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venerdì, gennaio 07, 2011


Sacchetti di plastica addio, parte l’eco-rivoluzione
 



ROMA – C’e’ chi li regala, chi li distribuisce gia’ da tempo, chi ancora distribuisce quelli ”proibiti” che ha in negozio come se nulla fosse, cioe’ facendoseli pagare. E’ cominciata cosi’ l’era del sacchetto di plastica biodegradabile, o delle ‘’sportine” riutilizzabili, con i commercianti alle prese con le norme che dal primo gennaio proibiscono l’uso dei sacchetti di plastica. E’ consentito lo smaltimento delle scorte ma gratis, e c’e’ ancora qualcuno che invece continua a farseli pagare. E sui sacchetti biodegradabili il giudizio non e’ entusiasmante: ‘’sono cari e meno resistenti”. TOSCANA – Tra i primi grandi gruppi commerciali, l’Unicoop Firenze e Tirreno, gia’ dal 2009 utilizza solo sacchetti biodegradabili, borse in stoffa di cotone sempre riutilizzabili, e buste in mater-bi, una pellicola biodegradabile. SICILIA – ”Distribuiamo quelli biodegradabili dall’aprile scorso – dicono al piu’ grande Ipercoop di Palermo – I vecchi sacchetti di plastica non li teniamo da molto tempo, anche se a mio avviso erano migliori di quelli biodegradabili, perche’ piu’ resistenti al peso dei prodotti acquistati”. Il sacchetto di plastica lo abbiamo eliminato nel luglio del 2009, fa sapere Auchan. C’e’ anche chi le regala, le borse riutilizzabili: fino a marzo il comune di Aci Bonaccorsi, distribuisce gratis borse in tela da utilizzare per la spesa. CAMPANIA – Se nei grandi punti vendita – ipermercati e, poco fuori citta’, i centri commerciali – sono apparsi gia’ da un po’ i sacchetti biodegradabili o quelli riutilizzabili, negli esercizi di vicinato le cose stanno diversamente. E in alcuni supermercati del centro, alla cassa ci si ritrova con il costo del sacchetto caricato sullo scontrino. CALABRIA – Pochi giorni, al massimo una settimana, e le scorte delle vecchie buste di plastica nei negozi e nella grande distribuzione calabrese saranno esaurite per dare posto ai nuovi sacchetti biodegradabili. E’ la previsione di Confcommercio Calabria, sostenuta anche dalla catena Despar.LIGURIA – A Genova le principali catene di supermercati hanno gia’ adottato i sacchetti biodegradabili da alcuni mesi, ed altre si avviano ad esaurire le scorte di quelli di plastica per adempiere alla norma, ma c’e’ anche chi, stamani, alle casse, continuava a vendere quelli ”fuori legge” a 5 centesimi. ”Sono piu’ cari e meno resistenti”: si lamentano molti consumatori genovesi. E alcuni produttori di sacchetti di plastica spiegano di ”avere ancora delle scorte e di dover sostenere costi eccessivi per la riconversione delle linee di produzione” EMILIA ROMAGNA – ”E’ un meccanismo che non penalizza nessuno, la grande distribuzione deve solo dotarsi delle giuste sporte”, sottoline Lorenzo Frattini, presidente regionale di Legambiente, secondo il quale ”a lamentarsi sono solo i produttori di plastica che pero’ erano avvisati da tempo”. Esselunga offre gratuitamente le sporte ‘inquinanti’, che le possono trovare a fianco della larga gamma di sacchetti biodegradabili o in carta (ben dieci tipologie diverse). Nordiconad ha da tempo in campo la propria offerta di borse eco, come anche Coop Adriatica. Sul versante del piccolo commercio ci sono, invece, ancora problemi di comunicazione: in difficolta’ soprattutto i market gestiti da pakistani e bangladesi, che della nuova normativa sembrano sapere poco o nulla. PIEMONTE – Quasi tutti i grandi supermercati, hanno già finito le scorte dei vecchi sacchetti in plastica o le stanno esaurendo “gratuitamente”, garantiscono i responsabili. I nuovi sacchetti a base di amido di mais, invece, vengono venduti più o meno da tutti a 10 centesimi, anche se c’é qualcuno, soprattutto nei negozi più cari del centro, che li regala. In Piemonte la messa al bando delle buste di plastica ha portato la Novamont di Novara, produttrice del mater-Bi, l’ingrediente derivato dall’amido di mais necessario per produrre i sacchetti biodegradabili chiamati a sostituire i vecchi shopper di politene, ad aumentare la propria capacità produttiva da 80.000 a 130.000 tonnellate all’anno entro marzo (erano 40.000 nel 2009).



fonte: ansa.it


 



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