Terre Molisane, latte scaduto in vendita e
rifiuti chimici nel fiume Volturno
Latte scaduto mischiato con quello in lavorazione e
poi venduto. Animali sommersi dai loro liquami. Operai costretti sotto minaccia
di licenziamento a sversare nel fiume Volturno gli escrementi dell’allevamento,
producendo un inquinamento pari a quello di una città di 24mila persone.
Sono alcuni dei passaggi dell’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere,
in provincia di Caserta, che ha portato
ai domiciliari l’imprenditore casertano Giuseppe Gravante, impegnato
da oltre 40 anni nel settore zootecnico e proprietario di vari allevamenti e di
un grande stabilimento nel comune casertano di Gioia Sannitica, dove fino al novembre scorso avveniva
l’imbottigliamento di latte rivenduto con il marchio Foreste Molisane.
Insieme a Gravante sono indagate altre 4 persone.
È
stato un ex dipendente a dare il via all’inchiesta. L’uomo si è autodenunciato perché “pentito” di aver preso parte
ai comportamenti illegali a cui Gravante obbligava i dipendenti. Dopo la prima
denuncia sono arrivate le conferme anche di altri operai. Dai racconti è emerso
che nel Volturno sarebbero finiti, attraverso un sistema di pompe idrauliche e canalizzazioni, non solo gli
escrementi degli animali, ma anche i reflui delle sale di mungitura, nonché le
acque di lavaggio delle stalle contaminate da detergenti e acidi fortemente tossici.
Sversamenti che erano fatti soprattutto di sera o nelle ore notturne,
per eludere i controlli. Non solo: sarebbero stati interrati o bruciati
tutti gli scarti dell’attività di imbottigliamento con il marchio
Foreste Molisane (bottiglie in tetrapak o in pet ed etichette in carta e
plastica) per un totale di circa 6,5 quintali di
rifiuti al giorno.
Un sistema che avrebbe permesso a Gravante di risparmiare in
15 anni un milione di euro,
soldi che avrebbe dovuto spendere per smaltire regolarmente i residui
dell’attività. “L’indagato – scrive il Gip nell’ordinanza di arresto – in
realtà non voleva proprio sentir parlare del problema dei rifiuti. Pretendeva
che gli scarichi fossero eliminati”. Era talmente ben congegnato il
metodo di scarico di escrementi e rifiuti nel fiume Volturno, che
neppure i dronidell’Università o gli
aerei della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto erano riusciti a
individuarli. E ciò nonostante i continui voli sul territorio iniziati nel 2011
dopo le denunce del Wwf sullo
stato di degrado del fiume.
“Da martedì mattina – ha spiegato il comandante del
Corpo Forestale di Caserta Michele Capasso – i nostri mezzi stanno scavando
nell’azienda di Gioia Sannitica alla ricerca dei rifiuti interrati”. Tra i
rifiuti già trovati anche carcasse di bufale. Dalle
indagini sono inoltre emerse anche le pessime condizioni in cui venivano tenuti
gli animali.
Secondo un ex addetto, si legge nell’ordinanza di arresto, “la situazione era
insostenibile, gli animali erano sommersi di liquami, e
intanto il Gravante riceveva un sussidio pubblico di 70 euro per il benessere di ciascun animale”. (Fonte:
il Fatto Quotidiano)
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