise sulla benzina, l’aumento delle tasse regionali, la cosiddetta cartolarizzazione del debito sulla sanità, e cioè il trasferire alle generazioni future i debiti che adesso si fanno.
La sanità pesa per l’80% sul bilancio regionale. È di gran lunga la voce più corposa e significativa non solo a livello economico ma anche dal punto di vista della gestione del potere. Ci spieghi la centralità della sanità nei giochi di potere molisani?
Da quando vivo in Molise chi detiene il potere ha sempre posto al centro dei suoi interessi la sanità. Dal ‘95 in poi Michele Iorio non ha mai lasciato la sanità ad altri, ne ha sempre avuto la gestione, sia nel governo di centro-sinistra che nel governo di centro-destra.
Non cedere la sanità significa non cedere il potere locale e spesso le esigenze di alcuni soggetti implicano che, da un punto di vista clientelare, si deve fare quel tipo di struttura anche se non dovesse servire. Questo è sempre successo e continua a succedere.
Veniamo al dunque. Esistono circa 28 TAC ogni 1.000.000 di abitanti, con valori oltre 35 in diverse regioni tra cui il Molise. Questi macchinari costano non meno di € 800.000 cadauno e sono finanziati al 90% da fondi regionali. Sembra quasi che si spenda senza considerare i reali bisogni.
Il potere politico tende a far credere che una pletora di apparecchi, una pletora di diagnostica, possa rappresentare un vantaggio per i cittadini. Invece è un danno immane per due motivi.
Uno economico, perché i costi di gestione per finanziare un apparato eccessivo di diagnosi sono enormi; l’altro culturale, perché frazionando eccessivamente il lavoro le casistiche cliniche nelle singole strutture saranno sempre più basse, e quindi la capacità di esperienza, di creare conoscenza, di fare medicina – che può rappresentare la qualità di un sistema - tenderà a diminuire.
Il PSR 2008-2010 prevede la riduzione dei posti letto senza accorpare le unità operative. Che significa? Quali le conseguenze?
Ridurre i posti letto senza accorpare le unità operative mina ulteriormente l’efficienza delle strutture, senza creare una reale diminuzione dei costi. Per essere più chiari, il costo di un reparto viene dato dal posto letto, poiché su questo gravano infermieri, medici, personale ausiliario e laboratori. Se si passa da venti a dieci posti letto non accorpando le strutture, il risparmio economico è quasi nullo. Questo è quello che stanno facendo attualmente.
Dici che sarebbe più giusto trasformare i piccoli ospedali in altri servizi alla popolazione. Quali?
Posso ipotizzare che delle residenze assistite per anziani siano meglio di ospedali poco efficienti; posso ipotizzare che un’assistenza domiciliare, quindi portata a casa dei pazienti, offra un servizio più valido di quello ospedaliero; posso ipotizzare che gli ospedali di comunità - strutture intermedie gestite dai medici di base - siano più funzionali e legati al territorio rispetto ai nosocomi, che in realtà sono dei pozzi di San Patrizio della spesa pubblica.
Due casi sono emblematici nella malagestione dei posti letto. Partiamo dal primo.
Nell’ospedale di Isernia è presente una U.O.C. di Neurofisiopatologia. Il primario è Nicola Iorio, fratello del Presidente Michele Iorio. La struttura ha 6 posti letto, 4 dirigenti, svariati tra medici, infermieri e tecnici. Praticamente più personale sanitario che malati. Eppure non avrebbe motivo di esistere data la specificità del reparto. Ci spieghi le dinamiche che hanno portato a questo spreco? Chi ci guadagna e chi ci perde?
Per rendere chiaro il problema, bisogna ricordare che la Neurofisiopatologia è una sottobranca della Neurologia, usata per completare alcune indagini, e che non ha posti letto perché agisce da servizio per altri tipi di reparto. Quella di Isernia invece è l’unica struttura con posti letto, perdipiù creata a 15 chilometri dalla Neuromed, l’Istituto di Ricerca ad indirizzo Neurologico di Pozzilli. Secondo logica si dovrebbe presupporre che su questo territorio ci sia una tale incidenza di patologie neurologiche per cui, accanto a un istituto di ricerca, si ha bisogno di creare una nuova struttura di Neurofisiopatologia. Ma la vera ragione per cui il reparto esiste è un’altra: il Dirigente di questa struttura è il fratello del Presidente della Regione.
In origine, al posto dell’attuale Neurofisiopatologia, sorgeva un reparto di chirurgia, il cui primario - il Dottor Berardi - ha sempre desiderato ritornare a Campobasso, la sua città.
E quindi si determina una situazione stranissima.
Si viene a creare politicamente un posto perché Berardi lasci Isernia e vada via; metà della vecchia struttura di chirurgia da lui diretta viene ceduta al fratello del Presidente per creare la Neurofisiopatologia, e l’altra metà viene affidata – per chiara fama – al Dott. Huscher, che porta con sè il figlio del Presidente. I dati sono questi e lascio a voi la conclusione di quali possono essere le tensioni che hanno portato a questa scelta.
Il secondo caso riguarda la dispersione dei 164 posti letto di Chirurgia Generale distribuiti su 9 U.O.C. Perché si tende a creare nuove U.O.C.?
Perché moltiplichi non soltanto i primariati, quindi clienti di calibro grosso, ma anche le sottostrutture, quindi l’apparato medico, l’apparato paramedico e la struttura di rifornimento di materiale. Moltiplicando questi reparti, la gestione politica può avere un’espansione di potere.
Questo avviene per la chirurgia così come per altri casi, laddove le esigenze reali in rapporto ai bacini di utenza non sono rispettate.
Per esempio una chirurgia dovrebbe rispondere ad un bacino d’utenza di almeno 100mila abitanti. Nel Molise ci sono 10 unità operative chirurgiche per 300mila abitanti. Quale può essere la qualità finale di questa organizzazione?
Si è arrivati ad un debito di 600 Ml di € in maniera quasi inspiegabile. Tu proponi la contabilità analitica per centri di costo. Perché? Quali vantaggi porterebbe?
Ogni centro di costo deve avere una contabilità che permetta di sapere quanto si spende per il personale, per gli infermieri, per l’approvvigionamento, per la pulizia, per gli interventi, e nello stesso tempo quali sono i ricavi di questa gestione.
In questo modo si può capire se il debito strutturale è causato da questioni di malasanità o da risposte ad esigenze particolari, ad esempio un’epidemia sul territorio, una catastrofe….
La contabilità analitica per centri di costo è prevista anche dalla legge, la 229, ma guarda caso nessuno vuole applicarla perché renderebbe trasparente il meccanismo di spesa.
Senza avere una analisi dei flussi reali non si potrà fare una efficace analisi di bilancio.
Alcuni infermieri lamentano che il carico di lavoro è distribuito male, che si privilegia l’inserimento di stagisti, quindi di personale poco preparato, e si riduce il personale specializzato. Quali sono le esigenze che stanno dietro una scelta simile?
Gli infermieri mancano non perchè non vengono assunti, ma perché vengono dirottati - per ragioni di clientela - in strutture che probabilmente non ne hanno bisogno. E questo succede abitualmente.
Ecco perché uno dei principi fondamentali per far funzionare una struttura pubblica è quello dei carichi di lavoro, cioè stabilire anche con la controparte quali siano i criteri per la distribuzione della forza lavoro. È chiaro che se nella distribuzione del personale vengono utilizzati metodi ad personam il meccanismo si incepperà.
 
Ecco. Il punto è proprio questo. Qual è il meccanismo?
(Fonte L’Infiltrato)


 



giovedì, aprile 14, 2011


SPRECHI IN MOLISE
MISURE ANTI-CRISI? SI VA NELLO SPAZIO


 


Quando la disoccupazione aumenta vorticosamente (e in particolare quella giovanile), quando la crisi si fa più dura, quando la povertà aumenta e sempre più famiglie sono costrette a chiedere aiuto persino per mangiare, quando il cittadino ha estremo bisogno che le istituzioni facciano davvero qualcosa di concreto, cosa riescono ad inventarsi quei buontemponi molisani? Star Trek è la risposta, si va nello spazio.



Che in teoria non sarebbe neanche una cattiva idea, ma in una regione dove l'agricoltura e lo sviluppo del territorio giocano ancora un ruolo fondamentale, dove le eccellenze industriali sono pressocchè inesistenti e quelle che c'erano hanno chiuso i battenti, dove il tasso di alfabetizzazione è uno dei più bassi d'Italia, in una regione come il Molise l'invenzione del Consorzio Geosat Molise sembra l'ennesima malsana idea per gettare alle ortiche soldi pubblici e creare nuovi meccanismi clientelari.
Sembra così surreale l'idea di un Molise spaziale? Certo che lo sembra, ma la realtà spesso supera la fantasia...
 
 
Molise: 20 milioni di euro per le tecnologie geospaziali - di Warrant Group
 
Coniugare ricerca scientificae sviluppo del territorio, con questo obiettivo la Regione ha dato vita al Consorzio GEOSAT Molise, insieme all'Agenzia Spaziale Italiana, all'Università del Molise e a Telespazio S.p.A. Il progetto tiene conto delle linee guida europee in materia di innovazione e alta tecnologia ed ha il fine di realizzare una struttura scientifico-tecnologica specializzata nel settore geospaziale che generi applicativi interessanti per il mercato globale.
L'iniziativa è finanziata per9 milioni di euro per parte privata, da Telespazio, società selezionata mediante una gara pubblica, e per 11 milioni di euro per parte pubblica, di cui 3 milioni dalla Regione e 8 dal Ministero dell'Università e Ricerca.
Inoltre il Consorzio è diventato partner di un progetto europeo per il controllo nel settore del trasporto nell'ambito del Settimo Programma Quadro, da cui potrebbero derivare ulteriori finanziamenti, mentre la Regione Molise fa parte della rete europea NEREUSche riunisce le Regioni attive nel campo geospaziale.
Collaborazioni significative, come lo sono quelle attivate tra i diversi attori regionali interessati al settore perché, come spiega la Presidente del Consorzio Geosat,Nelida Ancora, "lavorare in sinergia con altre strutture presenti sul territorio consente di realizzare progettazioni che possono attirare finanziamenti aggiuntivi provenienti direttamente dalla UE".
Il ruolo di questo progetto è però anche quello di sostenere "gli attori scientifici e creare crescita occupazione sul territorio", come evidenziato dal Presidente della RegioneIorio, durante il dibattito sul tema "Spazio, innovazione e sviluppo regionale", organizzato l'11 marzo scorso presso l'Incubatore d'impresa di Campochiaro.
In questa occasione il Governatore ha annunciato la prossima emanazione di un bando per l'occupazione di 60 giovani professionisti qualificati nel settore geospaziale.

(Fonte L’Infiltrato)


 



mercoledì, aprile 13, 2011

AMBIENTE BASSO MOLISE
Via Alpigiano, 10
86034 GUGLIONESI
 
                                                                          REGIONE MOLISE
                                                                          Presidente MICHELE IORIO
                                                                         Via XXIV Maggio
                                                             86100 CAMPOBASSO
 
 
                                                            PROVINCIA DI CAMPOBASSO
                                                                        Presidente Nicola D’Ascanio
                                                                       Via Roma 43
                                                            86100 CAMPOBASSO
 
 
                                                                      CAPITANERIA DI PORTO
                                                                      Calata del Porto snc
                                                           86039 TERMOLI
 
 
                                                                     SINDACO
                                                                     Comune di
                                                          86039 TERMOLI
 
 
                                                                     SINDACO
                                                                     Comune di
                                                          86042 CAMPOMARINO
 
 
                                                                    SINDACO
                                                                    Comune di
                                                         86035 PETACCIATO
 
 
                                                                    SINDACO
                                                                    Comune di
                                                        86036 MONTENERO Bisaccia
 
 
Oggetto: FRATINO: azioni di tutela e salvaguardia.
 
 
 


Il Fratino (Charadrius alexandrinus), inserito in Allegato 2 della "Convenzione di Berna” ed in Allegato 2 della "Convenzione di Bonn”, è un piccolo uccello di ripa, protetto a livello nazionale dalla Legge 11 febbraio 1992, n. 157.
La specie ha visto una progressiva riduzione della sua popolazione in tutta Europa a causa dell’alterazione e contrazione del suo habitat da imputare all’inarrestabile urbanizzazione delle coste, alla fruizione turistica di sempre più estesi tratti di spiaggia e alla conseguente contrazione e spesso scomparsa del suo ambiente naturale. In Molise, a differenza di altre regioni italiane, il Fratino trova ancora siti di riproduzione idonei lungo le spiagge sabbiose che presentano un buon grado di naturalità e ridotto disturbo antropico. E’ tuttavia da rilevare che negli ultimi anni, a causa della pulizia effettuata con mezzi meccanici delle spiagge in preparazione alla stagione estiva e all’accesso alla duna e alla battigia con mezzi motorizzati per discutibili ragioni ricreative che hanno portato alla distruzione delle uova deposte a primavera, è stata irrimediabilmente compromessa l’intera stagione riproduttiva.
Pertanto, al fine di contribuire alla conservazione della specie, che vede le nostre coste molisane ancora come habitat ideale per la nidificazione, l’Associazione Ambiente Basso Molise, in intesa con la più importante rete di osservazione ornitologica europea EBN Italia nonché con le sezioni WWF Abruzzo e Molise invita le autorità comunali ad adottare con solerzia le seguenti misure:
- vietare l’accesso alla duna e alla battigia ai mezzi motorizzati;
- vietare le opere di pulizia meccanica delle spiagge (a tal proposito, l’associazione Ambiente Basso Molise si rende disponibile per la pulizia manuale dei tratti interessati e mette a disposizione dei comuni pannelli esplicativi da porre nei punti di accesso alle spiagge);
- verificare l’osservanza dei divieti e comunicare con tempestività ogni eventuale abuso onde consentire agli Enti preposti l’adozione degli atti di competenza.
Disponibili per ogni eventuale richiesta di chiarimento e certi di incontrare nella responsabilità istituzionale, la sensibilità che la situazione contestuale richiede, salutiamo cordialmente.
 
li 12 aprile 2011
                                                                          Il Presidente
                                                                       Luigi Lucchese


 












martedì, aprile 12, 2011

AMBIENTE BASSO MOLISE
 


COMUNICATO STAMPA


 
 


VISISTA DIDATTICA AL VIVAIO REGIONALE “LE MARINELLE”


 


Nella giornata di sabato u.s. gli alunni della classe seconda elementare di Guglionesi si sono recati in visita presso il vivaio Le Marinelle di Petacciato. Ad accoglierli il responsabile dell’impianto Antonio Del  Vecchio.
Il Servizio Tutela e Valorizzazione del Patrimonio Forestale della Regione Molise già impegnata nell'opera di rimboschimento e nell'attuazione di interventi di ingegneria naturalistica e conservazione ambientale, ha messo a disposizione dei giovani alunni e di Ambiente Basso Molise il Vivaio Forestale dove poter sperimentare, in prima persona, la meraviglia e la magia della natura.
In questa preziosa officina delle piante vi sono delle vere e proprie offerte didattiche, diventando un luogo speciale, unico e coinvolgente, dove vivere esperienze dirette e imparare l'alfabeto della Natura.
Sono state ideate attività innovative ed efficaci per coinvolgere, direttamente i giovani allievi e far loro sperimentare attraverso i sensi l'incontro con la natura e condividere il sogno di un futuro in armonia con essa.
Le attività si sono svolte tra le aiuole del vivaio, opportunamente preparate  per mettere a dimora alcune piante.
Nelle piccole aree i giovani allievi hanno vissuto l’esperienza di giardinaggio, una nuova aula didattica all’aperto  per una giornata all'insegna del contatto diretto con la terra, i semi e quella meravigliosa avventura che è l'albero.
Consapevolmente colpiti dalla maestria del Responsabile del vivaio, il quale, facilita l’approccio con le piante attraverso un’appropriata comunicazione dei contenuti e un’interazione costruttiva con i singoli e il gruppo.
In particolare l’idea di appassionare alle piante, di sviluppare attitudini al cambiamento dei comportamenti ispira le attività di interpretazione ambientale.
I giovani allievi, attraverso una serie di esperienze particolarmente divertenti, coinvolgenti e stimolanti prendono confidenza con la natura fino a sentirsi parte di essa.
Entusiasti  i maestri Di Zillo Nadia, D’Amico Antonietta e Di Carantonio Michele.
Si tornerà il prossimo anno per vedere se il nuovo amico albero è cresciuto.
Un grazie particolare alla Regione Molise ed al dirigente Dott. Tito Reale.

Il progetto promosso dal CDS Il Melograno di Larino è realizzato da Ambiente Basso Molise.

                                                                              Il Presidente
                                                                           Luigi Lucchese



 










































lunedì, aprile 11, 2011


CAMPOMARINO LIDO COME NAPOLI



Le immagini sono di ieri domenica, guardate come è ridotta Campomarino lido, c'è finanche dell'eternit nelle strade e nelle zone adiacenti il mare.
Il nostro scopo è quello di aiutare a individuare, mappare e ripulire la più grande quantità possibile di siti inquinati da discariche abusive, eternit e altre sostanze nocive.
Potete segnalare all'indirizzo email sotto riportato.
I dati vengono raccolti con il primo obiettivo di porli all'attenzione delle istituzioni, fornendo loro un elenco il più possibile completo e dettagliato di problematiche ambientali, in modo da sollecitarle alla loro risoluzione.

 


 POTETE SEGNALARE A:
ambientebassomolise@yahoo.it