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domenica, dicembre 07, 2014

TROPPE DISCARICHE DI RIFIUTI IN ITALIA, SARANNO PIENE TRA DUE ANNI

ROMA - Con la nuova direttiva, l'Europa si prepara ad abbattere le quantità di rifiuti in discarica e ad aprire le porte a 870 mila nuovi assunti per rilanciare il settore. Ma l'Italia rischia di arrivare in ritardo all'appuntamento, appesantita da una lunga stagione di arretratezza gestionale che ha saturato gli spazi a disposizione: tra due anni le discariche esistenti saranno stracolme. Dove finiranno i 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani prodotti ogni anno?
L'allarme viene dal primo WAS Annual Report, il rapporto sulla gestione dei rifiuti preparato dalla società di ricerche Althesys: "Il mix italiano rimane ancora troppo sbilanciato sulle discariche  che in alcune aree del Paese sono la destinazione finale di oltre il 70 per cento dei rifiuti urbani prodotti. In questo quadro generale, le situazioni più critiche si registrano in Sicilia, Calabria, Lazio, Puglia e Liguria. Con i ritmi attuali di smaltimento, le discariche italiane si esauriranno entro i prossimi due anni".
Dunque non c'è solo il dramma della Terra dei fuochi e l'insidiosa mancanza di alternative che si è creata a Roma dopo l'annunciata chiusura di Malagrotta. Il ritardo è più generalizzato e riguarda il 42,3 per cento di rifiuti che continua a prendere la strada della discarica: una percentuale alta in modo anomalo che sbilancia l'intero sistema scoraggiando gli investimenti sulle filiere più avanzate. Ad esempio sul recupero dei materiali che provengono dalla raccolta differenziata, in particolare dall'umido che ormai viaggia a livelli soddisfacenti in molte aree del Paese, compresa la Campania (con l'eccezione di Napoli).

Secondo il Was, l'Italia è in deficit sia sul piano della capacità di incenerimento che  -  soprattutto  -  sul riciclo: "La revisione delle principali direttive Ue che regolano il settore fisserà obiettivi al 2030 molto sfidanti, come l'aumento del riciclo al 70 per cento e la sostanziale eliminazione delle discariche. Per arrivare a questo traguardo bisogna puntare sull'industrializzazione e sul consolidamento del settore, che ad oggi continua ad essere molto frammentato". Tra l'altro sono proprio le regioni meno dotate di discariche a norma quelle con i livelli di raccolta differenziata più bassi: ennesima dimostrazione di un ritardo nella gestione che abbraccia tutte le filiere.
"L'Europa si prepara a fare un altro salto: perdere questa opportunità vorrebbe dire rinunciare a decine di migliaia di posti di lavoro e rendere meno competitivo l'intero sistema produttivo nazionale", spiega Alessandro Marangoni, amministratore delegato di Althesys. "Mentre mettersi in linea con Bruxelles significa ottenere vantaggi consistenti in termini di occupati, fatturato, emissioni serra evitate, diminuzione dell'impatto ambientale del ciclo dei rifiuti. La posta in gioco è un pacchetto di vantaggi al 2030 che per l'Italia vale 15 miliardi di euro".

1 commento:

  1. Ecco. E poi va a finire che ci multano. Perchè non eravamo già messi male...

    http://www.sassuolo2000.it/2014/12/10/on-tiziano-motti-stangata-sullitalia-maxi-multa-da-428-milioni/

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