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lunedì, maggio 23, 2011


Save Kai”, il pesciolino rosso, e salva il mare dalla plastica


 


I rifiuti di plastica sono una delle tragedie del nostro tempo. Certo, attualmente, grazie alla battaglia a favore degli shopper in tela o in materiali biodegradabili qualcosa si sta lentamente cominciando a fare e, dopotutto, da qualche parte bisogna pur comunciare. Eppure, l’incredibile mole di packaging in materiale plastico ogni giorno prodotta, acquistata, gettata- spesso non avviata al riciclo – dovrebbe farci riflettere, specie quando a farne le spese non sono solo i contesti urbani con le loro discariche satolle ma anche il mare con tutti i suoi magnifici abitanti. E nessuno, vuole o può sobbarcarsi l’onere del recupero degli oggetti veleggianti sull’oceano. Attualmente , però, e fino al 10 giugno, un interessante progetto per la pulizia del mare è portato avanti dall’organizzazione no profit Project Kaisei (pianeta oceano, in giapponese), impegnata nella protezione del mare in tutte le sue forme e, specialmente, nel tentativo di ripulire le sue acque dal vortice di plastica che uccide migliaia fra pesci, uccelli e tartarughe ogni anno.
Come si può agilmente capire dal filmato, infatti, l’idea è molto semplice: portare avanti un’attività di fund rising assolutamente non convenzionale, indirizzata all’enorme mole di utenti di facebook per sensibilizzare sulla questione e dare una mano attraverso una donazione di 5 euro. L’attore di questa importante campagna, nonché latore dell’importante messaggio, è il povero pesciolino rosso Kai seguito 24 ore su 24 grazie ad una web-cam posizionata nel suo acquario intenta a mostrare le sue difficili condizioni di vita in un mare di rifiuti… A ogni donazione corrisponde un alleggerimento della sua difficile situazione ( e di quella dei suoi simili). Peccato, però, che l’interessante progetto – assolutamente condivisibile – mi trovi personalmente critica sul metodo (odio gli acquari), per quanto il pesciolino in questione sia perfettamente isolato e protetto dalla spazzatura grazie ad una “solida” parete trasparente…
fonte: ecoblog.it



 




 


 


 

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