Siamo
arrivati alla 19 esima procedura dell’UE in materia di ambiente. A luglio infatti è stata
aperta una nuova procedura di infrazione, avviata dalla Commissione Europea, per mezzo
dell’invio di una lettera di messa in mora, che titola: “Cattiva applicazione
della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente –
Superamento dei valori limite di PM10 in Italia.”
Entro fine
ottobre le autorità italiane dovranno rispondere in modo chiaro ed esauriente
in merito ai livelli di PM10, ma se le spiegazioni non
bastassero, la Commissione europea procederebbe
alla fase successiva, quella giurisdizionale, invitando l’Italia a mettersi in
regola con la normativa europea, quanto prima, pena il pagamento di sanzioni.
Sono 19 le
zone e gli agglomerati coinvolti, che fanno capo a 10 regioni italiane: Veneto,
Lombardia, Toscana, Marche, Lazio, Puglia, Sicilia, Molise, Campania e Umbria.
Non c’è differenza quindi, tra Nord e Sud, una situazione che rivela un livello
di smog in molte, troppe zone del Paese,
insostenibile.
Questi sono
gli strascichi di una precedente infrazione, conclusasi nel 2012 con una
condanna della Corte di giustizia a causa del mancato rispetto nel periodo
2006-2007, in 55 zone d’Italia, dei limiti prestabiliti per legge di PM10. Delle 19 aree incriminate
secondo le ultime indagini della Commissione, 13 farebbero parte di quelle 55 e
avrebbero continuato fino al 2012 a superare costantemente i livelli imposti
per le polveri sottili. A queste 13 se ne sarebbero poi aggiunte
altre 6.
Il
commissario europeo all’Ambiente uscente, Janez Potocnik, dal 2010, anno in cui è iniziata la sua carica, si
è sempre impegnato per il rispetto della legislazione sulle polveri sottili, con il fine di migliorare la
qualità dell’aria e il livello di salute legato alle attività industriali, nel
territorio europeo. Ora che è stato assegnato alla carica il maltese Karmenu
Vella, egli promette di battersi per lo stesso obiettivo. Come ha affermato in
audizione pochi giorni fa di fronte agli eurodeputati: La qualità dell’aria è un problema ancora molto grave
e con effetti negativi sulla salute, sull’ambiente e sull’economia. Conto di
agire velocemente su questo. L’Italia però non è l’unico Paese che non ha ancora
attuato in modo soddisfacente le norme sulla qualità dell’aria. Sono 17 in
tutto gli Stati Membri reticenti. In questo caso non si può dire però che “mal
comune mezzo gaudio”, dobbiamo prenderci le nostre responsabilità. Siamo ormai
nel pieno della presidenza del Consiglio dell’Unione Europea da parte
dell’Italia, che durerà fino a dicembre 2014, ma non riusciamo a dare il buon
esempio sperato e dovuto, questo dovrebbe farci riflettere.
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