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venerdì, gennaio 21, 2011

Trialometani, arriva il verdetto: "Colpa del materiale organico"
Primo responso dell’Istituto Superiore di Sanità interpellato da Molise Acque per chiarire i dubbi sulla contaminazione idrica: «presenza di trialometani dovuta probabilmente al contatto fra materiale organico e cloro». Attesi nelle prossime settimane accurati esami scientifici. Resta però il dubbio sul perché nessuno abbia rimosso le carpe morte nell’invaso.
 


«La presenza di trialometani nell’acqua è dovuta probabilmente a materiale organico a contatto con il cloro della potabilizzazione». E’ questo il primo responso dell’Istituto superiore della Sanità sulla contaminazione idrica che ha messo in crisi 70 mila cittadini del Basso Molise proprio durante le festività natalizie. Una risposta che in realtà non elimina i dubbi. Primo perché quel “probabilmente” è tutto tranne che una certezza. E secondo perché non spiega la causa dellla materia organica che ha innescato la reazione chimica. Un evento che si potrebbe attribuire, come parzialmente ammesso anche da Molise Acque, proprio alla presenza di migliaia di carpe attaccate da un batterio e lasciate a decomporsi nel lago di Guardialfiera. La mancata rimozione dei pesci potrebbe avere sprigionato il materiale organico nell’invaso del Liscione.

Proprio l’ente presieduto da Stefano Sabatini e diretto da Giorgio Marone aveva definito, nei giorni scorsi a Roma, un protocollo di collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e con il dipartimento per l’igiene delle acque interne. Con il responsabile della struttura, il dottor Massimo Ottaviani è stata esaminata la presenza di trialometani nell’invaso del Liscione nel periodo natalizio. «Il dottor Ottaviani - dichiara il presidente di Molise Acque Sabatini - ha confermato che tale fenomeno probabilmente da addebitare esclusivamente alla presenza di materiale organico e alla sua reazione con il cloro usato per la potabilizzazione delle acque. Tali conclusioni tuttavia, saranno suffragate da appositi studi, analogamente a quanto avvenuto per un caso simile in un invaso in Emilia Romagna».

Lo stesso presidente Sabatini ha aggiunto che «l’istituto Superiore della sanità fornirà sull’episodio e sulle sue cause una relazione tecnica a Molise Acque in modo da poter avere chiarezza e soprattutto evidenze scientifiche non soggette alla mutevolezza di questa o quella opinione. Ma non ci siamo voluti fermare qui. Con l’Istituto Superiore per la sanità costruiremo un rapporto duraturo che andrà oltre il singolo caso.
A questo proposito abbiamo già definito una ipotesi convenzionale che ci permetterà di avere costantemente al nostro fianco l’Istituto Superiore di Sanità e monitorare in modo continuativo la qualità delle acque che la nostra Azienda fornisce ai cittadini molisani. Con questo accordo oltre ad avere il supporto di un istituzione di grande prestigio e caratura scientifica pensiamo di ridare la piena serenità ai cittadini e agli utenti molisani, serenità spesso turbata ad arte da operatori cinici interessati solo a trarre un ritorno personale e personalistico da ogni episodio».

Al di là degli annunci di Sabatini, cambia poco la posizione di Molise Acque rispetto alla grande emergenza dello scorso Natale. Se anche si potesse escludere l’errore umano nell’immissione di cloro per potabilizzare l’acqua, l’attenzione va focalizzata su quel “materiale organico” all’interno del Liscione, dovuto con ogni probabilità alle migliaia di carpe morte lasciate a marcire nell’invaso per settimane, nonostante le denunce e le segnalazioni, e senza che nessuna istituzione mettesse in atto la rimozione e la bonifica.

(Fonte: Primonumero.it)


 






 



 


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