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venerdì, giugno 07, 2013

SENTENZA ETERNIT: UN INNO ALLA VITA



TORINO - 18 anni di reclusione per disastro ambientale doloso permanente e omissione dolosa di misure antinfortunistiche per Stephan Schmidheiny. La sentenza d’Appello di lunedì 3 giugno aumenta la pena di due anni rispetto ai 16 del primo Grado.

«Una sentenza che è un inno alla vita – afferma il pm Raffaele Guariniello dopo la lettura della sentenza d’Appello – un inno alla tutela della salute nei luoghi di lavoro e nelle città in cui risiedono gli stabilimenti. Un sogno di Giustizia che si avvera. La nostra speranza è che questo sogno possa avverarsi anche   tARANTOe in tutte le città italiane in cui si stanno consumando tragedie simili. Il messaggio lanciato oggi deve arrivare anche in tutti quei paesi del mondo come Cina, Russia, quegli stati in cui l’amianto continua ad uccidere senza che nessuna istituzione prenda provvedimenti. Siamo soddisfatti per il grande messaggio di oggi, una sentenza che fa da punto di riferimento per tutti. Noi purtroppo in Italia contiamo i morti ogni anno perché continuano ad esserci, ma in India o in Cina no, bisogna che le organizzazioni internazionali in particolare l’ONU si diano da fare, non è possibile questa differenza di trattamento, processi come questo spero che diano una spinta alle persone di buona volontà».

UN NEMICO SILENZIOSO
L’amianto è un insieme di minerali a forma di microfibre. Grazie soprattutto alle sue capacità di isolante termico, fu utilizzato in passato (in particolar modo negl’anni ’80) come materiale per indumenti ed oggetti ignifughi, misto a cemento per l’isolamento degl’edifici (il famoso Eternit), navi, treni e auto.
Purtroppo solamente dopo un largo uso di tale materiale si scoprì la sua dannosità (in realtà i nazisti conoscevano già il suo potere cancerogeno). Le fibre di asbesto sono molto più sottili di un capello. La loro lunghezza può arrivare a 50 μm (0,05 mm), mentre di diametro può arrivare a 0,5 μm (0.0005 mm). Fibre di tali dimensioni possono giungere sino alla fine dell’albero bronchiale, gli alveoli. Il materiale depositato nelle vie respiratorie può indurre un’infiammazione cronica detta asbestosi: il sistema immunitario riconosce il corpo estraneo (la fibra) ed inizia ad attaccarla, purtroppo senza successo. Questo comporta la cronicizzazione del processo, ovvero l’instaurarsi di un equilibrio di fenomeni di distruzione (dovuta dallo stesso sistema immunitario, stimolato dall’agente estraneo) e riparazione tissutale. Tale processo causa la perdita del tessuto nativo polmonare, di per se elastico, che viene sostituito da un ben più rigido tessuto friboso, con conseguente perdita di capacità respiratoria e nascita di sindromi respiratorie.
Altra patologia, ben più grave e spesso conseguente alla prima, è il mesotelioma. Si tratta di una forma di cancro molto aggressiva che coinvolge i foglietti di rivestimento delle cavità sierose, in questo caso il più frequente coinvolge le pleure, che rivestono i polmoni. La causa è da attribuirsi al potere pro-mitogeno delle fibre di asbesto, le quali sembra siano potenti attivatori di recettori della crescita cellulare.
Dal 1992, in Italia è stato vietato l’uso di amianto (così come in molti paesi). Attualmente si opera per eliminare o mettere in sicurezza il materiale ancora presente. Ma ancora oggi il pericolo di trovarsi un tetto in eternit sulla testa è presente. È bene quindi controllare ed accertarsi dell’assenza o messa in sicurezza degl’ambienti in cui viviamo, aiutando ad eliminare questo grave errore di valutazione del passato.
(FONTE: econome)



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