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lunedì, marzo 23, 2020

STORNO


STORNO

E’ il passeriforme più diffuso al mondo. E’ astuto ed ha una capacità di adattamento che  non ha eguali. E’ un opportunista ed un abile sfruttatore di risorse, grazie alle sue qualità ha proliferato ampiamente, tanto da essere temuto dagli agricoltori come responsabile di importanti danni alle coltivazioni, e dagli abitanti delle città come portatore di sporcizia.  Socievole, lo Storno ama la vita in comunità: gli stormi in volo, composti anche da migliaia di individui, sono infatti una visione abituale sia in campagna, dove la specie si sposta per nutrirsi, sia in città, dove di notte torna a riposare.
Lo Storno è ampiamente diffuso nel bacino del Mediterraneo, con esclusione di Spagna, Portogallo, Corsica e Sardegna, dove è invece diffuso lo Storno nero.
Di dimensioni medio-piccole, lo Storno non supera i 23 cm di lunghezza e i 40 di apertura alare, con un peso che oscilla tra i 70 e i 100 grammi. Il piumaggio è nero cangiante, screziato da riflessi viola e verdi e macchie bianche, ma diviene meno brillante durante l’inverno, per un leggero cambiamento stagionale che interessa anche il becco, lungo e aguzzo, che diventa più scuro nei mesi freddi. Le ali sono triangolari e appuntite, la coda è corta, le zampe robuste. Maschi e femmine non presentano differenze rilevanti, ad eccezione di una piccola macchia alla base del becco, grigio-azzurra nei primi e rosa nelle seconde.
Vive principalmente in pianura, in collina, predilige le campagne coltivate e, in generale, gli ambienti agricoli, ma frequenta anche luoghi boschivi e zone umide.  
Mangia di tutto, si nutre prevalentemente di insetti, semi, bacche, frutta, anfibi, scarti di cibo gettati dall’uomo.   Nidifica tradizionalmente nelle cavità di alberi o rocce ma, da qualche tempo, costruisce il nido anche negli anfratti degli edifici urbani, sui tetti delle case, tra le tegole o nei fori delle pareti. Le 5 o 6 uova che la femmina depone tre volte l’anno sono di colore verde-azzurro e vengono covate da entrambi i genitori per circa due settimane.







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