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mercoledì, aprile 06, 2011


Fukushima, radiazione sopra la norma oltre 30 km


 


TOKYO – La Tepco ha cominciato a riversare acqua radioattiva direttamente nell’oceano Pacifico. Lo rendono noto i media nipponici, secondo cui l’operazione è cominciata alle ore 19.00 locali (le 12.00 in Italia).
Radiazioni superiori alla norma sono state rilevate appena fuori dal raggio di 30 km dalla centrale nucleare di Fukushima. Lo riferisce l’agenzia Kyodo. A seguito della perdita di materiale radioattivo causata dai danni del sisma/tsunami dell’11 marzo, le autorita’ nipponiche avevano disposto l’evacuazione nel raggio di 20 km dalla centrale di Fukushima, piu’ altri 10 km di cosiddetta area di rispetto. Greenpeace, sulla base delle analisi effettuate intorno al sito, aveva chiesto l’estensione della zona di evacuazione fino a 40 km, diventati addirittura 80 km secondo le valutazioni fatte dagli Stati Uniti che avevano cosi’ causato qualche scintilla nei rapporti con l’alleato giapponese.
 Il governo giapponese va in pressing sulla Tepco, il gestore dell’impianto nucleare di Fukushima, perche’ blocchi la falla del pozzo di contenimento del reattore n.2 che riversa acqua altamente radioattiva nell’oceano. ”Dobbiamo assolutamente fermare l’infiltrazione di acqua contaminata il piu’ presto possibile: con questa forte determinazione, abbiamo chiesto alla Tepco di agire in fretta”, ha detto il capo di gabinetto, Yukio Edano. In mancanza di una svolta immediata, ha aggiunto nel corso di una conferenza stampa, l’accumulo di materiale radioattivo ”avra’ un pesante impatto sull’oceano”.
La Tepco, il gestore dell’impianto nucleare di Fukushima, ha reso noto che da domani potrebbe riversare nell’oceano Pacifico 15.000 tonnellate di acqua radioattiva. Lo riferisce la Kyodo. Tepco ha spiegato, nel corso di una conferenza stampa, che il rilascio volontario di acqua radioattiva rientra nel tentativo di dare un’accelerata ai lavori per riportare la centrale nucleare di Fukushima sotto controllo. La quantita’ totale di liquidi contaminati potrebbe essere di 15.000 tonnellate, con una concentrazione di radiazioni stimata in circa 100 volte il limite legale, quindi a un livello ”relativamente basso”, secondo la compagnia. L’eccessivo accumulo di acqua, presente in diverse parti dell’impianto, comprese quelle vicino a reattori e turbine, ha ostacolato i lavori della messa in sicurezza.
Lo scarico in mare, ad ogni modo, e’ un piano estremo in quanto la Tepco non riesce a trovare spazi sufficientemente grandi nei quali poterla trasferire. Tepco ha spiegato, nel corso di una conferenza stampa, che il rilascio volontario di acqua radioattiva rientra nel tentativo di dare un’accelerata ai lavori per riportare la centrale nucleare di Fukushima sotto controllo. La quantita’ totale di liquidi contaminati potrebbe essere di 15.000 tonnellate, con una concentrazione di radiazioni stimata in circa 100 volte il limite legale, quindi a un livello ”relativamente basso”, secondo la compagnia. L’eccessivo accumulo di acqua, presente in diverse parti dell’impianto, comprese quelle vicino a reattori e turbine, ha ostacolato i lavori della messa in sicurezza. Lo scarico in mare, ad ogni modo, e’ un piano estremo in quanto la Tepco non riesce a trovare spazi sufficientemente grandi nei quali poterla trasferire.
FALLITI PRIMI TENTATIVI BLOCCO FALLA REATTORE di Antonio Fatiguso - La prima domenica di ’sakura’, dei ciliegi in fiore ben visibili e gia’ ammirati da centinaia di migliaia di persone a Tokyo al tempio Yasukuni e al giardino di Ueno, non e’ stata di buon auspicio e non ha sortito gli effetti desiderati alla centrale nucleare di Fukushima, dove i primi tentativi per tappare la falla, da cui l’acqua contaminata si riversa direttamente nell’oceano, sono andati a vuoto. I tecnici della Tepco, gestore dell’impianto, hanno versato 8 kg di polimeri, 60 kg di segatura e addirittura tre sacchi di giornali sminuzzati nel pozzo di sfogo collegato all’edificio delle turbine del reattore n.2, dopo l’utilizzo inefficace di calcestruzzo, pur di chiudere la crepa di 20 centimetri e limitare il disastro ambientale. La singolare ‘ricetta’ a base di polimeri speciali, capaci di trattenere fino a 50 volte la propria massa, non hanno risolto il problema, tanto che la compagnia, in serata, ha ipotizzato di ricorrere ai coloranti per rintracciare la causa della perdita di acqua che emette radiazioni nell’aria di oltre 1.000 millisievert/ora, un livello altamente pericoloso.
La prima utility asiatica, intanto, ha riferito che i due operai dell’impianto, scomparsi dal giorno del sisma/tsunami dell’11 marzo, sono stati ritrovati morti, sempre nello stesso sito. Sulla base di quanto riferito, i due, di 24 e 21 anni, sarebbero deceduti per le ferite multiple associate a tracce di annegamento. I medici legali hanno ipotizzato la morte poco piu’ di un’ora dopo il sisma, seguito dallo tsunami, mentre i corpi sono stati recuperati mercoledi’, ripuliti e decontaminati. Alla centrale, temperatura e pressione nei reattori n.1, 2 e 3 sono stabili, secondo l’Agenzia nipponica per la sicurezza nucleare (Nisa), che ha annunciato l’allacciamento alla elettricita’ esterna al posto dei generatori diesel, dando cosi’ fonte stabile di energia a pompe e illuminazione. In ogni caso, ha detto il capo di gabinetto Yukio Edano, ci vorranno mesi prima che Fukushima smetta di rilasciare dosi di radioattivita’: ”Se si applicano metodi considerati normali, credo possa accadere qualcosa di molto simile”, ha spiegato, aggiungendo che ”c’e’ la volonta’ di ”provare ad accorciare i tempi” con l’esame di ”molteplici opzioni”.
Le autorita’ sanitarie hanno esaminato le funzioni della tiroide a circa 900 neonati e bambini che vivono vicino alla centrale senza rilevare alcuna forma di ”alterazione” per le radiazioni. A Tokyo, come accade con frequenza quotidiana, decine di persone hanno manifestato davanti alla sede della Tepco, nel centro della capitale, prendendo di mira con cartelli (’no nucleare piu’ cuori, no nucleare piu’ vite’) anche l’approccio dell’azienda verso la crisi. La macchina della solidarieta’ va avanti a pieno regime: la Croce Rossa giapponese e la Central Community Chest of Japan hanno raccolto finora la cifra record di 115,4 miliardi di yen (1 miliardo di euro). Una ricerca dell’Universita’ di Tokyo ha analizzato i dati sullo tsunami arrivando alla conclusione che nel Taro district della citta’ di Miyako (prefettura di Iwate) l’onda anomala ha raggiunto l’altezza record di 37,9 metri. I 25.000 militari giapponesi e americani hanno chiuso la massiccia campagna tre giorni col ritrovamento di 78 corpi: il bilancio ufficiale dei morti e’ salito a 12.087, quello dei dispersi a 15.552
fonte: ansa.it/ambiente&energia


 



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