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mercoledì, febbraio 29, 2012

La minaccia della privatizzazione

La ancora più recente politica di privatizzazione dei beni dello Stato, pur di ricavare un po' di soldi, indebolisce ulteriormente qualsiasi controllo pubblico su un bene, la spiaggia e la costa, che è (dovrebbe essere), per eccellenza, bene comune.

È giusto che le coste offrano occasioni di riposo e di svago e di lavoro per tanti italiani, ma troppo spesso gli interventi sulle coste, specialmente su quelle sabbiose, provocano la distruzione delle dune e della loro preziosa vegetazione e vita, che sono invece le vere difese predisposte dalla natura contro l'erosione.

Per una più rispettosa utilizzazione delle coste forse occorre una maggiore conoscenza della loro importanza, ecologica e umana: penso a un libretto di informazione popolare proprio sull'"interfaccia" fra mare e terra per aiutare soprattutto i ragazzi a riconoscere la bellezza, spesso silenziosa e poco vistosa, delle coste e per far capire che è possibile trarne benefici economici senza distruggerne il valore di beni naturali collettivi.



domenica, febbraio 26, 2012

MARE D'INVERNO

Monnezza a gogò. Una spiaggia pulita, dopo aver tolto tonnellate di rifiuti dai volontari che, nella giornata odierna, si sono dati appuntamento presso la spiaggia di Campomarino in zona depuratore.
I volontari di Fare Verde, Ambiente Basso Molise e la Protezione Civile di Campomarino hanno ripulito un pezzo di spiaggia di notevole pregio sia per le dune che per i laghetti retrodunali dove numerose  specie di uccelli riposano dopo il lungo viaggio della migrazione. Ormai sono anni che le associazioni vivono intensamente questa giornata, così importante per l'ambiente. Un grazie particolare va ai nostri soci: Antonio, Renato, Andrea, Roberto, Luigi e Matteo che come ogni anno ed ogni manifestazione aderiscono.
Ecco le immagini:














Un assalto incontrollato

Se lungo le coste sono costruiti porti o insediamenti turistici, la sabbia incontra ostacoli nel suo moto verso la terraferma; alcune spiagge si allungano e altre arretrano in maniera preoccupante. Fenomeni di erosione costiera si verificano quasi dovunque: dalla Toscana alle coste laziali e campane fino in Puglia e poi, più a nord, lungo la ricca riviera, affollata di turismo che va da Pesaro a Venezia. È stato calcolato che la perdita per erosione di un metro quadrato di spiaggia comporta un costo di mille euro, per guadagni perduti e per i tentativi di protezione e intervento.
Purtroppo, in un paese con alta densità di popolazione e poco spazio disponibile come l'Italia, sulle coste aumenta continuamente la pressione umana; le spiagge sono assaltate da attività turistiche che badano sempre meno alla bellezza e al carattere "naturale" e chiedono alberghi, locali notturni, stabilimenti balneari, porti turistici, addirittura piscine in riva al mare. Da secoli, e fino a pochi anni fa, le coste "appartenevano" allo Stato che ne consentiva, nel bene e nel male, l'uso da parte dei privati, con vincoli e cautele. Col trasferimento del demanio marittimo dagli organi centrali dello stato alle regioni e ai comuni, la domanda di "concessioni" si è fatta sempre più pressante e arrogante.



sabato, febbraio 25, 2012

Uno straordinario ecosistema

La costa, l'interfaccia fra mare e terra, è uno dei più straordinari ecosistemi: punto di incontro fra le acque dolci dei fiumi e del sottosuolo e l'acqua salina del mare. Possiede, nelle sue rocce e spiagge e dune una ricca, spesso quasi invisibile, vita di vegetali e animali. Le spiagge sono "esseri" in continuo movimento; la sabbia è portata dai fiumi, ma spesso le opere di escavazione per trarne costruzioni, fanno diminuire l'apporto fino al mare delle materie solide che assicurano l'equilibrio costiero. Le coste sono battute dalle onde marine provocate dal vento, che spostano continuamente la sabbia e la ghiaia e, nello stesso tempo, sono lambite da continue correnti di acqua di mare, in genere parallele alla costa, le quali spostano anch'esse la sabbia. A guardare il mare anche quando è calmo, non si immagina da quali forze sia continuamente mosso anche in profondità.



venerdì, febbraio 24, 2012

Le spiagge, queste sconosciute
Non esiste nessuna ricetta sicura; alcune hanno dato buoni risultati in qualche zona, ma sono fallite in altre. Il deposito di nuova sabbia sulla spiaggia esposta a erosione talvolta viene vanificato perché il moto del mare la sposta di nuovo; a volte una barriera o un intervento sposta l'erosione da un luogo all'altro anche ad alcuni chilometri di distanza.

Il successo dipende da tante considerazioni, ma soprattutto dalla conoscenza di che cosa sono, di come "funzionano" e di come si comportano le coste sabbiose. La perdita per erosione delle spiagge provoca un danno economico, una perdita di ricchezza, di occasioni di turismo e costi per riparare i danni delle frane delle strade costiere. In Italia le coste si stendono lungo ottomila chilometri; davanti a questo numero ci sarebbe da aspettarsi che ci fossero decine di università e di centri di ricerca e documentazione sull'erosione costiera ma non è così, purtroppo. Eppure la dinamica delle spiagge sabbiose sarebbe un argomento di ricerca e di esplorazione di enorme interesse.


giovedì, febbraio 23, 2012

L'erosione delle spiagge
Il mare, nel suo incessante moto, si sta mangiando lentamente e inesorabilmente una gran parte delle coste italiane; le amministrazioni locali mobilitano gli scienziati alla ricerca di sistemi per rallentare o fermare l'erosione. Le proposte sono numerose e sono state sperimentate in varie altre parti d'Italia: alcuni propongono di immettere nel mare delle scogliere perpendicolari alla costa, in modo da fermare la sabbia che l'acqua trascina con se; altri propongono di creare delle scogliere parallele alla costa, in modo che la forza del moto ondoso si "scarichi" contro la barriera e la sabbia in sospensione nel mare possa scavalcarla e depositarsi verso la spiaggia; altri ancora propongono di stendere delle barriere sommerse, costituite da sacchi di plastica pieni di sabbia o ghiaia contro cui urta la forza delle onde; altri ancora propongono di asportare la sabbia dalle coste in cui è ancora abbondante e di immetterla davanti alle spiagge in via di ritiro, di erosione.



martedì, febbraio 21, 2012

AMBIENTE BASSO MOLISE

COMUNICATO STAMPA

 E’ NATO UN NUOVO AMICO DELL’AMBIENTE: LIFE MAESTRALE
(sempre più scuole aderiscono al progetto)

Prosegue, nelle scuole della provincia di Campobasso, le sue attività di informazione e formazione il LIFE 10 NAT-IT 000262 MAESTRALE.
Le attività di educazione ambientale nelle scuole si propongono la finalità di sensibilizzare bambini e ragazzi alla conoscenza  e alla sua salvaguardia del territorio e all’importanza della biodiversità  per il mantenimento dell’equilibrio costiero.
La natura è la nostra assicurazione sulla vita e quindi bisogna prendersi cura del proprio ambiente e cercare dì sensibilizzare tutti: dagli adulti ai bambini.
I primi istituti che ha aderito con 15 classi (praticamente tutte) è la scuola elementare Marconi di Petacciato e la B, Croce di San Giacomo degli  Schiavoni.
Infatti, nella giornata di sabato u.s., sei  classi hanno svolto lezioni relative al progetto MAESTRALE.
In questi incontri preliminari gli educatori, hanno introdotto il progetto attraverso una presentazione in power point e dei filmati con cui hanno illustrato gli ambienti naturali e le specie che caratterizzano le aree interessate dal progetto.
Fino al prossimo mese di giugno si terranno dunque le lezioni destinate anche alle altre classi e che consisteranno inoltre nello svolgimento di escursioni sul campo con la visita al CEA (Centro di Educazione Ambientale) di Petacciato, in cui  saranno realizzati specifici laboratori didattici.
Intanto continuano ad arrivare numerose le adesioni da parte di altri istituti.
Le attività di educazione ambientale sono realizzate da Ambiente Basso Molise beneficiario del  Life Maestrale.
Gli istituti interessati potranno richiedere informazioni tramite email: “life.maestrale.it262@gmail.com” oppure “ambientebassomolise@yahoo.it” o contattare il 3397517592.
Il progetto Life Maestrale è cofinanziato dalla comunità europea e non comporta alcun onere per le scuole che parteciperanno.
li 21/02/12
Il Presidente
Luigi Lucchese


lunedì, febbraio 20, 2012

Leucemia, rischio doppio vicino le centrali nucleri

Il rischio di leucemia infantile aumenta del doppio in prossimità delle centrali nucleari. È quanto rivela Le Monde da uno studio sul nucleare francese, condotto da Dominique Laurier dell’Istituto Nazionale di Sanità d’oltralpe e presto pubblicato sull’International Journal of Cancer.
Il dato preoccupante emerge dall’analisi delle località in prossimità di 19 centrali nucleari francesi, dove si riscontra un numero anomalo di casi di leucemia fra adolescenti e bambini di età inferiore ai 15 anni. Nel periodo di studio dal 2002 al 2007, 14 bambini malati di cancro sono stati rinvenuti in un raggio di cinque chilometri dai reattori, quando invece la media nazionale per le zone non nuclearizzate sarebbe decisamente più bassa, ovvero la metà: 7 casi.
Le autorità francesi, tuttavia, sono caute nell’esprimere un’immediata correlazione tra il manifestarsi della leucemia e le radiazioni provenienti dalle centrali, perché lo scioccante dato rilevato in questo studio non trova identica conferma in un follow up a lungo termine effettuato nei precedenti 17 anni. Così ha affermato Jacqueline Clavel, autrice della ricerca:
Quando si considera globalmente il periodo 1990-2007, questo aumento di rischio non viene rilevato. Il collegamento fra le deboli radiazioni ionizzanti emesse dalle centrali nucleari in funzione non può essere stabilito, anche perché non è stato osservato un eccesso di rischio in alcune zone con alta esposizione da emissioni gassose dei reattori.
Secondo i detrattori, in particolare emersi sui social network, le dichiarazioni rassicuranti francesi risponderebbero più a una logica di conservazione economica che di reale interesse per la salute dei cittadini. Senza voler necessariamente appoggiare questa ipotesi estrema, effettivamente la Francia è un paese totalmente dipendente dall’energia nucleare e rinunciarvi sulla base dei rischi alla salute non risulta essere una possibilità attualmente contemplata. La notizia, tuttavia, ha comunque acceso il dibattito politico sull’inquinamento e le possibili catastrofi derivanti dallo sfruttamento del nucleare. François Hollande, candidato socialista alle presidenziali, si è dichiarato favorevole alla diminuzione della dipendenza nucleare, mentre i partiti ecologisti han richiesto un’uscita tout-court da questo tipo di approvvigionamento energetico, ipotesi entrambe rifiutate dal presidente Nicolas Sarkozy. L’Autorité de Sûreté Nucléaire, infine, ha promesso di investire capitali miliardari per la messa in sicurezza delle centrali e l’informazione verso la popolazione d’oltralpe, ancora spaventata dal recente disastro di Fukushima.
Fonte: Le Monde


domenica, febbraio 19, 2012

AMBIENTE BASSO MOLISE

COMUNICATO STAMPA


DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO
(L’INFINITA STUPIDITA’ UMANA,
DECINE DI KG. DI PANE (IMBUSTATO) BUTTATO NEI PRESSI DELLA BIFERNINA)


che un miliardo di persone non ha da mangiare è risaputo, nel nostro Molise sono centinaia le persone che ogni giorno si recano alle varie mense “dei poveri”.
Negli ultimi 35 anni lo spreco alimentare nel mondo è aumentato del 50%. 
Non va meglio in Italia: lo spreco di prodotti alimentari ancora commestibili ammonta  a 20 milioni di tonnellate, pari a un valore di mercato di 37 miliardi di euro.
Ogni anno finiscono delle discariche o negli inceneritori il 19% del pane; il 4% della pasta e ancora: il 39% dei prodotti freschi come latte, uova, carne, mozzarella, yoghurt e il 17% della frutta e della verdura.
Molti  molisani contribuiscono a questo sfacelo.
Alcuni soci di Ambiente Basso Molise hanno trovato nei pressi di uno svincolo della Bifernina decine e decine di kg. di pane, ben imbustati, di tutti i tipi e dimensioni, buttati in un fosso.
Certo non potevano mancare pneumatici, plastica, giocattoli, pezzi di camion e auto il tutto condito da pregiato pane locale.
Una autentica vergogna.
Ma nella società del benessere, ferreamente legata al concetto di profitto, a fine giornata si distrugge ciò che rimane invenduto, sebbene ancora perfettamente commestibile.
Non è permesso sfamare i propri simili, nemmeno con quella parte di prodotto che ancora fa bella mostra esposto ad arte, con cura tale da accattivare i palati più esigenti.
Ormai, a saracinesche abbassate, il povero addetto alla rimozione del cibo rimasto invenduto, effettua quotidianamente il macabro rito della distruzione del pane.
Mentre, sempre più italiani e non, si mettono in fila alla mensa dei poveri.
lì 18/02/2012
  Il Presidente
Lucchese Luigi






sabato, febbraio 18, 2012

I RISPARMI DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

In un mondo che produce sempre più rifiuti, non sappiamo più come fare a sbarazzarcene: eppure la Terra ha provveduto, per miliardi di anni, a smaltire "da sola" i rifiuti prodotti, senza arrecare alcun danno all'ambiente.
In Natura il concetto di rifiuto non esiste: tutto ciò che viene scartato, se ha caratteristiche naturali, viene assorbito dall'ambiente e rimesso in circolo; questa è la lezione che dobbiamo imparare dalla natura: produrre oggetti e beni che possano essere assorbiti dall'ambiente una volta terminato il loro utilizzo.
Ma fino a che ciò non sarà possibile, dobbiamo abituarci a valorizzare, anzichè gettare, i rifiuti che produciamo.
La soluzione è, innanzitutto, cercare di produrne il meno possibile e cercare di far durare il più a lungo possibile ciò che utilizziamo e, in seguito, valorizzare ciò che scartiamo riutilizzando tutti i materiali che possono essere riciclati con la raccolta differenziata: la raccolta differenziata è infatti oggi il modo più sostenibile per smaltire i nostri rifiuti.
Fonte, educambiente

venerdì, febbraio 17, 2012

L'INFINITA STUPIDITA' UMANA

 DONARE A QUALCHE MENSA DELLA CARITAS ? MA SCHERZIAMO MEGLIO BUTTARE.






20 MOSSE PER AIUTARE L'AMBIENTE


Dare una mano all'ambiente è facile! Ecco 20 mosse intelligenti:

 1. Fai finta che i sacchetti di plastica non esistano: usa borse di cotone per la spesa
 2. Consuma prodotti locali: il trasporto di prodotti da lontano fa consumare petrolio e aumentare l'effetto serra.
 3. Abbassa la temperatura: vivi meglio ed inquini di meno.
 4. Usa meglio gli elettrodomestici: spegni pc e televisore, lo "stand-by" consuma, quindi inquina
 5. Prendi il sole. Come? Con i pannelli solari.
 6. Cambia (appena puoi) la macchina: e sceglila a metano o gpl. E, soprattutto, usala il meno possibile.
 7. Tieni i piedi per terra: gli aerei provocano il 10% dell'effetto serra mondiale.
  8. Mangia frutta e verdura (se biologiche, meglio): il ciclo di produzione di carne bovina è responsabile del 18% delle emissioni mondiali di gas serra, oltre a favorire per il suo sfruttamento intensivo la deforestazione.
  9. Usa pannolini eco-compatibili: la biodegradazione di quelli "tradizionali" richiede 500 anni.
 10. Per conservare i cibi, usa vetro (guarda video) e non alluminio (guarda video): inquina, e per la sua produzione lo spreco energetico è enorme.
 11. Informati con intelligenza: ci sono centinaia di siti, riviste e tv che ti parlano di ambiente e sviluppo sostenibile.
 12. Non incartarti: utilizza la tecnologia digitale per inviare e ricevere documenti e per informarti: salvi alberi e non inquini coi trasporti.
 13. Pulisciti i denti, ma con intelligenza: se la lasci scorrere, getti fino a 30 litri d'acqua. Aprila solo quando li risciacqui.
 14. Usa le lampadine a risparmio energetico: consumano 5 volte di meno e durano 10 volte di più.
 15. Mangia sano, scegli il biologico: è un metodo di coltivazione rispettoso dell'ambiente.
 16. Mangia consapevole: sono buoni, ma per la produzione di hamburger si stanno distruggendo intere foreste. Pensaci.
17. Una doccia è bella se dura poco: in 3 minuti consumi 40 litri d'acqua, in 10 minuti più di 130 litri.
 18. Pensa sempre che ogni oggetto che usi diventerà un rifiuto: fallo durare il più a lungo possibile
 19. Usa e getta? No grazie. Per esempio, usa pile ricaricabili: si possono ricaricare fino a 500 volte.
 20. Fai la raccolta differenziata: è il contributo più intelligente e più importante che puoi dare all'ambiente



giovedì, febbraio 16, 2012

ALIMENTAZIONE E AMBIENTE, L'IMPATTO AMBIENTALE DEL NOSTRO CIBO
Consigli ecologici per la spesa e l'alimentazione
Che fame dopo un'intensa mattina di studio o lavoro! Certo, hamburger e bibita sono allettanti, veloci ed economici ma non sono certo ecosostenibili!
Purtroppo, le grandi catene di fast food, per garantire prezzi bassi, attuano politiche economiche in stridente contrasto con le esigenze ambientali: per produrre molta carne, servono molte mucche, che hanno bisogno di grandi pascoli, che vengono realizzati mediante deforestazione e cancellazione di colture pre-esistenti, spesso con l'appoggio di governi locali corrotti.
Paghiamo pochi soldi per mangiare, ma il conto ambientale è salato. E lo stesso processo avviene per la grande distribuzione: grandi numeri, garantiti da colture ricche di agenti chimici che finiranno nei nostri piatti, dopo aver percorso magari migliaia di chilometri prima di arrivare sotto casa nostra.
Qualche volta cerca allora di pranzare in luoghi che servono, se non prodotti locali, almeno regionali o italiani. Molti esercizi iniziano ad offrire cibo biologico, che per sua natura ha una provenienza in gran parte locale e, soprattutto, è privo di fertilizzanti chimici.
Consumando un pasto con prodotti locali e di stagione si risparmia energia e si producono la metà delle emissioni di gas ad effetto serra come l'anidride carbonica. In più si ottengono sicurezza e il tipico, inconfondibile sapore della nostra terra e delle nostre tradizioni.
Una famiglia media può risparmiare fino a 1.000 chili di anidride carbonica l'anno.
2 esempi: il trasporto via aereo di un chilo di mele cilene produce 18,3 kg di anidride carbonica e consuma 5,8 chili di petrolio; per un kg di kiwi dalla Nuova Zelanda vengono emessi 24,7 kg di anidride carbonica e consumati 7,9 chili di petrolio. 
Il risparmio energetico a tavola è anche una risposta agli effetti dei cambiamenti climatici. Un numero sempre maggiore di consumatori nel mondo chiede prodotti freschi, naturali, prodotti nel territorio, e che non devono percorrere grandi distanze con mezzi inquinanti prima di giungere sulle nostre tavole.

LA NOSTRA SPESA E L'IMPATTO AMBIENTALE: L'INCIDENZA DEL NOSTRO CIBO E DELLA NOSTRA ALIMENTAZIONE SULL'AMBIENTE

I comportamenti di acquisto responsabile di ciò che mangiamo possono concretamente contribuire alla riduzione dell'inquinamento e al risparmio energetico.
Prodotti come vino australiano, prugne cilene e carne argentina che devono percorrere migliaia di chilometri prima di giungere sulle nostre tavole ma che possono essere validamente sostituiti da prodotti "nostrani": l'Italia vanta infatti 469 vini nazionali doc, docg e igt, ha il primato europeo nella quantità, varietà e sanità dell'ortofrutta e per quanto riguarda la carne non mancano prestigiose razze storiche come la Chianina, da cui si ottiene la bistecca fiorentina.
Altri esempi di cibo che si potrebbe sostituire con alimenti nazionali: l'anguria da Panama, la carne dal Brasile, l'aglio e il pomodoro dalla Cina, l'uva dal Sudafrica, i meloni da Guadalupe e il riso dagli Stati Uniti. Per alcuni di questi prodotti sono stati rilevati problemi di carattere sanitario: la Commissione europea è intervenuta per limitare le importazioni di carne brasiliana perché non soddisfa i requisiti sanitari dell'Ue, mentre sull'aglio cinese pesano tutte le perplessità provocate dalle emergenze che si sono verificate per gli alimenti provenienti dal Paese. E per gli altri prodotti, non ci sono motivazioni che ne giustifichino la scelta, anche considerando il fatto che acquistare quelli italiani durante la stagione produttiva garantisce maggiore risparmio e freschezza. Consumando prodotti locali e di stagione e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia può arrivare ad abbattere fino a mille chili di anidride carbonica all'anno.
In Italia la Coldiretti, che ha stilato la "classifica dei cibi da evitare", chiede l'introduzione dell'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di cibi, la disponibilità di spazi adeguati nella distribuzione commerciale e l'inaugurazione del primo circuito a chilometri zero. Nel 2008 è entrato in vigore il decreto che rende possibile organizzare mercati gestiti dagli agricoltori anche in zone centrali e con frequenza giornaliera, settimanale o mensile. La Coldiretti si è posta l'obiettivo di aprire almeno un farmer market in ogni città. Il primo è nato a Taranto. L'obiettivo è ripetere un'esperienza di successo di altri Paesi come Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti dove il fenomeno è in rapida espansione. Intanto, sul sito www.campagnamica.it è possibile individuare nel proprio comune, provincia o regione le aziende agricole che vendono direttamente, selezionando anche le categorie di prodotto desiderate e le specialità garantite da marchio. Online anche l'elenco delle centinaia di distributori automatici di latte fresco direttamente dalle stalle.

ALCUNI NUMERI:
- il vino australiano deve percorre oltre 16.000 chilometri con un consumo di 9,4 kg di petrolio e l'emissione di 29,3 kg di anidride carbonica
- le prugne cilene devono volare per 12.000 km con un consumo di 7,1 kg di petrolio che liberano 22 kg di anidride carbonica
- la carne argentina viaggia per 11.000 km, bruciando 6,7 kg di petrolio e liberando 20,8 kg di Co2
- un pasto medio percorre più di 1.900 km in camion, navi e/o aeroplani prima di arrivare sulla vostra tavola e spesso ci vuole più energia per portarlo al consumatore di quanto il pasto stesso provveda in termini nutrizionali

Una maggiore attenzione nella scelta dei prodotti della nostra spesa contribuisce in modo davvero concreto alla lotta all'inquinamento: acquistare prodotti locali, meglio se biologici, o almeno nazionali è pratica facile ed efficace.
Fonte Educambiente

mercoledì, febbraio 15, 2012

DOPO IL MESSICO BRITISH PETROLEUM CI RIPROVA.
NON È BASTATO IL DISASTRO DEEP HORIZON, BP SENZA MEMORIA.
Il terribile disastro ambientale procurato dalla fuoriuscita di milioni di barili di petrolio nel Golfo del Messico il 20 aprile del 2010, durato 106 giorni ed entrato nella storia come il più grave incidente ambientale degli Stati Uniti, non è bastato all'inglese British Petroleum: a poco più di un anno dal gravissimo disastro, la compagnia petrolifera ha incredibilmente richiesto il permesso di trivellare ad una profondità di 1370 metri in una zona distante solo 200 km dal luogo dell'inabissamento della tristemente famosa piattaforma Deep Horizon.
Stando alle stime di British Petroleum, il nuovo giacimento garantirebbe l'estrazione di oltre 4 miliardi di barili di petrolio.
Al di là dell'aspetto ambientale, una simile scelta appare eticamente insostenibile ed improponibile: ad un anno dal disastro, economia e turismo locali sono in gravissime difficoltà e ancora non si sa quando il devastante impatto del petrolio sulle popolazioni locali avrà termine, ed allo stesso tempo non vi è alcuna certezza che non si possa ripetere un altro disastro.

lunedì, febbraio 13, 2012

Unione europea ennesima infrazione italiana sulla caccia


Ennesima infrazione italiana alle regole sulla caccia
Bruxelles ha deciso di aprire nei confronti dell'Italia una seconda procedura d'infrazione rispetto alla direttiva sulla protezione degli uccelli selvatici, con l'invio di una lettera di messa in mora in cui chiede a Roma «di conformarsi a tre sentenze della Corte di giustizia Ue». Il passo successivo, in caso di inadempienza, è un nuovo ricorso alla Corte Ue insieme a sanzioni pecuniarie. Nel mirino, la caccia in Liguria e in Veneto e violazioni alla direttiva uccelli in diverse altre Regioni italiane.

«Da anni ormai il nostro Paese è sotto il mirino dell'Unione Europea per quanto riguarda le infrazioni alle Direttive Comunitarie Habitat e Uccelli. Le nostre Regioni continuano ad approvare leggi illegittime sulla caccia in deroga, anche se alcune di queste, come il Veneto e la Liguria, hanno alle loro spalle già richiami dal'UE per aver infranto le leggi comunitarie. - afferma Cristina Morelli Responsabile diritti degli animali dei Verdi - Le regioni in questione, nonostante le sanzioni prospettate dall'UE siano intorno ai 10 milioni di euro, hanno deciso di continuare sulla strada delle deroghe, cercando di volta in volta di studiare piccoli trucchetti per aggirare le varie Direttive in materia, pur di accontentare quei 1000 cacciatori, nel caso della Liguria, che si 'dilettano' con la caccia allo storno, animale, appunto, oggetto della deroga. Proponiamo che se le sanzioni per la violazione delle direttive europee verranno applicate, non debbano pagare tutti i cittadini tutti, rispettosi delle leggi e contrari alla caccia, ma paghino quei consiglieri che hanno approvato queste leggi, essendo al corrente che erano illegittime e tutti i funzionari che hanno dato i loro pareri positivi solo per assecondare politici impreparati, disponibili a tutto pur di seguire la lobby dei cacciatori». (s.f.)
Fonte; Zero emission

domenica, febbraio 12, 2012

La notizia sta girando in rete in questi giorni. Leonardo Grieco, meccanico di Saltrio (Varese), sta sperimentando un dispositivo elettronico di sua invenzione in grado di dimezzare i consumi di carburante nell'auto. Costa poco meno di 2mila euro ed è, in pratica, se abbiamo ben capito, una sorta di frizione automatica che mantiene sempre l'auto al miglior regime di giri, fra i 1.700 e i 2.300, quando il motore dà la coppia migliore.
Il signor Grieco ha montato il sistema su una vecchia Skoda 1900 turbo diesel: “Ho già fatto 50mila chilometri con questa macchina e i risultati sono sorprendenti. Questa auto, che oggi ha 290 mila chilometri, fa abitualmente attorno ai 500 chilometri con un pieno, da quando ho montato il sistema Kds sono stabilmente sopra i mille. Questa scoperta potrebbe valere metà del combustibile mondiale, ci ho speso dieci anni di lavoro e tentativi. Abbiamo scritto alle case automobilistiche di tutto il pianeta: a Marchionne, a Montezemolo, negli Stati Uniti, in Corea, dappertutto”.
Gli ha risposto solo la Motorizzazione svizzera che lo ha ufficialmente autorizzato. Lo montano in un'officina nel Canton Ticino.


sabato, febbraio 11, 2012

VALVOLE  TERMOSTATICHE:
SI PUO’ RISPARMIARE FINO AL 20% DI ENERGIA

Talvolta, risparmiare energia può essere più semplice di quanto non si possa pensare. In casa, ad esempio, si può applicare ai radiatori una valvola termostatica. Questo strumento può essere utile per regolare la temperatura all’interno di una singola stanza, senza sprecare calore.
In genere, una valvola normale, da applicare semplicemente al termosifone, costa sui 20-25 euro, ma nel caso in cui i radiatori non siano predisposti, il prezzo può lievitare fino a 60-70 euro. Ci sono poi delle versioni ancora più costose che sono dotate di telesensori ed elementi di regolazione a distanza.
Il funzionamento della valvola è molto semplice: sulla manopola sono contrassegnate delle tacche grigie che corrispondono a diversi livelli di calore; è sufficiente posizionare il dispositivo sul livello desiderato per fare in modo che esso regoli automaticamente, senza bisogno di alcuna alimentazione, la temperatura nella stanza dove è collocato.
Nel momento in cui la temperatura ambiente raggiunge il valore impostato il sistema blocca il flusso d’acqua proveniente dall’esterno per poi convogliarlo verso altri radiatori o farlo fluire ancora nel momento in cui il liquido si raffredda. Per un corretto uso della valvola, è bene installarla in luoghi dove l’aria ha la possibilità di circolare liberamente intorno al dispositivo.
Un meccanismo efficace che permette di riscaldare autonomamente le stanze e di regolare la temperatura evitando di scaldare eccessivamente alcune aree a scapito di altre.
Virgilio Go Green

venerdì, febbraio 10, 2012

LE REGOLE SALVA ENERGIA:
LUCI INUTILI SPENTE, TERMOSIFONI ABBASSATI……..

il 17 febbraio M’illumino di meno, la campagna radiofonica lanciata da Caterpillar e il 31 marzo Earth Hour.
Due manifestazioni a cui Ambiente Basso Molise aderisce:

Ecco allora alcuni dei mantra consigliati per tagliare la bolletta della luce e ridurre le emissioni di gas serra:

- interruttori: spegnere le luci quando non servono, spegnere luci e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici;

- frigo: sbrinarlo frequentemente; tenere la serpentina pulita e distanziata dal muro in modo che possa circolare l’aria;

- cucina: mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l’ acqua ed evitare sempre che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola;

- termosifoni: se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre, inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni;

- spifferi: meglio riempirli di materiale che non lascia passare aria;

- tende: utilizzarle per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne, ma non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni;

- auto: utilizzarla il meno possibile e se necessario condividerla con chi fa lo stesso tragitto.