INQUINAMENTO DA OZONO, ITALIA
MAGLIA NERA D’EUROPA:
3400 MORTI OGNI ANNO
Italia: terra di mare,
boschi e colline e aria inquinata. E’ il nostro il Paese in Europa con il più
alto numero di morti premature per inquinamento da ozono, con circa 3.400 vittime all’anno. Il secondo poi
per le polveri sottili,
con oltre 64mila morti, preceduta solo dalla Germania, terra di industria pesante, miniere di carbone,
acciaierie e industrie chimiche. A dirlo è l’ultimo rapporto Air Quality 2014 dell’Agenzia europea dell’ambiente
Di buone notizie non ce ne sono. Nonostante infatti la riduzione delle emissioni e delle concentrazioni di alcuni
inquinanti nell’aria negli ultimi decenni, il rapporto dimostra che l’inquinamento
atmosferico è ancora il principale nemico dell’ambiente, collegato a filo
diretto con la salute umana. Si parla di
milioni di persone con problemi respiratori o cardiaci, costretti ad alternarsi
tra il medico di base e il farmacista. E di 400mila
morti premature in Europa (dato 2011) per malattie al cuore, ai
polmoni o ictus. Questo perché, secondo
la relazione, quasi tutti gli abitanti delle città (circa il 95%) vive sotto un cielo inquinato,
anche, chiaramente, i bambini. Le percentuali di sostanze inquinanti superano,
infatti, nella maggior parte delle 400 città analizzate, i livelli ritenuti non sicuri
dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Stiamo parlando di polveri sottili, monossido di carbonio,
ossidi di azoto, ozono, metalli tossici, benzene e molto altro. Immessi nell’aria da
industrie, auto, rifiuti, agricoltura intensiva. Sono
sostanze estremamente pericolose per l’organismo umano ma tutte presenti nell’aria a
quantità, in alcune Paesi e città, eccessive. E l’Italia è tra
questi. Guardando infatti la mappa delle concentrazioni di inquinamento
atmosferico in Europa, risulta essere una zona a bollino rosso.
In particolare laPianura Padana,
assediata soprattutto da polveri sottili e ossidi di azoto, che rimane
tra le zone più inquinate del continente.
Per
quanto riguarda il monossido di carbonio (che è un prodotto della combustione
di organici, come carbone, olio e legno), le nove stazioni di misura che hanno
superato il limite di legge, sono tutte nel Belpaese. Le situazioni più
critiche per le polveri sottili e per l’ozono sono state registrate, oltre che
in Italia, Bulgaria, Polonia,Slovacchia, Turchia,
Repubblica Ceca, Romania. Mentre per gli
ossidi di azoto e il benzopirene (contenuto nel catrame di carbone
fossile), ai Paesi citati sopra, si aggiungono anche Austria,Germania, Francia e Regno Unito.
Nel dettaglio,
per quanto riguarda l’Italia,
l’inquinamento atmosferico è concentrato nelle zone urbane, prevalentemente nel
nord. Ma tutta l’aria dello Stivale è seriamente inquinata con
concentrazioni eccessive di ozono (anche se in diminuzione) e di biossido di azoto (la cui fonte principale rimangono i
veicoli). In aumento poi da nord a sud del Paese – anche se in questo caso la
situazione più critica è nei Paesi dell’est Europa – è il benzopirene, aumentato di oltre
un quinto dal 2003 al 2012 e che proviene dall’uso urbano di stufe a legna e centrali a biomasse.
Le fonti principali di inquinamento in Italia però rimango auto e industrie.
Tutto
questo, sottolinea l’agenzia europea, ha un impatto notevole sulla salute
dell’uomo. Le persone più esposte all’inquinamento atmosferico sono anche quelle che alzano le
percentuali di malattie cardiovascolari e polmonari e quelle, quindi, con la
più alta percentuale di morte prematura. I picchi di mortalità si hanno appunto
in Italia, in Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Romania, Polonia e
Ungheria. Oltre alle preoccupazioni di natura sanitaria, poi, il rapporto
solleva anche i problemi puramente ambientali legati all’inquinamento
atmosferico, come l’eutrofizzazione,
un processo che avviene quando una quantità eccessiva di azoto danneggia gli ecosistemi,
mettendo a rischio la biodiversità. “Serve ridurre le emissioni nocive da
industria, traffico, impianti energetici e agricoltura – si legge nella
relazione – con l’obiettivo di ridurre il loro impatto sulla salute umana e
ambiente”.
Immediate
le reazioni al report delle associazioni ambientaliste.
“I dati dell’EEA sono
l’ulteriore conferma di un’emergenza che colpisce il nostro Paese ormai da
troppo tempo, con l’area della Pianura Padana, ancora una volta tra
le più critiche d’Europa”. (Fonte: Ambiente & Veleni)
Nessun commento:
Posta un commento