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martedì, novembre 29, 2011

ALLA RICERCA......


Termoli partenza ore 06:30 destinazione :
 



PARCO NAZIONALE DELLA MAIELLA.



Saltiamo volutamente la descrizione dei cornetti alla nutella, cappuccini e caffè.
Ad attenderci a Caramanico Terme  c’è un giovane e prestante biologo Marco nonché socio attivissimo di Ambiente Basso Molise.
La nostra passeggiata inizia da  Decontra  dove si parcheggia proprio dopo le ultime case del paese, nei pressi di un bivio  a 830 m circa di altezza.
Si prende uno stradello sulla destra che permette di superare il primo tratto di strada, quindi si oltrepassa una stalla proprio oltre un tornante (1000 m circa).
Da qui si punta dritti cercando di tenersi sul filo del largo crestone prendendo il sentiero che conduce a Pianagrande, salendo sul versante orografico destro della valle dell'Orfento.
Il primo incontro è un “tholos”.



 





Le "capanne" in pietra dei pastori.  I tholos,  ci fanno ricordare l’importanza storica della terra d’Abruzzo, un bagaglio culturale immenso, spesso inosservato.
La capanna a tholos abruzzese, di evidente derivazione dalle “specchie” di Puglia, prototipi del trullo, è giunta a noi attraverso le vie di transumanza.
Altro segno del passato  è “l’omino” pietre messe una sull’altra per indicare il sentiero.



 





Durante il cammino alcuni inconfondibili segni di animali (vedi puntata precedente) ci dicono che molti di loro ci stanno osservando. I loro occhi invisibili ci scrutano, ci studiano e ci seguono.
Il silenzio viene rotto solo dai nostri esterrefatti commenti di gratitudine verso una natura incontaminata e bellissima.
Ci fermiamo a riposare vicino un abbeveratoio e fare i primi commenti.
Ecco lì un cervo (lontanissimo).
Sentiamo su di noi occhi indiscreti che ci scrutano.
A metà cammino sentiamo gracchiare e alzato lo sguardo in cielo rimaniamo “fulminati”: sulle nostre teste, volteggia la regina dei cieli: l’AQUILA REALE.



 





Imponente e  maestosa, il volo volteggiante e scivolante con rari battiti d’ali.
Che dire della signora dei cieli è un animale che ha tutto: la forza, la sicurezza di sé, la bellezza, l'arte del volo, l'armonia, la prontezza di riflessi.  



 





Non a caso l'aquila reale e' stato preso nella storia come simbolo di potere in stendardi e corone.
I clic sono tantissimi e lei che ci scruta e osserva ed infine viene giù verso di noi, sempre più vicina, sempre più bella, sempre più maestosa.
Sempre più giù, vicina a noi quasi ci volesse salutare e poi un volteggio, un ultimo grande cerchio sulle nostre teste, un arrivederci e i nostri sguardi che la seguono nell’infinito azzurro del cielo fino a scomparire.



 





Emozionati e sconvolti, esterrefatti, affascinati, un sogno ad occhi aperti. Riprendiamo a salire.
Ancora una volta la sensazione  di  occhi indiscreti che ci scrutano.
Dopo la lunga salita si raggiunge la strada in corrispondenza di una sbarra e una capannina informativa (1500m.).
Decidiamo di fermarci qui e fare qualche foto prima di intraprendere la via del ritorno e la grande fatica che ci attenderà a………..tavola.
Li ai margini della radura  si nota qualcosa o qualcuno. Il gruppo è intento a cliccare  i magnifici panorami, mi avvio e la piccola radura prima del bosco mi riserva uno spettacolo gratificante: il LUPO.



 





Due lupi che mi guardano e fuggono via verso il bosco ma,  ho il tempo per immortalarli.
Grazie a Marco che ci accompagnati in questa bellissima giornata, grazie ad Antonio, Walter e Renato per la buona compagnia.  Una   compagnia che  sa osservare e non solo guardare.


VENERDI pubblicheremo le foto di tutti.

 

lunedì, novembre 28, 2011

ALLA RICERCA ............


La nostra storia inizia da qui:
i NON protagonisti dell'uscita, eccoli:



















 








MA, i veri protagonisti saranno loro (e ne diamo una sensibile traccia):

 





CACCA DI LUPO (deve aver mangiato cinghiale a pranzo)




CACCA DI CERVO (ha mangiato solo erba)




CACCA DI VOLPE (deve aver mangiato una rosa canina)




ORMA DI LUPO ( freschissima, non può essere altrimenti)


 



MA, lassù qualcuno ci osserva: CHI SARANNO?

 





 



I nostri eroi NON protagonisti riusciranno a fotografare i veri protagonisti della nostra storia?
Arrivederci alla prossima puntata...................
 



 



venerdì, novembre 25, 2011


SAN GIULIANO DI PUGLIA/ Dopo il terremoto i veleni: in esclusiva i risultati delle analisi dei terreni.


 
di Pasquale Di Bello e Michele Mignogna


Arsenico e piombo sotto San Giuliano di Puglia, il comune simbolo del sisma molisano del 2002. I risultati delle analisiarrivano direttamente da un laboratorio di Parma, a commissionarle una famiglia di San Giuliano che nei mesi scorsi ha notato anomalie nell’ortocon prodotti che stranamente e inspiegabilmente nascevano marci. “Non consumate assolutamente quei prodotti” gli è stato detto, dopo di che  quella famiglia ha voluto vederci chiaro. Infiltrato.it vi svela in esclusiva  tutto ciò che è successo nel piccolo centro basso molisano, simbolo del terremoto e del “modello Molise”caro al presidente della Regione, Michele Iorio.


 
 
CONTINUA A LEGGERE su:


http://www.infiltrato.it/

giovedì, novembre 24, 2011


DISTRETTO AGROALIMENTARE UNA SPERANZA



Se Atene piange, Roma certo non ride. Ce ne vorrà infatti per rimettere i conti a posto, nonostante la caduta del grande illusionista, al governo da quasi vent’anni. Ad un passo dal baratro economico e sociale, l’Italia sembra però avere qualche appiglio, parola di John Lloyd.
In un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, l’editorialista del Financial Times non ha infatti trascurato importanti differenze tra il Bel Paese e l’ellenica culla della civiltà: moda, turismo e industria alimentare prima di tutto. Secondo l’autorevole opinione di Lloyd, questi i settori ancora produttivi dell’economia reale italiana che consentirebbero a Roma di mantenere le distanze da Atene. Distanze economiche, ovviamente. Insomma, moda, turismo e industria alimentare potrebbero veramente costituire le componenti principali del motore economico necessario a far ripartire l’Italia.
Per quanto riguarda l’industria alimentare, seconda industria manifatturiera del Paese dopo quella metalmeccanica, considerazioni e statistiche di importanti istituti e associazioni di categoria non sembrano smentire, a grandi linee, l’assunto dell’editorialista. Secondo Federalimentare, nel 2010 l’alimentare ha raggiunto un fatturato complessivo di 124 miliardi di euro, con un +3,3 per cento rispetto all’anno precedente. Vino, pasta, olio, conserve, dolci per quasi 410.000 addetti distribuiti in 6.500 piccole, medie e grandi imprese.
L’industria alimentare, che acquista e trasforma il 70% delle materie prime del Paese, è anche il maggior volano del made in Italy nel mondo e non soltanto una risorsa per l’economia. Nell’immaginario collettivo mondiale, l’Italia delle gaffes di Berlusconi continua infatti ad essere affiancata dalla ridente e soleggiata penisola degli spaghetti e della pizza. Una visione stereotipata ma ben migliore di quella offerta dall’Italia negli ultimi anni.
Fonte: Informambiente.it



 






 

mercoledì, novembre 23, 2011


CULTURA BIO E’ BUM


 
 Grande afflusso di pubblico nei quasi 300 appuntamenti organizzati nel fine settimana in tutta Italia per “Biodiversamente, il Festival dell’Eco-scienza”, la non-stop di iniziative tra scienza e natura ideata dal Wwf e dall’Associazione Nazionale Musei Scientifici.
Il Festival prosegue ora fino al 10 novembre sia con il bando promosso dal Wwf per due borse di studio sulla biodiversita’ italiana sia con la raccolta fondi a cui tutti possono contribuire diventando simbolicamente “Ricercatori per un giorno” su www.wwf.it. Inoltre va avanti anche l’iniziativa speciale “Chi ricerca trova” dove tutti i ricercatori, piu’ o meno famosi, possono raccontare la propria storia scrivendo a biodiversamente@wwf.it, un’iniziativa realizzata dal Wwf insieme a Repubblica.it. Le prime storie sono gia’ online. Nei Musei, Orti botanici, Acquari, parchi naturali e Oasi Wwf l’associazione ha fatto conoscere questa incredibile biodiversita’ a migliaia di italiani con esperimenti, laboratori, racconti, filmati, visite guidate, sentieri natura e abbiamo messo il pubblico a diretto contatto con le raccolte scientifiche conservate nei caveau e mai visti dal pubblico. Sono stati gli stessi ricercatori della biodiversita’ a fare da guida e da catalizzatori per stimolare l’interesse dei visitatori verso il milione e mezzo di esseri viventi oggi noti alla scienza.
La due giorni e’ stata salutata da un’osservazione ornitologica straordinaria, il raro rapace Falaropo beccolargo, Falaropus fulicarius e’ stato avvistato al largo di Ventotene. Si tratta della prima segnalazione per il Lazio di questo piccolo trampoliere artico che compie incredibili migrazioni da un polo all’altro del pianeta. Uno dei milioni di uccelli che in questi giorni sorvolano il nostro paese diretti verso le zone di svernamento.
“Siamo molto felici e soddisfatti del successo di questa seconda edizione di Biodiversamente e ringraziamo tutti quelli che hanno partecipato – afferma Stefano Leoni, presidente del Wwf Italia -. Questo per noi significa che e’ stato compreso il nostro appello, l’importanza di sostenere in maniera forte e stabile la ricerca in un settore importante come quello della salvaguardia della biodiversita’, fondamentale anche per orientare il nostro paese verso un futuro piu’ sostenibile. La partecipazione viva e attiva alle iniziative di quest’anno, e’ un segnale importante che ci fa capire quanto la gente veda piu’ in la’ delle istituzioni. Il nostro auspicio e’ che il mondo politico-istituzionale recepisca il nostro appello e che il valore socioeconomico della biodiversita’ venga inserito in maniera stabile e concreta nelle grandi tematiche delle ricerca e che si apra un dialogo constante con il Ministero dell’Ambiente e il Ministero dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca”.
 
Fonte Informambiente.it



martedì, novembre 22, 2011


LA CASA TELEPATICA



Manca solo un finanziatore e la casa in cui tutto si comanda con il pensiero, o al massimo col tocco della mano sullo smartphone, potrebbe essere alla portata di tutti. Ne sono convinti i ricercatori della Sapienza di Roma e dell’Irccs Fondazione Santa Lucia, che ne hanno presentato il prototipo. La casa, pensata per utenti disabili o con problemi motori, e’ attrezzata con sensori e dispositivi guidati indossando una cuffia simile a quelle degli elettroencefalogrammi, o con uno smartphone.



Fonte. Informambiente.it


 



lunedì, novembre 21, 2011


E’ arrivato il giorno la Fiat di Termini CHIUDE


 


Stop alla produzione di auto, dal 23 novembre prossimo, nello stabilimento Fiat di Termini Imerese, che chiudera’ i battenti. Lo rendono noto i sindacati confederali che hanno ricevuto una comunicazione ufficiale dalla casa automobilistica. “E’ una conferma – spiega all’ITALPRESS, Roberto Mastrosimone, segretario della Fiom di Palermo – di quanto era stato gia’ annunciato. La Fiat va via da Termini Imerese dopo oltre quarant’anni di presenza in Sicilia. Ha iniziato a produrre auto dall’aprile del 1970. Il 23 novembre sara’ l’ultimo giorno”. Oggi lo stabilimento di Termini Imerese e’ chiuso. I lavoratori da lunedi’ sono in cassa integrazione. Torneranno in fabbrica domani e lavoreranno fino a giovedi’. Poi, altra cassa integrazione e rientro nuovamente in fabbrica martedi’ 22 novembre. Le tutte blu lavoreranno ancora un altro giorno, fino a mercoledi’ 23 novembre, e per loro “dal 24 al 31 novembre – aggiunge Mastrosimone – scattera’ una nuova tornata di cassa integrazione, in attesa del piano industriale della Dr Motors”. “C’e’ grande amarezza – dice il sindacalista -, una lunga storia che si chiude. Inoltre, c’e’ da dire che questa comunicazione si inserisce alla vigilia dell’incontro al Ministero fissato per mercoledi’ prossimo, alle 14. Non mi sembra – aggiunge Mastrosimone – un gesto corretto e rispettoso nei confronti dei diversi interlocutori che stanno cercando di trovare una soluzione alla dismissione dello stabilimento di Termini Imerese. La Fiom ha gia’ espresso perplessita’ sull’accordo con Dr Motors, andremo all’incontro con l’obiettivo di modificare il testo. Ma la Fiat, al di la’ delle soluzioni, ha deciso di andare via lo stesso”. Per il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, “non fa tanto scalpore la data, quanto il fatto che continuiamo a essere in alto mare rispetto alle famose soluzioni. Questo mi pare il vero dato drammatico, anche se e’ un giudizio ormai postumo rispetto a questo governo che ha speso molte parole per sostenere che la Fiat e’ un gruppo innovativo ma non ha mai speso una parola per difendere l’occupazione e dare risposte agli stabilimenti”.


Fonte Informambiente.it



domenica, novembre 20, 2011


TECCHIO INQUINATO?


 
 Ci risiamo, il Tecchio torrente che sfocia a Petacciato marina è di nuovo inquinato.
Il solito frantoio?
E’ chiaro che si tratta di reflui oleari, la colorazione è quella tipica.
Già negli anni scorsi abbiamo interessato le autorità competenti e come ogni anno, nel periodo di raccolta  delle olive, stranamente, il piccolo torrente viene interessato dal fenomeno.
Abbiamo prontamente interessato la Capitaneria di Porto di Termoli.
Sesi tratta di acque reflue di vegetazione (ARV),esse  sono considerate un grave pericolo ambientale, in particolar modo nei corsi idrici di scarsa portata, come il Tecchio; le sostanze contenute nelle ARV impediscono la permeazione della molecola di ossigeno a tutti quei organismi considerati aerobici, il cui metabolismo è basato sull'utilizzo di ossigeno molecolare con conseguente morte della fauna ittica e delle specie viventi, nonché notevole pericolo al delicato equilibrio dell’ecosistema marino e costiero quando tali acque reflue raggiungono il mare.
La vita di questi organismi è garantita grazie al processo aerobico della respirazione cellulare, che permette l'ossidazione di substrati (per esempio gli zuccheri e gli acidi grassi) per ottenere energia.
I problemi legati allo smaltimento di reflui e residui di lavorazione sono dovuti non tanto alla loro natura, quanto piuttosto al fatto di essere prodotti in grandi quantitativi in un arco di tempo limitato (ottobre-dicembre).
Le acque reflue di vegetazione rappresentano il sottoprodotto liquido della lavorazione delle olive (il prodotto primario è l'olio di oliva), la cui quantità, in relazione al ciclo di estrazione impiegato (tradizionale o continuo), varia dai 45-100 litri per 100 kg di olive lavorate.
DUNQUE UN GRAVE PERICOLO.  






























 

sabato, novembre 19, 2011


SERPENTI E SESSO…………


 


FARE SESSO una volta e poi custodire lo sperma dentro di sé per oltre cinque anni, fino a quando non si è pronte. O ancora, fare tutto da sole, dando alla luce dei piccoli nel cui codice genetico non c’è traccia di padre. Sono meccanismi riproduttivi incredibilmente diversi dal nostro, ma la cui frequenza in natura sta emergendo negli ultimi anni grazie all’utilizzo di avanzate tecniche di analisi genetica.
L’ultimo episodio riguarda una femmina di crotalo diamantino orientale (una specie di serpente a sonagli) che ha lasciato tutti di stucco partorendo, dopo più di cinque anni di assoluta castità, ben diciannove serpentelli sani.
Ciò che fino a qualche tempo fa sarebbe apparso come un miracolo ha oggi un nome ed è sotto gli occhi vigili degli scienziati, che da esempi come questo sperano di comprendere meglio il funzionamento di quell’affascinante puzzle che è la vita. Stiamo parlando, dunque, di gravidanze vergini e a scoppio ritardato: in termini tecnici, partenogenesi facoltativa e immagazzinamento dello sperma a lungo termine.
Nel nido dei serpenti. Il ricercatore che si è occupato della super-mamma a sonagli si chiamaWarren Booth ed è un biologo molecolare della North Carolina di Raleigh. Insieme a Gordon Schuett, un collega della Gorgia State University, Booth ha descritto il suo studio accorpandolo al caso di un parto vergine ad opera di una testa di rame, un serpente velenoso diffuso nel Nordamerica orientale.
Le loro storie sono diverse e complementari. Nel caso della testa di rame, la femmina era stata raccolta in North Carolina nell’agosto del 2004, quando aveva meno di un anno, e messa in mostra in un acquario di Fort Fisher assieme a una compagna. Là, sotto lo sguardo sbigottito del personale, aveva partorito quattro figli, due dei quali vivi e vegeti. Dai test genetici è emerso che no, i serpentelli non avevano padre.



Nel primo caso, invece, il crotalo diamantino era stato catturato in Florida nel gennaio del 2005 e tenuto in un gineceo per i successivi cinque anni, fino a quando, nello stupore generale, non apparsero le 19 creature. In questo caso l’impronta genetica diceva l’opposto: lo “zampino” del maschio c’era stato, anche se molto tempo prima.
Nascite vergini: il meccanismo. “Nel primo caso parliamo di partenogenesi facoltativa, o nascita vergine, un fenomeno che consiste nella produzione di un embrione a partire da una cellula uovo senza il contributo dello sperma maschile”, ha spiegato Booth a Repubblica.it. “Si tratta di una forma di riproduzione asessuata, un meccanismo per generare la vita straordinariamente diverso dal nostro. Anche se nei serpenti  -  come in tutti i vertebrati  -  la riproduzione sessuale è la norma, sono stati riportati alcuni casi di partenogenesi facoltativa. La stessa cosa vale per diverse specie di squalo e rettili vari, tra cui il boa costrittore e il drago di Komodo (la più grande lucertola vivente, diffusa in alcune isole indonesiane, ndr)”.
“In generale  -  ha aggiunto il ricercatore  -  la partenogenesi naturale è stata osservata in tutti i lignaggi dei vertebrati dotati di mascelle, con l’eccezione dei mammiferi”. Ad oggi sono note due varianti: nella prima (quella presa in esame) i nuclei della cellula uovo si fondono con una parte della cellula stessa chiamata corpo polare. Nella seconda, l’embrione nasce dalla duplicazione dei cromosomi prima che si formino le cellule sessuali. Siamo dunque di fronte a un clone perfetto della madre, mentre nel primo caso la prole equivale a mezzo clone.
Gravidanze a scoppio ritardato. L’altro meccanismo di riproduzione, quello che ha visto protagonista il serpente a sonagli, è forse ancora più stupefacente. “L’immagazzinamento dello sperma a lungo termine avviene quando una femmina ha un rapporto sessuale e poi custodisce lo sperma per giorni, mesi o addirittura anni”, ha spiegato Booth.
“A un certo punto, durante l’ovulazione, lo sperma torna misteriosamente in circolo e fertilizza la cellula uovo. La prole, dunque, ha sia un padre che una madre”. L’episodio studiato da Booth e colleghi rappresenta il più lungo esempio di “sperm storage” nel regno animale di cui gli umani siano a conoscenza, fatta eccezione per gli insetti. La pratica, per ora, è stata documentata in pesci, uccelli, anfibi e altri rettili. I grandi esclusi sembrano essere i mammiferi, anche se un recente studio sul pipistrello giallo asiatico maggiore (tale Scotophilus) ha rivelato che le femmine di questa specie sono in grado di conservare spermatozoi per diversi mesi. Le donne, dal canto loro, li immagazzinano solo per ore o giorni.
Ancora un mistero. Pur privi del fascino dell’immacolata concezione, gli episodi di LTSS (Long-Term Sperm Storage) si portano dietro diversi quesiti irrisolti. Come fanno, infatti, queste femmine a custodire gli spermatozoi così a lungo? “Ancora non possiamo dirlo con certezza”, ha affermato Booth. “Crediamo che la femmina conservi lo sperma in strutture del tratto riproduttivo chiamate tuboli di immagazzinamento. Si tratta di strutture a vicolo cieco che sembrano capaci di catturare gli spermatozoi una volta che li incontrano. Un’altra ipotesi, osservata in alcune specie di serpente a sonagli, è che l’utero si contragga e aggrovigli dopo l’accoppiamento, bloccando così il viaggio dello sperma”.
La super mamma a sonagli della Florida, ad esempio, aveva poco più di un anno quando è stata catturata, non era sessualmente matura eppure aveva già avuto un rapporto. “Per quanto ne sappiamo  -  ha precisato lo scienziato  -  si tratta del più lungo immagazzinamento di sperma confermato dalla genetica in tutte le specie dei vertebrati”.
Prospettive future. A stupire in particolar modo i ricercatori è stata la constatazione che lo sperma, malgrado la lunga “attesa”, non ha mostrato segni di deterioramento, dal momento in cui tutti e 19 i piccoli erano sani e non sono state prodotte uova infertili. Secondo Paolo Prodohl, professore di Genetica alla Queen’s University di Belfast, il prossimo passo da compiere consiste nell’utilizzo di “robuste analisi genetiche” per distinguere le vere nascite vergini da quelle derivanti da “sperm storage”. Per Schuett, coautore dell’articolo assieme a Booth, “studi di questo tipo potrebbero beneficiare direttamente gli esseri umani, attraverso possibili scoperte sanitarie e rivelazioni in grado di migliorare la nostra stessa capacità di conservare gli spermatozoi”.
Fonte: Informambiente.it


 





 

mercoledì, novembre 16, 2011

VOGLIAMO COSTRUIRE UN C.E.A.

Inizieremo da qui, dopo gli ultimi atti vandalici, la struttura rischia di essere distrutta ma noi faremo in modo che questo non avvenga (Amministrazione comunale permettendo).