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sabato, novembre 20, 2010


Bertolaso, l’ultimo regalo alla Sicilia: due inceneritori


Torna lo spettro degli inceneritori in Sicilia: Guido Bertolaso, poco prima di andare in pensione, ha bocciato il Piano Rifiuti inviato dal governatore Raffaele Lombardo e ha chiesto che in Sicilia si costruiscano almeno due impianti. Il discorso fatto dalla Protezione Civile, in estrema sintesi, è questo: niente termovalorizzatori, niente ok al piano rifiuti e rimozione del commissario straordinario.
Commissario che, al momento, è lo stesso Lombardo. Ma, ecco il gioco, se Lombardo non è disponibile a partecipare al grande affare da cinque miliardi di euro dei termovalorizzatori, allora sarà qualcun altro inviato da Roma a farlo.
Che il piano rifiuti siciliano fosse stato bocciato dal governo si intuiva dalle voci che giravano da giorni. Ora è arrivata la certezza, anche se non c’è ancora la reazione del governatore siciliano che, assai probabilmente, verrà a breve con un videopost sul suo blog. Lombardo, ormai, comunica così nonostante il robusto ufficio stampa della Regione Sicilia. Per i siciliani, in ogni caso, non è affatto una buona notizia: qualunque cosa si decida alla fine, sarà sempre una volontà calata dall’alto che risponde ad un modello già visto.
Il fantasma è quello napoletano, con la pessima esperienza dell’inceneritore di Acerra che funziona a singhiozzo perché brucia rifiuto indifferenziato invece che Cdr di qualità. Ma per fare il Cdr ci vuole una buona raccolta differenziata e gli impianti del ciclo integrato dei rifiuti, che né la Campania né la Sicilia hanno. Se ci fossero, entrambe le regioni non avrebbero un gran bisogno di inceneritori: il Cdr, se fatto bene, si può bruciare in altri impianti termoelettrici o nei cementifici.
Per la Sicilia, ad esempio, sarebbe molto meno dannoso bruciare Cdr nel camino della centrale termoelettrica di Gela (che attualmente è alimentata dal pet coke, un veleno micidiale derivato dagli scarti del petrolio), oppure in quella di Milazzo (attualmente alimentata da olio combustibile, cioè petrolio leggermente raffinato) che fare un termovalorizzatore da zero. Perché? Semplice: gli inceneritori bruciano solo combustibile da rifiuti e, se i rifiuti diminuiscono grazie alla buona politica, restano fermi e perdono un sacco di soldi.
Capito perché dove arriva il termovalorizzatore, spesso e volentieri, si blocca la raccolta differenziata?
fonte: Ecoblog.it


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